{"video":[],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":67,"end":97},"art":"Muffa","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Le <b>muffe</b> sono un tipo di funghi pluricellulari, capaci di ricoprire alcune superfici sotto forma di spugnosi miceli e solitamente si riproducono per mezzo di spore.</p>\n<p>È comunemente chiamata muffa un agglomerato di questi sottili miceli, formatisi su materia vegetale o animale, generalmente come uno strato schiumoso o filamentoso, come segno di decomposizione e marcescenza. Nella tassonomia e nella filogenia le muffe non costituiscono un gruppo preciso, trovandosi nelle divisioni Zygomycota, Deuteromycota e Ascomycota.</p>\n<p>La presenza di muffa è quasi sempre segno di un cibo avariato, anche se in alcuni casi le muffe sono oggetto di una coltivazione precisa: nella produzione di alcuni formaggi, come il gorgonzola, il Roquefort o lo Stilton, e per la produzione di antibiotici derivati dalle naturali difese contro i batteri.</p>\n\n<p>Le numerose spore rilasciate dalle muffe non causano alcun danno negli uomini, ma le ife che crescono da queste spore possono aderire alle cellule del primo tratto dell'apparato respiratorio e causare problemi in chi ha delle insufficienze immunitarie.</p>\n<p>La famosa scoperta della penicillina, operata da Alexander Fleming, riguardava la muffa denominata <i>Penicillium notatum</i>. La muffa <i>Neurospora crassa</i> è generalmente usata come un organismo modello in esperimenti di biologia.</p>\n<p>La muffa può costituire un problema in ambienti chiusi che per loro collocazione o funzione sono soggetti ad umidità, come cantine e bagni. Può essere vista su muri e soffitti, con una crescita che non si ferma a uno strato superficiale, ma invece intacca la robustezza della parete e produce inoltre un odore pungente e caratteristico. È capace di crescere sul cibo non fresco e mantenuto in posti non ventilati, anche all'interno di contenitori stagni e persino nei frigoriferi e nei freezer.</p>\n\n<p>Le spore della muffa formatasi all'interno degli edifici creano un problema, soprattutto riguardo all'inalazione delle spore. Le spore di alcune muffe, infatti, causano potenti allergie (in quanto allergeni); inoltre, le spore di alcuni funghi come lo <i>Stachybotrys</i> rilasciano potenti tossine che, nei polmoni, creano infiammazioni e lesioni polmonari, specie nei bambini. Negli ambienti, la presenza di muffa può indicare un difetto di origine strutturale o accidentale: una scarsa esposizione solare (spesso la muffa è uccisa dalla luce diretta del sole), un'eccessiva umidità, per infiltrazioni di acqua o per condensa sui muri freddi, una insufficiente ventilazione o una scarsa manutenzione dei mobili (alcune muffe si cibano del legno, specie quelle che si depositano negli angoli dietro ai mobili).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1121\nCPU time usage: 0.124 seconds\nReal time usage: 0.150 seconds\nPreprocessor visited node count: 43/1000000\nPreprocessor generated node count: 367/1500000\nPost‐expand include size: 398/2048000 bytes\nTemplate argument size: 149/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 471 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Muffa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Muffa"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":156.1,"end":186.1},"art":"Fungi","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Al regno dei <b>funghi</b> (<i><b>Fungi</b></i>, Linnaeus 1753, dal latino) o <b>miceti</b>, dal greco <i><b>μύκης</b></i> (<i>mykes</i>), appartengono un categoria di organismi, da unicellulari a complessi, classificati scientificamente da Linneo e inizialmente accorpati alle Piante, poi elevati al rango di regno da Nees nel 1817 e con i criteri attuali da Whittaker nel 1968, anche per la loro biochimica, correlata a quella degli animali per eterotrofia, ruolo di chitina e glicogeno come polisaccaridi strutturali e di riserva, ed altro, di cui si approfondisce nel paragrafo \"caratteristiche\", comprende più di 100&nbsp;000 specie.</p>\n<p>Altri organismi storicamente classificati come Funghi sono tuttora di classificazione incerta: alcuni autori li classificherebbero nel Regno Protista o Protoctista, che comprenderebbe organismi unicellulari delle classi Plasmodiophoromycetes e Myxomycetes. Thomas Cavalier-Smith ha proposto anche un sesto regno (Chromista), comprendente le classi dei Hyphochytridiomycetes e Oomycetes.</p>\n<p>La classificazione dei funghi è stata sottoposta a molti cambiamenti negli ultimi anni, come conseguenza dell’intensificazione degli studi. L’avvento degli studi molecolari ha fortemente contribuito, negli ultimi 10-15 anni a produrre un ordinamento sistematico più obiettivo, basato sulla filogenesi, ordinamento che promette un maggior grado di stabilità.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1208\nCPU time usage: 0.148 seconds\nReal time usage: 0.182 seconds\nPreprocessor visited node count: 329/1000000\nPreprocessor generated node count: 4719/1500000\nPost‐expand include size: 3256/2048000 bytes\nTemplate argument size: 514/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Fungi\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Fungi"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":268.4,"end":298.4},"art":"Micelio","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Il <b>micelio</b> è l'apparato vegetativo dei funghi ed è formato da un intreccio di filamenti detti ife, tubuli in cui scorre il protoplasma. Le ife possono essere mono o multicellulari, nei multicellulari le singole cellule sono delimitate da pareti che prendono il nome di setti, (per l'osservazione è necessario il microscopio). Tuttavia i setti sono dotati di un foro che permette il passaggio del <i>protoplasma</i>. L'insieme di queste ife costituiscono il vero corpo (<i>Tallo</i>) del fungo (non il frutto, che viene chiamato <i>carpoforo</i> o <i>sporoforo</i>). È possibile che il micelio derivi il suo nome da Pier Antonio Micheli, botanico del Settecento che per primo cominciò a studiarne la natura.</p>\n<p>Altra ipotesi è che attenga al greco <i>mikes</i> (fungo). La <i>massa miceliare</i> si presenta in varie forme e colori a seconda della specie: translucido, bianco, giallo, rosa.</p>\n<p>Ha origine da una <i>spora</i> e ne possiede la <i>sessualità</i> (in alcuni funghi anche <i>4 sessi</i> es. <i>Boletus aereus</i>). Miceli di varia sessualità possono fondersi ma solo il patrimonio genetico completo può dare origine ad un <i>carpoforo</i>.</p>\n<p>Nel caso del <i>Boletus aereus</i> la fusione di 4 miceli primari (originati da spora) può dare origine al frutto.</p>\n<p>Vive e si ramifica a circa 50 cm sotto terra, o nel caso di substrato legnoso sotto la corteccia o in profondità nel legno. In condizioni adatte di temperatura, umidità disponibilità di nutrimento la produzione di citoplasma diviene tumultuosa, determinando il rapido accrescimento del micelio a velocità che può anche essere di 6mm all'ora.</p>\n<p>Il micelio affiorante dal terreno saggia le condizioni atmosferiche (umidità relativa, incremento o decremento di temperatura…) se ottimali dà origine al carpoforo.</p>\n<p>Se ad esempio il micelio di <i>Pleurotus</i> registra un decremento di temperatura questa ne stimola la fruttificazione, il contrario avviene col genere <i>Morchella</i> specie primaverile.</p>\n<p>Due miceli compatibili, anche dello stesso sesso, possono fondersi se vengono in contatto o in prossimità, in queste condizioni i miceli sono guidati da feromoni (es. <i>sirenina</i>).</p>\n<p>A volte stimolati dal contenuto del substrato nutritivo un particolare rapporto carbonio/ azoto (C/N), le ife possono unirsi linearmente affastellandosi e formando strutture che prendono il nome di <i>rizomorfe</i> (es. <i>Armillaria mellea</i>). In questa condizione la velocità di crescita è anche superiore ai 6 mm/ora, la ragione sembra essere esplorativa quasi a cercare rapidamente nuove fonti di azoto disponibile.</p>\n<p>Le <i>rizomorfe</i> infatti non si formano se la disponibilità di azoto è elevata.</p>\n<p>La fusione delle ife può anche avvenire in modo caotico si formano in questo caso degli agglomerati di forma più o meno sferica detti <i>sclerozi</i>, formazioni tuberiformi anche di grosse dimensioni, come ad es. in <i>Polyporus tuberaster</i>. (Rambelli Angelo in <i>Fondamenti di micologia</i>, dà notizia del ritrovamento di sclerozi di <i>Polyporus mylittae</i> in Australia con diametro di 30 cm e peso intorno ai 15 kg).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.084 seconds\nReal time usage: 0.103 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Micelio\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Micelio"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":308.4,"end":338.4},"art":"Spora","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Per <b>spora</b> si può intendere due diversi prodotti dei viventi: Nel regno dei vegetali e dei funghi si tratta di cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo; fra i batteri invece, si tratta una fase vitale atta alla sopravvivenza estrema. In tutte e due i casi comunque esse sono in grado di disperdersi nell'ambiente per resistere a condizioni avverse e, successivamente, generare (o rigenerare) un individuo vitale, in habitat più o meno adatti alle loro condizioni di vita (temperatura ottimale, presenza di acqua e di sostanze nutrienti).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1135\nCPU time usage: 0.156 seconds\nReal time usage: 0.178 seconds\nPreprocessor visited node count: 121/1000000\nPreprocessor generated node count: 681/1500000\nPost‐expand include size: 778/2048000 bytes\nTemplate argument size: 157/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 471 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Spora\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Spora"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":348.1,"end":378.1},"art":"Pier Antonio Micheli","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Pier Antonio Micheli</b> (Firenze, 11 dicembre 1679 – Firenze, 1º gennaio 1737) è stato un botanico e micologo italiano.</p>\n\n<p>Appassionato di botanica, sin da giovanissimo ha studiato il mondo vegetale raccogliendo circa 19000 piante raccolte in essiccate. Fu allievo di Bruno Tozzi, di cui descrisse nelle sue opere una nuova pianta scoperta dal maestro, che chiamò <i>Erba tozzia</i>.</p>\n<p>Può essere considerato il fondatore della micologia, avendo dato un decisivo contributo allo studio dei funghi osservando le lamelle attraverso un sistema di lenti, scoprendo per primo le spore, i basidi e i cistidi. Notò anche l'esistenza del velo universale e fu il primo a dimostrare che i funghi si riproducono per mezzo di spore.</p>\n<p>Fu professore a Pisa e prefetto dell'Orto Botanico di Firenze, descrisse nei <i>Nova plantarum genera</i> (1729) molte nuove piante e funghi. Fu il fondatore della <i>Società Botanica Italiana</i> nel 1716. Morì per una pleurite contratta durante i suoi viaggi alla ricerca di nuove specie. Linneo gli dedicò un genere di pianta floreale della famiglia delle Magnoliacee: la <i>Michelia</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.408 seconds\nReal time usage: 0.447 seconds\nPreprocessor visited node count: 3132/1000000\nPreprocessor generated node count: 20361/1500000\nPost‐expand include size: 2737/2048000 bytes\nTemplate argument size: 935/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 16/40\nExpensive parser function count: 13/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pier Antonio Micheli\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pier Antonio Micheli"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":440.2,"end":470.2},"art":"Amanita caesarea","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><b><i>Amanita caesarea</i> (Scop.) Pers.</b>, <i>Synopsis Methodica Fungorum</i> (Göttingen) 2: 252 (1801).</p>\n<p>L'<b>Amanita caesarea</b>, volgarmente conosciuta come <b>ovolo buono</b>, è uno dei più apprezzati e ricercati funghi commestibili, da molti consumato anche crudo con insalata. Al contrario di molte specie fungine che necessitano di umidità elevata, questa specie predilige un clima secco.<br>\nLa sua prelibatezza indusse gli antichi Romani a definirlo \"<i>Cibo degli Dei</i>\" ed a tutelare i boschi in cui si riproduceva.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1191\nCPU time usage: 0.192 seconds\nReal time usage: 0.227 seconds\nPreprocessor visited node count: 529/1000000\nPreprocessor generated node count: 5622/1500000\nPost‐expand include size: 7147/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1156/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Amanita caesarea\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Amanita caesarea"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":549.6,"end":579.6},"art":"Astraeus hygrometricus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><i><b>Astraeus hygrometricus</b></i> <small>(Pers.) Morgan, 1889</small>, è un fungo saprofita appartenente alla famiglia delle Diplocystaceae. Gli esemplari giovani hanno una forma sferica, quando il carpoforo è ancora chiuso. Una volta raggiunta la maturità, gli strati superficiali del carpoforo si dividono e si aprono, assumendo la caratteristica forma a stella. È una specie micorrizica, che cresce in associazione con numerose piante soprattutto su terreni sabbiosi. Ha un'ampia distribuzione, ed è comune nelle regioni temperate e tropicali. Il nome specifico deriva dalle parole greche <i>higros</i> (υγρός), che significa \"umidità\", e <i>metreo</i> (μετρέω), che significa \"misurare\", per la sua capacità di aprirsi a stella, con tempo umido, mentre con tempo asciutto i petali dell'esoperidio si ripiegano di nuovo sulla sfera centrale. I raggi hanno una superficie irregolare con numerose crepe, mentre il corpo centrale è più chiaro, con una fessura irregolare sulla cima. La carne è inizialmente bianca, ma tende a scurirsi verso il marroncino quando le spore maturano. Le spore sono rossicce o marroncine, di forma più o meno sferica e dalla superficie irregolare. Il loro diametro varia da 7,5 a 11 micrometri.</p>\n<p>Nonostante l'aspetto generale, <i>A. hygrometricus</i> non è imparentato con i funghi del genere <i>Geastrum</i>, anche se in passato sono stati confusi. La specie fu descritta per la prima volta da Christian Hendrik Persoon nel 1801 come <i>Geastrum hygrometricus</i>. Nel 1885 Andrew Price Morgan propose, date le differenze nelle caratteristiche microscopiche, di creare il nuovo genere <i>Astraeus</i> distinto dal genere <i>Geastrum</i>; questa proposta non fu in seguito universalmente accettata. Alcune popolazioni asiatiche, che si pensava fossero <i>A. hygrometricus</i>, furono rinominate negli anni 2000, dopo che le analisi filogenetiche rivelarono la loro appartenenza a specie diverse, tra cui <i>Astraeus asiaticus</i> e <i>Astraeus odoratus</i>. Le ricerche hanno individuato la presenza di numerosi composti chimici bioattivi nel carpoforo. Le guide solitamente indicano <i>A. hygrometricus</i> come non commestibile, anche se in passato furono utilizzati dalle popolazioni indiane e dalla tribù dei Piedi Neri in Nord America.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1115\nCPU time usage: 0.276 seconds\nReal time usage: 0.319 seconds\nPreprocessor visited node count: 556/1000000\nPreprocessor generated node count: 5796/1500000\nPost‐expand include size: 7189/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1384/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Astraeus hygrometricus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Astraeus hygrometricus"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":621,"end":651},"art":"Lycoperdon","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><img alt=\"Vessciaesp.jpg\" src=\"//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/6a/Vessciaesp.jpg\" width=\"200\" height=\"270\"></p>\n<p><b>Lycoperdon</b> Pers., <i>Synopsis Methodica Fungorum</i> (Göttingen): 140 (1801).</p>\n<p><b>Lycoperdon</b> è un genere di funghi Basidiomiceti appartenente alla famiglia Lycoperdaceae.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1128\nCPU time usage: 0.676 seconds\nReal time usage: 0.715 seconds\nPreprocessor visited node count: 3772/1000000\nPreprocessor generated node count: 15810/1500000\nPost‐expand include size: 5506/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1070/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Lycoperdon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Lycoperdon"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":678,"end":708},"art":"Clathrus ruber","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><b><i>Clathrus ruber</i> P. Micheli</b>, Nova plantarum genera (Florentiae): 214 (1729)<br></p>\n<p>Il <b>Clathrus ruber</b> è un fungo tanto curioso quanto raro che appartiene alla famiglia delle Clathraceae.<br>\nQuesto particolare fungo, a maturità, secerne una gleba deliquescente di color marrone-verdognola oppure nerastra che emana odore cadaverico abbastanza fastidioso, avvertibile anche a distanza; odore forte ma non al livello di quello del Phallus impudicus o del Phallus hadriani, che è assolutamente insopportabile e chiaramente percepibile anche a molti metri.</p>\n<p>Venne descritto, per la prima volta, nel 1592 da Fabio Colonna, che lo denominò \"Fungo lanterna\" per la sua particolare forma.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1117\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.296 seconds\nPreprocessor visited node count: 499/1000000\nPreprocessor generated node count: 5536/1500000\nPost‐expand include size: 5956/2048000 bytes\nTemplate argument size: 732/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Clathrus ruber\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Clathrus ruber"},{"id":"tx-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":732.4,"end":762.4},"title":"Pridiolo","text":"<p><span style=\"line-height:1.6em\">Da Vocabolario Treccani&nbsp;on line</span></p>\n\n<p>perid&igrave;olo&nbsp;s. m. [dim. di&nbsp;peridio]. &ndash; In botanica, nome (spec. al plur.) dei corpiccioli rotondeggianti o lenticolari contenenti la gleba.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.treccani.it/vocabolario/peridiolo/\" target=\"_blank\">Continua a leggere...&nbsp;</a></p>\n\n<p>&nbsp;</p>\n"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":950,"end":980},"art":"Seme","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n\n<p>Il <b>seme</b> è l'organo di propagazione delle spermatofite a cui è affidata la disseminazione delle piante. Deriva dalla trasformazione di un ovulo successivamente alla fecondazione. In genere si sviluppa sulla pianta madre e se ne distacca dopo la maturazione. I semi sono solitamente parti vegetali povere di acqua (i semi di senape il 7%, i semi di ricino il 6%), caratteristica che ne garantisce la lunga conservabilità.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1195\nCPU time usage: 0.096 seconds\nReal time usage: 0.115 seconds\nPreprocessor visited node count: 112/1000000\nPreprocessor generated node count: 427/1500000\nPost‐expand include size: 1145/2048000 bytes\nTemplate argument size: 242/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 471 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Seme\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Seme"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1021.4,"end":1051.4},"art":"Strobilo","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>Lo <b>strobilo</b>, volgarmente chiamato <b>cono</b> o <b>pigna</b>, è una struttura vegetale formata da brattee legnose nelle quali alloggiano i semi delle Gimnosperme. In questo antico gruppo di piante non si può parlare ancora di frutti, che appaiono solo nelle Angiosperme (divisione Magnoliophyta). Gli strobili sono le strutture che producono gli elementi della serie maschile e quelli della serie femminile e possono essere presenti sulla stessa pianta (specie monoica) o su piante diverse (specie dioica).</p>\n<p>I coni o strobili maschili sono formati da foglie pollinifere (squame) dette <b>microsporofilli</b>, disposti ad elica o in verticilli su un asse centrale. All’ascella di ogni microsporofillo sono portati i microsporangi o sacche polliniche in cui per meiosi a partire da cellule madri (2n) si formano le microspore o granuli pollinici (n).</p>\n<p>I coni o strobili femminili sono costituiti da foglie fertili dette <b>macrosporofilli</b> inserite ad elica su un asse centrale. I coni femminili sono portati in genere in posizione ascellare e sono formati da un numero ridotto di macrosporofilli. Ciascun macrosporofillo porta all'ascella uno o più ovuli, che costituiscono il macrosporangio o sporangio femminile</p>\n<p>Possono essere distinti differenti tipi di strobilo:</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1126\nCPU time usage: 0.072 seconds\nReal time usage: 0.097 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Strobilo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Strobilo"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1079,"end":1109},"art":"Resina vegetale","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>Per <b>resina vegetale</b> si intende qualsiasi miscela prodotta da una pianta, di tipo liposolubile costituita da composti terpenici volatili e non volatili e/o di composti fenolici che siano:</p>\n\n<p>In alcuni casi le resine possono essere indotte in un sito di lesione senza essere preformate e stoccate. Operativamente si possono poi distinguere le resine in vari modi, a seconda che esse siano state indotte da lesioni o siano già presenti nelle strutture delle piante, o a seconda che la resina sia un essudato chiaramente identificabile e fisicamente separabile dalla pianta (come nel caso della resina di pino e abete) oppure parte integrante dei tessuti (come nel caso della Calendula).<br></p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1148\nCPU time usage: 0.428 seconds\nReal time usage: 0.455 seconds\nPreprocessor visited node count: 4424/1000000\nPreprocessor generated node count: 11201/1500000\nPost‐expand include size: 2170/2048000 bytes\nTemplate argument size: 646/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Resina vegetale\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Resina vegetale"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1119.3,"end":1149.3},"art":"Ecballium elaterium","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><b>Ecballium elaterium</b> (detto anche <b>cocomero asinino</b>) è una cucurbitacea assai particolare: all'interno dei suoi frutti si sviluppa una pressione idraulica notevole che serve a \"sparare\" i semi il più lontano possibile. I piccioli dei frutti funzionano come tappi che, quando il frutto è maturo, al minimo tocco lasciano fuoriuscire liquido e semi. Il suo nome botanico, infatti, deriva dai termini greci \"έκτο\"= al di fuori, e \"βάλλω\"= lanciare.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1198\nCPU time usage: 0.144 seconds\nReal time usage: 0.170 seconds\nPreprocessor visited node count: 389/1000000\nPreprocessor generated node count: 4973/1500000\nPost‐expand include size: 4194/2048000 bytes\nTemplate argument size: 676/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ecballium elaterium\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ecballium elaterium"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1182,"end":1212},"art":"Rumex acetosa","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>acetosa</b> (<i>Rumex acetosa</i>) o <b>erba brusca</b> è una pianta erbacea, perenne, provvista di una grossa radice, dalla quale, in primavera, si sviluppa un fusto eretto, semplice o poco ramificato di colore rossastro, può raggiungere l'altezza di un metro.</p>\n<p>La pianta contiene vitamina C, ossalato di ferro, acido ossalico e ferro.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.168 seconds\nReal time usage: 0.195 seconds\nPreprocessor visited node count: 488/1000000\nPreprocessor generated node count: 5019/1500000\nPost‐expand include size: 6185/2048000 bytes\nTemplate argument size: 865/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Rumex acetosa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Rumex acetosa"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1280.8,"end":1310.8},"art":"Acer (botanica)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Acer</b></i> <small>L.</small> è un genere di piante a foglie caduche che appartiene alla famiglia Aceraceae, e comprende oltre 200 specie spontanee o originarie dell'Europa, Cina, Giappone e Nord America. Il nome <i>Acer</i>, in latino \"appuntito\", è stato usato per primo da Joseph Pitton de Tournefort, in riferimento all'estremità appuntita delle foglie tipiche del genere.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1133\nCPU time usage: 0.212 seconds\nReal time usage: 0.235 seconds\nPreprocessor visited node count: 481/1000000\nPreprocessor generated node count: 5031/1500000\nPost‐expand include size: 5471/2048000 bytes\nTemplate argument size: 781/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Acer (botanica)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Acer (botanica)"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1320.5,"end":1350.5},"art":"Cyclamen","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>ciclamino</b> (nome scientifico <i><b>Cyclamen</b></i> L. 1753) è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Primulaceae (o Myrsinaceae secondo la classificazione APG), dall'aspetto di piccole erbacee tuberose e dai delicati fiori rosati.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.257 seconds\nPreprocessor visited node count: 520/1000000\nPreprocessor generated node count: 5295/1500000\nPost‐expand include size: 7160/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1384/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cyclamen\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cyclamen"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1385.8,"end":1415.8},"art":"Cuscuta","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><b>Cuscuta</b>, le cui specie nel complesso vengono volgarmente dette cuscuta, è un genere di piante parassite appartenente alla famiglia delle Convolvulaceae. Anticamente il genere veniva assegnato ad una famiglia a sé, le Cuscutaceae, attribuzione che non viene considerata più valida nella classificazione APG.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.620 seconds\nReal time usage: 0.652 seconds\nPreprocessor visited node count: 4941/1000000\nPreprocessor generated node count: 16444/1500000\nPost‐expand include size: 8877/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1785/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cuscuta\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cuscuta"}]}
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