{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":0,"end":1518},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0}],"contents":[{"id":"gm-0","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":32,"end":62},"zoom":4,"mapType":"roadmap","ind":"Rajasthan, India","loc":{"lat":"27.02","lng":"74.22"}},{"id":"wk-1","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":70.3,"end":100},"art":"Avvoltoio","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p><b>Avvoltoio</b> è il nome comune con cui si indicano specie di uccelli dell'ordine degli Accipitriformi, appartenenti alle famiglie degli Accipitridae (avvoltoi del Vecchio Mondo) e dei Cathartidae (avvoltoi del Nuovo Mondo).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.684 seconds\nReal time usage: 0.715 seconds\nPreprocessor visited node count: 4986/1000000\nPreprocessor generated node count: 11362/1500000\nPost‐expand include size: 2434/2048000 bytes\nTemplate argument size: 724/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Avvoltoio\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Avvoltoio"},{"id":"wk-2","pos":{"top":"12","left":"91"},"time":{"start":120,"end":180},"art":"Cervidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>I <b>Cervidi</b> (<b>Cervidae</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Goldfuss, 1820</span>) sono una famiglia di mammiferi artiodattili, molti dei quali sono noti con il nome comune di <b>cervo</b>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.194 seconds\nPreprocessor visited node count: 420/1000000\nPreprocessor generated node count: 6011/1500000\nPost‐expand include size: 3949/2048000 bytes\nTemplate argument size: 821/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cervidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cervidae"},{"id":"wk-3","pos":{"top":"14","left":"91"},"time":{"start":190,"end":220},"art":"Rusa unicolor","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>sambar indiano</b> (<i>Rusa unicolor</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Kerr, 1792</span>) detto anche <i>sambur</i> o <i>sambhur</i> (in tamil: <i>Kadaththi man</i>) è un mammifero artiodattilo della famiglia Cervidae.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.208 seconds\nReal time usage: 0.240 seconds\nPreprocessor visited node count: 546/1000000\nPreprocessor generated node count: 6570/1500000\nPost‐expand include size: 6383/2048000 bytes\nTemplate argument size: 916/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Rusa unicolor\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Rusa unicolor"},{"id":"wk-4","pos":{"top":"13","left":"91"},"time":{"start":240.7,"end":270},"art":"Semnopithecus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Semnopithecus</b></i> è un genere di scimmie del Vecchio Mondo della famiglia Cercopithecidae, comprendente sette specie note comunemente come <b>entelli</b>.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.248 seconds\nPreprocessor visited node count: 481/1000000\nPreprocessor generated node count: 6071/1500000\nPost‐expand include size: 7318/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1622/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Semnopithecus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Semnopithecus"},{"id":"wk-5","pos":{"top":"14","left":"91"},"time":{"start":300.3,"end":360},"art":"Tigre reale del Bengala","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>tigre reale del Bengala</b> (<i><b>Panthera tigris tigris</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758)</span>, conosciuta anche come <b>tigre del Bengala</b> è la più comune e diffusa sottospecie di tigre tuttora esistente. È tradizionalmente considerata come la seconda sottospecie per dimensioni dopo la tigre siberiana, ma spesso esemplari che vivono nel Bengala settentrionale sono più grandi delle tigri siberiane. Stando alle attuali conoscenze, acquisite tramite catture eseguite per fini di ricerca, la più pesante tigre del Bengala aveva un peso superiore a quello massimo registrato per le tigri siberiane. La sottospecie tigre del Bengala (<i>P. tigris tigris</i>) è l'animale nazionale del Bangladesh, mentre la specie tigre (<i>P. tigris</i>) è l'animale nazionale dell'India.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.232 seconds\nReal time usage: 0.283 seconds\nPreprocessor visited node count: 612/1000000\nPreprocessor generated node count: 6381/1500000\nPost‐expand include size: 8993/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1592/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Panthera tigris tigris\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Panthera tigris tigris"},{"id":"wk-6","pos":{"top":"15","left":"90"},"time":{"start":904.8,"end":934},"art":"Panthera pardus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>leopardo</b> (<i><b>Panthera pardus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. È diffuso in tutta l'Africa e nell'Asia meridionale e orientale, con un numero di individui particolarmente alto nelle Isole della Sonda.</p>\n<p>È da sempre uno dei più noti tra i felini selvatici; dopo il leone e la tigre è probabilmente il grande felino che ha avuto la maggiore considerazione nella cultura europea tradizionale, citato soprattutto per la sua furtività e agilità nei movimenti. In passato esisteva (e in parte esiste ancora oggi) la tendenza, nel senso comune, a identificare erroneamente come leopardi altri grandi felini di dimensioni e aspetto simili, come il giaguaro e il ghepardo; inoltre il termine leopardo è stato esteso in epoca moderna per indicare due specie asiatiche di felidi distinte rispetto a <i>Panthera pardus</i>, il Leopardo delle nevi (<i>Uncia uncia</i>) e il Leopardo nebuloso (<i>Neofelis nebulosa</i>).</p>\n<p>Due sinonimi storici di leopardo sono <b>pantera</b> e <b>pardo</b>. Il primo termine (di origine persiana, poi passato al greco, al latino e infine alle moderne lingue europee) viene per tradizione riferito principalmente ai leopardi viventi in Asia (alcuni sistematici del XIX secolo consideravano gli animali asiatici e africani due specie distinte, e chiamavano \"pantere\" i primi e \"leopardi\" i secondi). Tuttavia il termine pantera è stato spesso esteso ad indicare altri animali della stessa famiglia, in particolare il puma e il giaguaro, entrambi americani; oggi nel linguaggio corrente e in quello dei mass-media viene perlopiù usato per riferirsi specificamente alla varietà dell'animale più correttamente detta pantera nera.</p>\n<p>Quest'ultima non è dunque un animale a sé stante come si tende a credere, ma semplicemente un termine generico che descrive ogni esemplare di leopardo che ha la particolarità di possedere il manto di colore nero (o fortemente maculato) per un eccesso di pigmentazione (melanismo): tuttavia, se si osserva l'animale in controluce si possono scorgere le classiche macchie da leopardo che spiccano perché sono leggermente più scure rispetto al colore nero di fondo. Oltre al leopardo anche il giaguaro (<i>Panthera onca</i>) e altri felini possono andare incontro a questo fenomeno di pigmentazione.</p>\n<p>La \"pantera nera\", grazie al colore molto appariscente, gode per certi aspetti di una notorietà maggiore di quella dello stesso leopardo \"classico\", ed è stata spesso rappresentata nella letteratura (es. Bagheera del <i>Libro della giungla</i>) o nel cinema, ed è stata sovente descritta come \"più feroce\" delle altre pantere probabilmente a causa del significato tradizionale associato al colore scuro.</p>\n<p>Quanto al termine \"pardo\" (anch'esso di origine iranica), nonostante venga riferito nei dizionari come sinonimo di leopardo, è più probabile che in origine si riferisse all'apparentemente simile ghepardo, molto comune nell'antica Persia e frequentemente addomesticato per la caccia alla selvaggina.</p>\n<p>Curiosa è invece l'origine del nome latino \"leopardus\", da cui deriva il nome moderno presente in tutte le principali lingue europee: deriva dalla fusione di <i>leo</i> (leone) con <i>pardus</i> (pardo), poiché nell'antichità si credeva che questa creatura fosse, appunto, un ibrido naturale tra un leone e un \"pardo\". Effettivamente il leopardo presenta dei tratti esteriori che in parte ricordano un ghepardo (dimensioni, maculatura) e in parte un leone (ruggito, tecnica di caccia); un motivo in più per sospettare che il \"pardus\" originale fosse proprio il ghepardo.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.332 seconds\nReal time usage: 0.379 seconds\nPreprocessor visited node count: 585/1000000\nPreprocessor generated node count: 6790/1500000\nPost‐expand include size: 6999/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1222/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Panthera pardus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Panthera pardus"},{"id":"wk-7","pos":{"top":"14","left":"90"},"time":{"start":940.5,"end":970},"art":"Parco nazionale di Jim Corbett","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/River_in_Corbett_National_Park.jpg/250px-River_in_Corbett_National_Park.jpg\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>Parco nazionale di Jim Corbett</b> è il più antico parco nazionale dell'India, istituito nel 1936 con il nome di <i>Hailey National Park</i>, mantenuto fino al 1957 e oggi non più in uso. L'attuale nome è un omaggio all'ambientalista Jim Corbett. Nel 1973 il parco è stato dichiarato <i>Riserva della tigre</i> (<i>Tiger Reserve</i>), all'interno del Project Tiger. 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In questi frangenti questi sono in grado di sollevare la parte anteriore del corpo ed estendere le nervature del collo in modo da assumere un aspetto minaccioso acquisendo la caratteristica conformazione come in figura.</p>\n<p>In India, il cobra (chiamato नाग <i>naag</i> in hindi, નાગ <i>naag</i> in gujarati, நாகம் <i>naagam</i> in tamil) è venerato dagli indù in quanto considerato un attributo del dio Shiva: solitamente il dio è infatti rappresentato con il serpente attorno al collo. Il cobra rappresenta anche l'energia dormiente, chiamata <i>kundalini</i>, il potere del serpente.</p>\n<p>Non tutti i serpenti definiti cobra fanno tuttavia parte dello stesso genere. Con il termine <i>cobra</i> infatti si può intendere:</p>\n\n<p>Inoltre i serpenti dei generi <i>Dendroaspis</i> (i famosi mamba) e <i>Pseudonaja</i> (serpente bruno australiano), sono in grado di allargare il cappuccio (ma in misura minima) pur non appartenendo ai cobra.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.120 seconds\nReal time usage: 0.157 seconds\nPreprocessor visited node count: 153/1000000\nPreprocessor generated node count: 1469/1500000\nPost‐expand include size: 2925/2048000 bytes\nTemplate argument size: 979/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cobra\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cobra"},{"id":"wk-9","pos":{"top":"14","left":"92"},"time":{"start":1140,"end":1170},"art":"Mangusta","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Gli <b>Erpestidi</b> (<b>Herpestidae</b>), o manguste, sono una famiglia dell'ordine dei Carnivori. Vivono nell'Asia meridionale e sud-orientale e in Africa. Ne esistono 34 specie, tutte molto simili per la forma e, comunque, la maggior parte non ha abitudini dissimili.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.272 seconds\nReal time usage: 0.319 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6366/1500000\nPost‐expand include size: 7675/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1947/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Herpestidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Herpestidae"},{"id":"wk-10","pos":{"top":"13","left":"91"},"time":{"start":1180,"end":1240},"art":"Elefante indiano","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>L'<b>elefante indiano</b> (<i><b>Elephas maximus indicus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Cuvier</span>, 1978) è la più comune delle quattro sottospecie di elefante asiatico. Deve il nome all'India, il Paese nel quale è maggiormente diffuso e dove si trova il 50% degli elefanti asiatici allo stato brado esistenti al mondo ed il 20% di quelli ammaestrati.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.284 seconds\nReal time usage: 0.325 seconds\nPreprocessor visited node count: 535/1000000\nPreprocessor generated node count: 6225/1500000\nPost‐expand include size: 7687/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1244/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Elephas maximus indicus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Elephas maximus indicus"}]}
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FILAS-MI-2011-1343 del 3/8/2012 – CUP F87I1200233007