{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":702,"end":1578},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1172,"end":1578},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":80.7,"end":110.7},"art":"Magma","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>magma</b> è un sistema complesso di roccia fusa, comprensivo anche di acqua, altri fluidi e sostanze gassose in esso disciolte, e <i>fenocristalli</i>, nel caso in cui le condizioni di pressione e temperatura di liquidus non siano state superate.</p>\n<p>Dal punto di vista geochimico il magma è distinto dalla lava, poiché possiede ancora la componente gassosa disciolta. Il magma è presente solo in situazioni ipogee, dal momento che quando il magma fuoriesce dalla crosta, attraverso apparati vulcanici, diviene lava, perdendo alcuni suoi componenti volatili, quali acqua e gas disciolti, non essendoci più le condizioni di pressione sufficienti a mantenerli in soluzione nella massa fusa.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.132 seconds\nReal time usage: 0.161 seconds\nPreprocessor visited node count: 181/1000000\nPreprocessor generated node count: 1657/1500000\nPost‐expand include size: 3171/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1107/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 465 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Magma\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Magma"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":120.6,"end":150.6},"art":"Granito","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/63/Granite.jpg/280px-Granite.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>granito</b> è una roccia ignea intrusiva felsica, con grana che va da media a grossolana e occasionalmente può presentare megacristalli. Il suo nome deriva dal latino <i>granum</i> (a grani), con chiaro riferimento alla sua struttura olocristallina.</p>\n<p>Il granito è classificato tramite il diagramma QAPF, nel quale si colloca nel campo delle rocce sovrassature, ossia con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60%. Gli altri minerali fondamentali presenti sono i feldspati (ortoclasio, sanidino e microclino) e il plagioclasio (con composizioni più albitiche) e miche (biotite e in alcuni tipi di granito muscovite). Se il plagioclasio è quasi interamente albite il granito prende il nome di granito sodico, se nella roccia è presente anche pirosseno rombico la roccia prende il nome di granito charnockitico. Un'ulteriore varietà di granito sono i leucograniti, nei quali i minerali mafici sono estremamente ridotti. La densità media del granito è di 2,75 g/cm con un range che va da 1,74 g/cm a 2,80 g/cm.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.308 seconds\nReal time usage: 0.354 seconds\nPreprocessor visited node count: 1315/1000000\nPreprocessor generated node count: 19759/1500000\nPost‐expand include size: 15101/2048000 bytes\nTemplate argument size: 4750/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 13/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 511 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Granito\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Granito"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":170.9,"end":200.9},"art":"Domus de janas","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Le <i><b>domus de janas</b></i> sono delle strutture sepolcrali preistoriche costituite da tombe scavate nella roccia. Si trovano lungo tutto il bacino del Mediterraneo, ma particolarmente in Sardegna dove si possono scorgere in tutto il territorio dell'isola sia isolate che in grandi concentrazioni costituite anche da più di 40 tombe. In lingua italiana il termine <i>domus de janas</i> è stato tradotto in <i>case delle fate</i>. Nel dialetto delle zone interne dell'isola, dove il significato del termine non è ancora scomparso, per indicare un uomo o donna dal fisico minuto (la dimensione è circa quella di un bambino pre-adolescente) si dice \"mi paret un omine janu\" (mi sembra un uomo janu). Le <i>domus de janas</i> in altre zone dell'isola sono conosciute anche con il nome di <i>forrus</i> o <i>forreddus</i>.</p>\n<p>A partire dal Neolitico recente fino ad arrivare all'Età del Bronzo antico, queste strutture caratterizzarono tutte le zone dell'isola culture prenuragiche. Ne sono state ritrovate più di 2.400, circa una ogni chilometro quadrato, e molte rimangono ancora da scavare. Sono sovente collegate tra loro a formare delle vere e proprie necropoli sotterranee con, in comune, un corridoio d'accesso (<i>dromos</i>) ed un'anticella, a volte assai spaziosa e dal soffitto alto.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.072 seconds\nReal time usage: 0.087 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Domus de janas\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Domus de janas"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":246.6,"end":276.6},"art":"Dolmen","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>Il <b>dolmen</b> è un tipo di tomba megalitica preistorica a camera singola e, insieme al sito di Stonehenge in Gran Bretagna, costituisce il più noto tra i monumenti megalitici. La realizzazione dei dolmen viene collocata nell'arco di tempo che va dalla fine del V millennio a.C. alla fine del III millennio a.C.</p>\n<p>In Estremo Oriente l'uso del dolmen si prolungò fino al I millennio a.C.</p>\n<p>I Dolmen sono costituiti da due o più piedritti verticali che sorreggono uno o più lastroni orizzontali (piatta banda o architrave). La costruzione era in origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo.</p>\n<p>Molti esempi di questo tipo, o con temi architettonici più evoluti, sono stati ritrovati anche in Europa. In particolare si possono trovare nel Regno Unito, in Irlanda, in Francia, in Germania, in Spagna, in Portogallo e in Italia (precisamente in Sardegna, in Sicilia e in Puglia).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.104 seconds\nReal time usage: 0.130 seconds\nPreprocessor visited node count: 43/1000000\nPreprocessor generated node count: 367/1500000\nPost‐expand include size: 363/2048000 bytes\nTemplate argument size: 114/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 465 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Dolmen\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Dolmen"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":287.7,"end":317.7},"art":"Nuraghe","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>nuraghe</b> (pl. <i>nuraghi</i>, <i>nuraghe/-s</i> o <i>runaghe/-s</i> in sardo logudorese, <i>nuraci/-s</i> o <i>nuraxi/-s</i> in sardo campidanese, <i>nuragu/-i</i> in sassarese, <i>naracu/-i</i> in gallurese) è un tipo di costruzione megalitica di forma tronco conica presente con diversa densità su tutto il territorio della Sardegna. Monumenti rappresentativi della Civiltà nuragica, secondo la maggior parte degli studiosi furono costruiti nel II millennio a.C. a partire dal 1800 a.C. fino al 1100 a.C.</p>\n<p>Unici nel loro genere, costituiscono le costruzioni megalitiche più grandi e meglio conservate che si possano trovare oggi in Europa e sono considerati come distintivi della Sardegna. Ne rimangono in piedi circa settemila (secondo alcune fonti otto-novemila) sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km²; si ipotizza che in passato il loro numero fosse maggiore. In alcune zone sono dislocati a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, come nella cosiddetta Valle dei Nuraghi nel Logudoro-Meilogu, in Trexenta e in Marmilla.</p>\n<p>Dal 1997 il complesso nuragico polilobato Su Nuraxi, presso Barumini, è stato classificato dall'UNESCO come Patrimonio dell'umanità.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.124 seconds\nReal time usage: 0.155 seconds\nPreprocessor visited node count: 130/1000000\nPreprocessor generated node count: 1141/1500000\nPost‐expand include size: 1514/2048000 bytes\nTemplate argument size: 610/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Nuraghe\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Nuraghe"},{"id":"tx-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":325.6,"end":355.6},"title":"Nuraghe Loelle","text":"<p>Si trova nel territorio comunale di Buddusò (SS).<br />\nIl nuraghe Loelle, uno dei meglio conservati della zona, è situato a 794 m. di altitudine, addossato ad un affioramento di roccia granitica di cui sfrutta il sostegno. </p>\n\n<p><a href=\"http://wikimapia.org/9582710/it/Nuraghe-Loelle\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"tx-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":377,"end":407},"title":"Nuraghe Ruiu","text":"<p>L'edificio, di tipo semplice, ha subito il cedimento obliquo della parte frontale, cosa che consente di vedere la sua struttura interna.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.sardegnaturismo.it/it/punto-di-interesse/nuraghe-ruiu\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":442.5,"end":472.5},"art":"Cervus elaphus corsicanus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>cervo sardo</b> (<i>Cervus elaphus corsicanus</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Erxleben, 1777</span>) o <b>cervo corso</b> è una sottospecie endemica sardo-corsa del cervo europeo (<i>Cervus elaphus</i>), un mammifero ruminante dell'ordine degli Artiodattili. Il nome scientifico richiama la sua prima osservazione in Corsica, ma l'animale si è quasi estinto nell'isola attorno alla metà degli anni sessanta per esservi reintrodotto solo alla fine degli anni novanta.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.208 seconds\nReal time usage: 0.247 seconds\nPreprocessor visited node count: 475/1000000\nPreprocessor generated node count: 6097/1500000\nPost‐expand include size: 5929/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1000/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cervus elaphus corsicanus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cervus elaphus corsicanus"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":480.4,"end":510.4},"art":"Astore sardo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>L'<b>astore sardo</b> (<i>Accipiter gentilis arrigonii</i>, Kleinschmidt 1903) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae, endemico della Sardegna e della Corsica.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.256 seconds\nPreprocessor visited node count: 449/1000000\nPreprocessor generated node count: 5969/1500000\nPost‐expand include size: 5932/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1045/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Accipiter gentilis arrigonii\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Accipiter gentilis arrigonii"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":520.9,"end":550.9},"art":"Buddusò","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/6/6a/Buddusò-Stemma.png/80px-Buddusò-Stemma.png\"></div><br><div>\n<p><b>Buddusò</b> (<i><b>Buddusò</b></i> in sardo) è un comune di 4.009 abitanti della provincia di Olbia-Tempio, nella regione storica del Monteacuto.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.672 seconds\nReal time usage: 0.754 seconds\nPreprocessor visited node count: 2727/1000000\nPreprocessor generated node count: 23221/1500000\nPost‐expand include size: 27823/2048000 bytes\nTemplate argument size: 4687/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 7/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Buddusò\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Buddusò"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":593.8,"end":623.8},"art":"Ditisco","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>I <b>Ditiscidi</b> (<b>Dytiscidae</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Leach</span>, 1815) sono una famiglia di insetti dell'ordine dei Coleoptera.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.692 seconds\nReal time usage: 0.746 seconds\nPreprocessor visited node count: 3509/1000000\nPreprocessor generated node count: 17224/1500000\nPost‐expand include size: 7848/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2175/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Dytiscidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Dytiscidae"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":631,"end":661},"art":"Corvo imperiale","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>corvo imperiale</b> (<i><b>Corvus corax</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Corvidae, diffuso in Eurasia, Nordafrica e America Settentrionale. Assieme al congenere <i>Corvus crassirostris</i> è il più grande rappresentante della propria famiglia, nonché uno fra i massimi esponenti dell'ordine dei passeriformi.</p>\n<p>Originario dell'Eurasia, il corvo imperiale sfruttò il ponte di terra dello stretto di Bering formatosi durante le ere glaciali del Pleistocene per colonizzare il Nord America: si tratta quindi di uno dei pochi animali (fra gli altri vi sono ad esempio l'alce, il lupo e l'orso bruno) ad essere presente in ambedue i continenti senza esservi stato importato dall'uomo. Nonostante sia assai ben diffuso e rappresentato in tutto il suo areale, a causa della sua naturale diffidenza e circospezione il corvo imperiale risulta assai più raro da avvistare rispetto ad altri corvidi, come ad esempio le cornacchie.</p>\n<p>La sua innata cautela lo porta infatti ad eleggere a propria dimora luoghi selvaggi e relativamente difficili da raggiungere, come aree rocciose e foreste, anche se qualora non venga disturbato dall'uomo può frequentare anche ambienti antropizzati, risultando in alcuni casi addirittura nocivo. Se preso in tenera età, il corvo imperiale può essere addomesticato facilmente e dà prova di grande intelligenza, affezionandosi ai propri padroni ed imparando ad imitare la voce umana ed addirittura a risolvere problemi elementari.</p>\n<p>Pur essendo un parente abbastanza stretto dei comuni passeri e canarini, si può dire che il corvo imperiale sostituisca gli avvoltoi nell'emisfero boreale. Rispetto a questi ultimi, tuttavia, la sua dieta risulta assai più varia, in quanto esso si nutre praticamente di tutto ciò che è in grado di inghiottire dopo averlo spezzettato col forte becco.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.264 seconds\nReal time usage: 0.314 seconds\nPreprocessor visited node count: 590/1000000\nPreprocessor generated node count: 6730/1500000\nPost‐expand include size: 9562/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1652/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 465 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Corvus corax\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Corvus corax"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":669.6,"end":699.6},"art":"Delichon urbicum","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>balestruccio</b> (<i>Delichon urbicum</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un uccello della famiglia delle rondini (Hirundinidae).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.212 seconds\nPreprocessor visited node count: 426/1000000\nPreprocessor generated node count: 5949/1500000\nPost‐expand include size: 5886/2048000 bytes\nTemplate argument size: 899/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Delichon urbicum\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Delichon urbicum"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":707.7,"end":737.7},"art":"Buteo buteo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>poiana comune</b> (<i>Buteo buteo</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae, tipico dell'Europa. Ha una lunghezza tipica tra i 51 e i 57 cm con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, rendendolo un predatore di medie dimensioni. Il suo habitat copre la maggior parte dell'Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le zone tranne che in quelle più fredde.</p>\n<p>Preferisce i boschi, ma di solito caccia in territori aperti. Mangia soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali (necrofagia).</p>\n<p>Le poiane sono state in passato tra gli uccelli più cacciati e avvelenati in tutta la Gran Bretagna. Da qualche decennio stanno aumentando di numero e si stanno estendendo ad est dalle loro precedenti roccaforti occidentali.</p>\n<p>Generalmente non si spostano in stormi ma possono essere visti insieme durante una migrazione o in un buon habitat. Lo scrittore vittoriano William Crossing disse di aver visto gruppi di 15 o più in alcuni posti.</p>\n<p>Il richiamo è un querulo <i>pii-eeh</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.252 seconds\nReal time usage: 0.299 seconds\nPreprocessor visited node count: 459/1000000\nPreprocessor generated node count: 5991/1500000\nPost‐expand include size: 7343/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1198/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Buteo buteo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Buteo buteo"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":869.7,"end":899.7},"art":"Sughero","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ad/Cork.jpg/150px-Cork.jpg\"></div><br><div>\n<p>Il <b>sughero</b> è un tessuto vegetale di rivestimento di origine secondaria, che riveste il fusto e le radici delle piante legnose nelle quali sostituisce l'epidermide, che viene lacerata dall'accrescimento secondario (diametrico) dell'organo.</p>\n<p>Particolarmente pregiato commercialmente è quello della sughera.</p>\n<p>Il sughero viene prodotto dal fellogeno, un meristema secondario. È un tessuto pluristratificato, con cellule regolarmente distribuite in file sovrapposte e privo di spazi intercellulari. La parete secondaria delle cellule è costituita da strati alternati di suberina e cere. A maturità le cellule del sughero muoiono, il protoplasto degenera e viene sostituito da aria (diventando così anche un buon isolante termico). Le cellule del sughero possono apparire colorate (in giallo, bruno) a causa di tannini e/o resine presenti nel lume cellulare. Il sughero con la sua struttura compatta e impermeabile rallenta gli scambi gassosi fra esterno e strati profondi del fusto: sono presenti delle strutture dette <i>lenticelle</i> il cui tessuto non è suberificato, che sono zone di passaggio dei gas.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.124 seconds\nReal time usage: 0.151 seconds\nPreprocessor visited node count: 400/1000000\nPreprocessor generated node count: 3643/1500000\nPost‐expand include size: 2200/2048000 bytes\nTemplate argument size: 343/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sughero\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sughero"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1049.8,"end":1079.8},"art":"Tachybaptus ruficollis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>tuffetto comune</b> (<i><b>Tachybaptus ruficollis</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Pallas, 1764</span>) è un uccello della famiglia dei Podicipedidi.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.248 seconds\nReal time usage: 0.284 seconds\nPreprocessor visited node count: 420/1000000\nPreprocessor generated node count: 5887/1500000\nPost‐expand include size: 5951/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1053/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Tachybaptus ruficollis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Tachybaptus ruficollis"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1088.5,"end":1118.5},"art":"Sturnus unicolor","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Lo <b>Storno nero</b> (<i>Sturnus unicolor</i>, Temminck 1820) è un uccello della famiglia degli Sturnidae.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.860 seconds\nReal time usage: 0.908 seconds\nPreprocessor visited node count: 5403/1000000\nPreprocessor generated node count: 17270/1500000\nPost‐expand include size: 7647/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1410/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sturnus unicolor\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sturnus unicolor"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1173.7,"end":1203},"art":"Gruccione","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>gruccione</b> (<i><b>Merops apiaster</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un variopinto uccello appartenente alla famiglia Meropidae.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.192 seconds\nReal time usage: 0.234 seconds\nPreprocessor visited node count: 486/1000000\nPreprocessor generated node count: 6231/1500000\nPost‐expand include size: 7191/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1107/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Merops apiaster\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Merops apiaster"},{"id":"wk-18","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1211.2,"end":1241.2},"art":"Reparata di Cesarea di Palestina","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/74/St_Reparata_Pisano_OPA_Florence.jpg/225px-St_Reparata_Pisano_OPA_Florence.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Reparata</b> (Cesarea in Palestina, ... – Cesarea in Palestina, 250) fu una giovane martirizzata durante le persecuzioni dell'imperatore romano Decio; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.</p>\n<p>Fu molto popolare durante il Medioevo, particolarmente venerata in varie località italiane (Toscana, Abruzzo e Sardegna) e francesi (Corsica e Provenza).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.193 seconds\nPreprocessor visited node count: 344/1000000\nPreprocessor generated node count: 3748/1500000\nPost‐expand include size: 3681/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1802/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 7/40\nExpensive parser function count: 4/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Reparata di Cesarea di Palestina\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Reparata di Cesarea di Palestina"},{"id":"wk-19","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1356,"end":1386},"art":"Scarabeo stercorario","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>L'espressione <b>Scarabeo stercorario</b> si riferisce a diverse specie di scarabei che si nutrono di sterco e che raccolgono il loro nutrimento (per conservarlo o per deporvi le uova) facendone caratteristiche pallottole e facendole rotolare sul suolo. Questo genere di comportamento viene esibito da diverse specie delle famiglie <i>Scarabaeidae</i> e <i>Geotrupidae</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.136 seconds\nReal time usage: 0.156 seconds\nPreprocessor visited node count: 133/1000000\nPreprocessor generated node count: 1280/1500000\nPost‐expand include size: 2674/2048000 bytes\nTemplate argument size: 924/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Scarabeo stercorario\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Scarabeo stercorario"},{"id":"tx-20","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1427,"end":1457.8},"title":"Sculture di Buddusò","text":"<p><strong>SIMPOSIO INTERNAZIONALE DI SCULTURA SU GRANITO...</strong></p>\n\n<p><a href=\"http://www.simposiosculturabudduso.it/index.php\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n\n<p> </p>\n"}]}

Domus de janas - Le case delle streghe

 

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