{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":580,"end":1497.965714},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1062,"end":1497.965714},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":580,"end":1497.965714},"spot":null,"idx":2,"id":"vd-0","videoId":2},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1062,"end":1497.965714},"spot":null,"idx":3,"id":"vd-1","videoId":1}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":24.3,"end":54.3},"art":"Elephantidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>elefanti</b> sono mammiferi Proboscidati appartenenti alla famiglia degli <b>Elefantidi</b> (<i><b>Elephantidae</b></i> - Gray, 1821).</p>\n<p>Vivono normalmente fra i 50 e i 70 anni, ma l'elefante più longevo di cui si ha notizia ha raggiunto gli 82 anni. L'esemplare più grosso mai trovato fu ucciso in Angola nel 1956: era un maschio di 12&nbsp;000&nbsp;kg di peso, per un'altezza alla spalla di 4,2 metri (un metro più alto della media dell'elefante africano).</p>\n<p>Tradizionalmente la famiglia si considerava costituita da due specie, l'elefante indiano o asiatico (<i>Elephas maximus</i>) e l'elefante africano (<i>Loxodonta africana</i>). Recentemente è stata identificata una terza specie (precedentemente considerata una sottospecie di <i>L. africana</i>), l'elefante africano delle foreste (<i>Loxodonta cyclotis</i>).</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1204\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.309 seconds\nPreprocessor visited node count: 427/1000000\nPreprocessor generated node count: 5964/1500000\nPost‐expand include size: 4982/2048000 bytes\nTemplate argument size: 961/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.021/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.14 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Elephantidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Elephantidae"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":173.9,"end":203.9},"art":"Eusocialità","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>L'<b>eusocialità</b> (dal greco <i>eu</i>: \"buono\" e \"sociale\") è il livello più alto di organizzazione sociale che si realizza per alcune specie animali. Il termine eusociale fu creato nel 1966 da Suzanne Batra in riferimento alle api della famiglia Halictidae. Nel 1971 E. O. Wilson le diede un significato più preciso. In principio si riferiva solamente a quegli organismi che riunivano <span title=\"\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">certe</span> caratteristiche (originariamente solo invertebrati); dopo il riferimento divenne più ampio.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 1.216 seconds\nReal time usage: 1.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 5255/1000000\nPreprocessor generated node count: 11919/1500000\nPost‐expand include size: 2913/2048000 bytes\nTemplate argument size: 700/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\nLua time usage: 0.023/10.000 seconds\nLua memory usage: 756 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Eusocialità\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Eusocialità"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":236.1,"end":266.1},"art":"Panthera leo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>leone</b> (<i><b>Panthera leo</b></i>, <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus 1758</span>) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei cinque grandi felini del genere <i>Panthera</i>, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250&nbsp;kg. Il suo areale è nel 2011 ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale e il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN. Questa definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 ed il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti.</p>\n<p>Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest National Park in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica ed il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e addirittura in America del Nord, dallo Yukon al Perù.</p>\n<p>In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo aver vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Anche se le cause del declino dei leoni non sono certe, il degrado dell'habitat e i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti. In natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco.</p>\n<p>Tipicamente, i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (o più raramente 2, se fratelli), un gruppo di femmine, imparentate tra loro, con cui, questo (o questi), si accoppia, e la loro prole. I cuccioli maschi, restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte del maschio alfa (il loro padre). I giovani maschi adulti, una volta allontanati dal vecchio branco, possono, per qualche tempo restare insieme formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli), finché non decidano di separarsi per formare delle loro famiglie, in genere scacciando un altro maschio da un branco rivale. Le femmine tipicamente cacciano insieme, principalmente ungulati. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo (ed eccezionalmente il coccodrillo del Nilo), ma ciononostante, può compiere sciacallaggio in caso di estremo bisogno. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto.</p>\n<p>Assai facile da distinguere, il maschio di leone ha una criniera caratteristica, e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel Paleolitico superiore, e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle Grotte di Lascaux e nella Grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo inoltre in un enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in menagerie fin dai tempi dell'Impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1122\nCPU time usage: 0.604 seconds\nReal time usage: 0.942 seconds\nPreprocessor visited node count: 700/1000000\nPreprocessor generated node count: 7511/1500000\nPost‐expand include size: 9082/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1472/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Panthera leo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Panthera leo"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":276.6,"end":306.6},"art":"Sphyraenidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La famiglia <b>Sphyraenidae</b> comprende 26 specie di pesci carnivori riuniti nell'unico genere <i><b>Sphyraena</b></i>, comunemente conosciuti come <b>Barracuda</b> ed appartenenti all'ordine Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.136 seconds\nReal time usage: 0.214 seconds\nPreprocessor visited node count: 383/1000000\nPreprocessor generated node count: 5996/1500000\nPost‐expand include size: 4374/2048000 bytes\nTemplate argument size: 735/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sphyraenidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sphyraenidae"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":321.8,"end":351.8},"art":"Nikolaas Tinbergen","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Nikolaas Tinbergen</b> (L'Aia, 15 aprile 1907 – Oxford, 21 dicembre 1988) è stato un biologo, etologo e ornitologo olandese.</p>\n<p>Nel 1973 ha vinto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina condividendolo con i suoi colleghi Karl von Frisch e Konrad Lorenz. Il premio si riferiva alle loro scoperte sull'organizzazione e la deduzione di pattern comportamentali individuali e sociali degli animali. Negli anni sessanta ha collaborato con il produttore cinematografico Hugh Falkus nella realizzazione di una serie di film sulla natura, tra i quali <i>The Riddle of the Rook</i> (1972) e <i>Signals for Survival</i> (1969). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi e articoli scientifici su riviste internazionali.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1208\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.198 seconds\nPreprocessor visited node count: 82/1000000\nPreprocessor generated node count: 1038/1500000\nPost‐expand include size: 2402/2048000 bytes\nTemplate argument size: 75/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 7/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.071/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.48 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Nikolaas Tinbergen\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Nikolaas Tinbergen"},{"id":"tx-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":374.1,"end":404.1},"title":"Epibiosi","text":"<p>In ecologia, condizione di vita di un organismo su un altro, senza che si instaurino necessariamente rapporti di parassitismo, commensalismo o simbiosi.&nbsp;</p>\n\n<p><a href=\"http://www.treccani.it/enciclopedia/epibiosi/\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":438.2,"end":468.2},"art":"Echeneidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La famiglia <b>Echeneidae</b> comprende otto specie di pesci d'acqua salata, conosciute principalmente come <b>remore</b>, appartenenti all'ordine dei Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.205 seconds\nPreprocessor visited node count: 423/1000000\nPreprocessor generated node count: 6005/1500000\nPost‐expand include size: 5154/2048000 bytes\nTemplate argument size: 874/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Echeneidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Echeneidae"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":510.2,"end":540.2},"art":"Commensalismo","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>In biologia, il <b>commensalismo</b> è un'interazione non obbligatoria fra due esseri viventi in cui uno approfitta del nutrimento o degli scarti dell'altro senza procurare sofferenza o disturbo. Un organismo tra i due trae dei benefici dall'altro e l'altro non è né danneggiato né aiutato.</p>\n<p>Il termine deriva dalla parola <i>commensale</i> (dal latino <i>cum</i> = con e <b>mensa</b> = tavola, condividere la tavola), che indica qualcuno che partecipa ad un pasto, dividendo il cibo con gli altri, come d'uso nelle interazioni tra molte comunità animali. Come in tutte le interazioni ecologiche, il commensalismo può variare per forza e durata. Può andare da un livello “intimo” e di lunga durata (simbiosi) ad una remota e sottile interazione in cui agiscono degli intermediari. Originariamente il termine era usato per descrivere l'uso di grandi quantità di cibo da altri animali, come, in attività come lo sciacallaggio (ovvero il cibarsi dei resti delle carcasse lasciate come avanzi del pasto da predatori più grandi, che vengono seguiti appositamente durante la caccia, sino al termine del pasto).</p>\n<p>Tipi di commensalismo sono:</p>\n\n<p>La questione dei casi in cui la relazione tra gli esseri umani ed alcuni tipi di Microbiota umano sia commensale o mutualistica rimane ad oggi talvolta senza risposta.</p>\n<p>Alcuni biologi hanno compreso che qualsiasi relazione stretta tra due organismi, verosimilmente, non è neutrale per entrambe le parti, e che queste relazioni identificate come commensali sono spesso mutualistiche o parassitarie in una maniera non ancora ben definita. Per esempio, le piante epifite sono dei “pirati della nutrizione”, che possono intercettare ed assorbire anche discrete quantità di minerali nutrienti che sarebbero normalmente state assimilate dalle piante che le ospitano. Un largo numero di epifite su una stessa pianta ospitante può anche spezzarla o oscurarla, riducendo la sua attività fotosintetica.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.096 seconds\nReal time usage: 0.133 seconds\nPreprocessor visited node count: 60/1000000\nPreprocessor generated node count: 327/1500000\nPost‐expand include size: 902/2048000 bytes\nTemplate argument size: 264/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Commensalismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Commensalismo"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":577.6,"end":607.6},"art":"Bubulcus ibis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>airone guardabuoi</b> (<i>Bubulcus ibis</i> <small>Linnaeus, 1758</small>) è un uccello appartenente alla famiglia degli Ardeidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.340 seconds\nReal time usage: 0.400 seconds\nPreprocessor visited node count: 463/1000000\nPreprocessor generated node count: 6107/1500000\nPost‐expand include size: 5948/2048000 bytes\nTemplate argument size: 905/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Bubulcus ibis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Bubulcus ibis"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":659.8,"end":689.8},"art":"Inquilinismo","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>In zoologia ed ecologia (biologia), un <b>inquilino</b> (dal latino <i>inquilinus</i>, \"inquilino\" o \"affittuario\") è un animale che vive commensalmente nel nido, tana, o dimora di un animale di altra specie. Un esempio chiaro ed evidente di questa relazione interspecifica potrebbe essere quello di una ghianda di mare sopra la conchiglia di una cozza. Altro esempio potrebbe essere rappresentato da alcuni organismi come gli insetti che possono vivere nelle tane dei citelli nutrendosi degli avanzi, funghi, radici, ecc. la maggior parte dei tipi di inquilini largamente distribuita sono quelli trovati in associazione con i nidi degli insetti sociali, specialmente formiche e termiti — una singola colonia può sostenere dozzine di differenti specie di inquilini. La distinzione tra parassiti, parassiti sociali, e inquilini sono sottili, e molte specie possono soddisfare più di uno di questi criteri, come del resto gli inquilini mostrano molte delle stesse caratteristiche dei parassiti. Tuttavia, i parassiti <i>non</i> sono specificamente inquilini, poiché per definizione essi hanno un effetto deleterio sulle specie ospiti, contrariamente agli inquilini.</p>\n<p>Il termine inquilino è stato anche applicato agli invertebrati acquatici che trascorrono tutta o parte del loro ciclo vitale nel phytotelma, strutture pregne d'acque prodotte dalle piante. Per esempio, organismi come <i>Wyeomyia smithii</i>, <i>Metriocnemus knabi</i>, <i>Habrotrocha rosa</i> sono tre invertebrati che fanno parte del microecosistema interno agli ascidi della <i>Sarracenia purpurea</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.100 seconds\nReal time usage: 0.132 seconds\nPreprocessor visited node count: 25/1000000\nPreprocessor generated node count: 122/1500000\nPost‐expand include size: 266/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.010/10.000 seconds\nLua memory usage: 756 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Inquilinismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Inquilinismo"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":828.4,"end":858.4},"art":"Labridae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n\n\n\n\n<p>La famiglia <b>Labridae</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Cuvier, 1816</span> comprende 517 specie di pesci ossei marini appartenenti all'ordine Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCPU time usage: 0.172 seconds\nReal time usage: 0.227 seconds\nPreprocessor visited node count: 399/1000000\nPreprocessor generated node count: 6063/1500000\nPost‐expand include size: 4288/2048000 bytes\nTemplate argument size: 776/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Labridae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Labridae"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":904.9,"end":934.9},"art":"Mutualismo","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>mutualismo</b> nei termini più generici è la stretta relazione fra oggetti, azioni o persone diverse, per trarne un beneficio reciproco.</p>\n<p>Il termine fu coniato da Heinrich Anton de Bary nel 1879 per qualificare la natura dei licheni, ch'egli dimostrò essere un'associazione fra un'alga e un fungo. Egli definì la simbiosi (dal greco: <i>συν</i> = insieme; <i>βιος</i> = vita) come <i>“... Zusammenleben ungleichnamiger Organismen …”</i> cioè “….il vivere insieme di organismi con diverso nome…”.</p>\n<p>Oscar Hertwig l'adottò poi per indicare associazioni simili tra due organismi di diversa specie.<br>\nCome hanno rilevato studi paleontologici, l'esistenza di casi di simbiosi simili a quelli attuali risale a periodi storici ben precedenti la comparsa dell'uomo.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1138\nCPU time usage: 0.156 seconds\nReal time usage: 0.188 seconds\nPreprocessor visited node count: 209/1000000\nPreprocessor generated node count: 2013/1500000\nPost‐expand include size: 3720/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1642/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.003/10.000 seconds\nLua memory usage: 478 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Mutualismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Mutualismo"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":991.6,"end":1021.6},"art":"Aphidoidea","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>Afidi</b> o <b>pidocchi delle piante</b> (<i>Aphidoidea</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Geoffroy</span>, 1762) sono una superfamiglia di insetti fitomizi compresi nell'ordine Rhynchota (sottordine Homoptera, sezione Sternorrhyncha).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.184 seconds\nPreprocessor visited node count: 457/1000000\nPreprocessor generated node count: 6071/1500000\nPost‐expand include size: 6537/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1810/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Aphidoidea\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Aphidoidea"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1060.6,"end":1090.6},"art":"Actiniaria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Le <b>attinie</b> (<b>Actiniaria</b>) sono un ordine di Cnidari antozoi sessili.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1134\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.182 seconds\nPreprocessor visited node count: 406/1000000\nPreprocessor generated node count: 5993/1500000\nPost‐expand include size: 4065/2048000 bytes\nTemplate argument size: 664/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Actiniaria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Actiniaria"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1215.8,"end":1245.8},"art":"Cnidaria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>Cnidari</b>, o <b>Celenterati</b>, costituiscono un phylum di animali a simmetria raggiata, diblasteri ed acquatici.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1141\nCPU time usage: 0.300 seconds\nReal time usage: 0.331 seconds\nPreprocessor visited node count: 394/1000000\nPreprocessor generated node count: 5991/1500000\nPost‐expand include size: 3267/2048000 bytes\nTemplate argument size: 493/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cnidaria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cnidaria"},{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":24.3,"end":54.3},"art":"Elephantidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>elefanti</b> sono mammiferi Proboscidati appartenenti alla famiglia degli <b>Elefantidi</b> (<i><b>Elephantidae</b></i> - Gray, 1821).</p>\n<p>Vivono normalmente fra i 50 e i 70 anni, ma l'elefante più longevo di cui si ha notizia ha raggiunto gli 82 anni. L'esemplare più grosso mai trovato fu ucciso in Angola nel 1956: era un maschio di 12&nbsp;000&nbsp;kg di peso, per un'altezza alla spalla di 4,2 metri (un metro più alto della media dell'elefante africano).</p>\n<p>Tradizionalmente la famiglia si considerava costituita da due specie, l'elefante indiano o asiatico (<i>Elephas maximus</i>) e l'elefante africano (<i>Loxodonta africana</i>). Recentemente è stata identificata una terza specie (precedentemente considerata una sottospecie di <i>L. africana</i>), l'elefante africano delle foreste (<i>Loxodonta cyclotis</i>).</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1204\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.309 seconds\nPreprocessor visited node count: 427/1000000\nPreprocessor generated node count: 5964/1500000\nPost‐expand include size: 4982/2048000 bytes\nTemplate argument size: 961/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.021/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.14 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Elephantidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Elephantidae"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":173.9,"end":203.9},"art":"Eusocialità","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>L'<b>eusocialità</b> (dal greco <i>eu</i>: \"buono\" e \"sociale\") è il livello più alto di organizzazione sociale che si realizza per alcune specie animali. Il termine eusociale fu creato nel 1966 da Suzanne Batra in riferimento alle api della famiglia Halictidae. Nel 1971 E. O. Wilson le diede un significato più preciso. In principio si riferiva solamente a quegli organismi che riunivano <span title=\"\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">certe</span> caratteristiche (originariamente solo invertebrati); dopo il riferimento divenne più ampio.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 1.216 seconds\nReal time usage: 1.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 5255/1000000\nPreprocessor generated node count: 11919/1500000\nPost‐expand include size: 2913/2048000 bytes\nTemplate argument size: 700/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\nLua time usage: 0.023/10.000 seconds\nLua memory usage: 756 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Eusocialità\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Eusocialità"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":236.1,"end":266.1},"art":"Panthera leo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>leone</b> (<i><b>Panthera leo</b></i>, <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus 1758</span>) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei cinque grandi felini del genere <i>Panthera</i>, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250&nbsp;kg. Il suo areale è nel 2011 ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale e il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN. Questa definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 ed il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti.</p>\n<p>Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest National Park in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica ed il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e addirittura in America del Nord, dallo Yukon al Perù.</p>\n<p>In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo aver vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Anche se le cause del declino dei leoni non sono certe, il degrado dell'habitat e i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti. In natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco.</p>\n<p>Tipicamente, i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (o più raramente 2, se fratelli), un gruppo di femmine, imparentate tra loro, con cui, questo (o questi), si accoppia, e la loro prole. I cuccioli maschi, restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte del maschio alfa (il loro padre). I giovani maschi adulti, una volta allontanati dal vecchio branco, possono, per qualche tempo restare insieme formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli), finché non decidano di separarsi per formare delle loro famiglie, in genere scacciando un altro maschio da un branco rivale. Le femmine tipicamente cacciano insieme, principalmente ungulati. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo (ed eccezionalmente il coccodrillo del Nilo), ma ciononostante, può compiere sciacallaggio in caso di estremo bisogno. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto.</p>\n<p>Assai facile da distinguere, il maschio di leone ha una criniera caratteristica, e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel Paleolitico superiore, e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle Grotte di Lascaux e nella Grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo inoltre in un enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in menagerie fin dai tempi dell'Impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1122\nCPU time usage: 0.604 seconds\nReal time usage: 0.942 seconds\nPreprocessor visited node count: 700/1000000\nPreprocessor generated node count: 7511/1500000\nPost‐expand include size: 9082/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1472/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Panthera leo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Panthera leo"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":276.6,"end":306.6},"art":"Sphyraenidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La famiglia <b>Sphyraenidae</b> comprende 26 specie di pesci carnivori riuniti nell'unico genere <i><b>Sphyraena</b></i>, comunemente conosciuti come <b>Barracuda</b> ed appartenenti all'ordine Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.136 seconds\nReal time usage: 0.214 seconds\nPreprocessor visited node count: 383/1000000\nPreprocessor generated node count: 5996/1500000\nPost‐expand include size: 4374/2048000 bytes\nTemplate argument size: 735/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sphyraenidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sphyraenidae"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":321.8,"end":351.8},"art":"Nikolaas Tinbergen","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Nikolaas Tinbergen</b> (L'Aia, 15 aprile 1907 – Oxford, 21 dicembre 1988) è stato un biologo, etologo e ornitologo olandese.</p>\n<p>Nel 1973 ha vinto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina condividendolo con i suoi colleghi Karl von Frisch e Konrad Lorenz. Il premio si riferiva alle loro scoperte sull'organizzazione e la deduzione di pattern comportamentali individuali e sociali degli animali. Negli anni sessanta ha collaborato con il produttore cinematografico Hugh Falkus nella realizzazione di una serie di film sulla natura, tra i quali <i>The Riddle of the Rook</i> (1972) e <i>Signals for Survival</i> (1969). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi e articoli scientifici su riviste internazionali.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1208\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.198 seconds\nPreprocessor visited node count: 82/1000000\nPreprocessor generated node count: 1038/1500000\nPost‐expand include size: 2402/2048000 bytes\nTemplate argument size: 75/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 7/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.071/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.48 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Nikolaas Tinbergen\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Nikolaas Tinbergen"},{"id":"tx-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":374.1,"end":404.1},"title":"Epibiosi","text":"<p>In ecologia, condizione di vita di un organismo su un altro, senza che si instaurino necessariamente rapporti di parassitismo, commensalismo o simbiosi.&nbsp;</p>\n\n<p><a href=\"http://www.treccani.it/enciclopedia/epibiosi/\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":438.2,"end":468.2},"art":"Echeneidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La famiglia <b>Echeneidae</b> comprende otto specie di pesci d'acqua salata, conosciute principalmente come <b>remore</b>, appartenenti all'ordine dei Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.205 seconds\nPreprocessor visited node count: 423/1000000\nPreprocessor generated node count: 6005/1500000\nPost‐expand include size: 5154/2048000 bytes\nTemplate argument size: 874/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Echeneidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Echeneidae"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":510.2,"end":540.2},"art":"Commensalismo","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>In biologia, il <b>commensalismo</b> è un'interazione non obbligatoria fra due esseri viventi in cui uno approfitta del nutrimento o degli scarti dell'altro senza procurare sofferenza o disturbo. Un organismo tra i due trae dei benefici dall'altro e l'altro non è né danneggiato né aiutato.</p>\n<p>Il termine deriva dalla parola <i>commensale</i> (dal latino <i>cum</i> = con e <b>mensa</b> = tavola, condividere la tavola), che indica qualcuno che partecipa ad un pasto, dividendo il cibo con gli altri, come d'uso nelle interazioni tra molte comunità animali. Come in tutte le interazioni ecologiche, il commensalismo può variare per forza e durata. Può andare da un livello “intimo” e di lunga durata (simbiosi) ad una remota e sottile interazione in cui agiscono degli intermediari. Originariamente il termine era usato per descrivere l'uso di grandi quantità di cibo da altri animali, come, in attività come lo sciacallaggio (ovvero il cibarsi dei resti delle carcasse lasciate come avanzi del pasto da predatori più grandi, che vengono seguiti appositamente durante la caccia, sino al termine del pasto).</p>\n<p>Tipi di commensalismo sono:</p>\n\n<p>La questione dei casi in cui la relazione tra gli esseri umani ed alcuni tipi di Microbiota umano sia commensale o mutualistica rimane ad oggi talvolta senza risposta.</p>\n<p>Alcuni biologi hanno compreso che qualsiasi relazione stretta tra due organismi, verosimilmente, non è neutrale per entrambe le parti, e che queste relazioni identificate come commensali sono spesso mutualistiche o parassitarie in una maniera non ancora ben definita. Per esempio, le piante epifite sono dei “pirati della nutrizione”, che possono intercettare ed assorbire anche discrete quantità di minerali nutrienti che sarebbero normalmente state assimilate dalle piante che le ospitano. Un largo numero di epifite su una stessa pianta ospitante può anche spezzarla o oscurarla, riducendo la sua attività fotosintetica.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.096 seconds\nReal time usage: 0.133 seconds\nPreprocessor visited node count: 60/1000000\nPreprocessor generated node count: 327/1500000\nPost‐expand include size: 902/2048000 bytes\nTemplate argument size: 264/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Commensalismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Commensalismo"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":577.6,"end":607.6},"art":"Bubulcus ibis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>airone guardabuoi</b> (<i>Bubulcus ibis</i> <small>Linnaeus, 1758</small>) è un uccello appartenente alla famiglia degli Ardeidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.340 seconds\nReal time usage: 0.400 seconds\nPreprocessor visited node count: 463/1000000\nPreprocessor generated node count: 6107/1500000\nPost‐expand include size: 5948/2048000 bytes\nTemplate argument size: 905/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Bubulcus ibis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Bubulcus ibis"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":659.8,"end":689.8},"art":"Inquilinismo","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>In zoologia ed ecologia (biologia), un <b>inquilino</b> (dal latino <i>inquilinus</i>, \"inquilino\" o \"affittuario\") è un animale che vive commensalmente nel nido, tana, o dimora di un animale di altra specie. Un esempio chiaro ed evidente di questa relazione interspecifica potrebbe essere quello di una ghianda di mare sopra la conchiglia di una cozza. Altro esempio potrebbe essere rappresentato da alcuni organismi come gli insetti che possono vivere nelle tane dei citelli nutrendosi degli avanzi, funghi, radici, ecc. la maggior parte dei tipi di inquilini largamente distribuita sono quelli trovati in associazione con i nidi degli insetti sociali, specialmente formiche e termiti — una singola colonia può sostenere dozzine di differenti specie di inquilini. La distinzione tra parassiti, parassiti sociali, e inquilini sono sottili, e molte specie possono soddisfare più di uno di questi criteri, come del resto gli inquilini mostrano molte delle stesse caratteristiche dei parassiti. Tuttavia, i parassiti <i>non</i> sono specificamente inquilini, poiché per definizione essi hanno un effetto deleterio sulle specie ospiti, contrariamente agli inquilini.</p>\n<p>Il termine inquilino è stato anche applicato agli invertebrati acquatici che trascorrono tutta o parte del loro ciclo vitale nel phytotelma, strutture pregne d'acque prodotte dalle piante. Per esempio, organismi come <i>Wyeomyia smithii</i>, <i>Metriocnemus knabi</i>, <i>Habrotrocha rosa</i> sono tre invertebrati che fanno parte del microecosistema interno agli ascidi della <i>Sarracenia purpurea</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.100 seconds\nReal time usage: 0.132 seconds\nPreprocessor visited node count: 25/1000000\nPreprocessor generated node count: 122/1500000\nPost‐expand include size: 266/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.010/10.000 seconds\nLua memory usage: 756 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Inquilinismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Inquilinismo"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":828.4,"end":858.4},"art":"Labridae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n\n\n\n\n<p>La famiglia <b>Labridae</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Cuvier, 1816</span> comprende 517 specie di pesci ossei marini appartenenti all'ordine Perciformes.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCPU time usage: 0.172 seconds\nReal time usage: 0.227 seconds\nPreprocessor visited node count: 399/1000000\nPreprocessor generated node count: 6063/1500000\nPost‐expand include size: 4288/2048000 bytes\nTemplate argument size: 776/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Labridae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Labridae"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":904.9,"end":934.9},"art":"Mutualismo","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>mutualismo</b> nei termini più generici è la stretta relazione fra oggetti, azioni o persone diverse, per trarne un beneficio reciproco.</p>\n<p>Il termine fu coniato da Heinrich Anton de Bary nel 1879 per qualificare la natura dei licheni, ch'egli dimostrò essere un'associazione fra un'alga e un fungo. Egli definì la simbiosi (dal greco: <i>συν</i> = insieme; <i>βιος</i> = vita) come <i>“... Zusammenleben ungleichnamiger Organismen …”</i> cioè “….il vivere insieme di organismi con diverso nome…”.</p>\n<p>Oscar Hertwig l'adottò poi per indicare associazioni simili tra due organismi di diversa specie.<br>\nCome hanno rilevato studi paleontologici, l'esistenza di casi di simbiosi simili a quelli attuali risale a periodi storici ben precedenti la comparsa dell'uomo.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1138\nCPU time usage: 0.156 seconds\nReal time usage: 0.188 seconds\nPreprocessor visited node count: 209/1000000\nPreprocessor generated node count: 2013/1500000\nPost‐expand include size: 3720/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1642/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.003/10.000 seconds\nLua memory usage: 478 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Mutualismo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Mutualismo"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":991.6,"end":1021.6},"art":"Aphidoidea","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>Afidi</b> o <b>pidocchi delle piante</b> (<i>Aphidoidea</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Geoffroy</span>, 1762) sono una superfamiglia di insetti fitomizi compresi nell'ordine Rhynchota (sottordine Homoptera, sezione Sternorrhyncha).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.184 seconds\nPreprocessor visited node count: 457/1000000\nPreprocessor generated node count: 6071/1500000\nPost‐expand include size: 6537/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1810/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Aphidoidea\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Aphidoidea"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1060.6,"end":1090.6},"art":"Actiniaria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Le <b>attinie</b> (<b>Actiniaria</b>) sono un ordine di Cnidari antozoi sessili.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1134\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.182 seconds\nPreprocessor visited node count: 406/1000000\nPreprocessor generated node count: 5993/1500000\nPost‐expand include size: 4065/2048000 bytes\nTemplate argument size: 664/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Actiniaria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Actiniaria"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1215.8,"end":1245.8},"art":"Cnidaria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Gli <b>Cnidari</b>, o <b>Celenterati</b>, costituiscono un phylum di animali a simmetria raggiata, diblasteri ed acquatici.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1141\nCPU time usage: 0.300 seconds\nReal time usage: 0.331 seconds\nPreprocessor visited node count: 394/1000000\nPreprocessor generated node count: 5991/1500000\nPost‐expand include size: 3267/2048000 bytes\nTemplate argument size: 493/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cnidaria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cnidaria"}]}

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