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È l'unica specie vivente del genere <i>Acinonyx</i>.</p>\n<p>Un tempo diffuso in gran parte dell'Africa e dell'Asia, attualmente questo animale vive in popolazioni poco numerose e frammentate, spesso minacciate dalla pressione demografica della popolazione circostante.</p>\n<p>Pur essendo chiaramente un felide, come gatti e leoni, il ghepardo presenta numerosi tratti morfologici e comportamentali suoi propri che lo rendono uno dei membri più specializzati della famiglia; queste specializzazioni portarono gli studiosi a classificarlo in una sottofamiglia a sé stante, quella degli Acinonychinae, ma tale collocazione fu oggetto di dibattito fra gli studiosi, in quanto messa in discussione da recenti indagini a livello molecolare, che a loro volta hanno portato a classificare la sottofamiglia Acinonychinae come sinonimo della sottofamiglia Felinae facendovi rientrare direttamente anche il ghepardo.</p>\n<p>In particolare, i ghepardi hanno alcuni tratti che li rendono simili ai canidi: basti pensare alle lunghe zampe, con estremità strette e cilindriche ed unghie solo parzialmente retrattili, piuttosto che brevi e compatte e munite di artigli retrattili ed affilati come nella maggior parte degli altri felidi. Zampe del genere sono adatte ad uno stile di caccia basato sull'inseguimento di prede veloci e leggere, piuttosto che alla sopraffazione fisica di queste ultime. Anche il comportamento parzialmente sociale che possono mostrare questi animali (in particolare i maschi) si discosta dalle abitudini solitarie della maggior parte delle specie di felidi.</p>\n<p>La presenza di unghie non retrattili è all'origine del nome scientifico del genere: <i>Acinonyx</i>, infatti, deriva dalla combinazione delle parole greche antiche ἀκίνητος (<i>akínētos</i>), dal significato di \"immobile\", e ὄνυξ (<i>ónyx</i>), \"artiglio\". Il nome scientifico della specie, <i>jubatus</i>, deriva invece dal latino e significa \"portatore di criniera\", in riferimento al pelo che si presenta più lungo e folto a livello del collo e del dorso: questa caratteristica risulta particolarmente evidente nei cuccioli e negli esemplari giovani di ghepardo.<br>\nIl nome comune <i>ghepardo</i> pare invece avere origine piuttosto recente, essendo entrato nella lingua italiana soltanto nel 1874; esso deriva dall'italianizzazione del termine francese <i>guépard</i>, il quale a sua volta sembra però essere una storpiatura della parola italiana <i>gattopardo</i>, utilizzata come termine generico per descrivere un po' tutti i piccoli felini maculati ed in particolare il serval. Il suffisso <i>-pardo</i> deriva dal latino <i>pardus</i>, mutuato dal greco πάρδος (<i>párdos</i>), variante di πάρδαλις (<i>párdalis</i>) a sua volta imparentato con il sogdiano <i>pwrδnk</i> e stante ad indicare in modo generico un felino maculato di dimensioni medio-grandi: un tempo utilizzato come vocabolo a sé stante (basti pensare al \"pardo\" che il Petrarca utilizza come simbolo di eccezionale velocità), attualmente il vocabolo è considerato desueto, ma sopravvive tuttavia nei nomi di alcune specie di felini (gatto<i>pardo</i>, leo<i>pardo</i> e, per l'appunto, ghe<i>pardo</i>). Il termine francese per indicare questo animale è alla base del suo nome in un po' tutte le lingue europee, con l'eccezione dell'inglese dove il ghepardo è conosciuto col nome di <i>cheetah</i>, termine derivato dal sanscrito <i>citrakāyaḥ</i> (\"corpo maculato\") attraverso l'hindi चीता (<i>cītādal</i>, dal medesimo significato); il termine inglese è poi passato allo spagnolo e portoghese <i>chita</i>, dove coesiste con <i>guepardo</i>.</p>\n<p>Questo animale è universalmente noto per la sua eccezionale velocità: è infatti in grado di raggiungere una velocità che oscilla tra i 110 ed i 120 km/h, di gran lunga la più elevata in assoluto fra gli animali terrestri. Tuttavia, l'animale è in grado di mantenere tale prodigiosa velocità solo per brevi distanze, poiché non è molto resistente.<br>\nOltre che nella velocità, il ghepardo è fenomenale anche nello scatto: è in grado di raggiungere i 100 km/h da fermo in circa tre secondi, un tempo invidiabile perfino per la maggioranza delle <i>supercar</i>. Il record cronometrato di velocità è di 115,2 km/h, registrato su un esemplare che aveva percorso 640 metri in 20 secondi.</p>\n<p>Il ghepardo, un tempo diffuso in un areale vastissimo che ricopriva gran parte del continente africano e buona parte di quello asiatico, ha subito una drastica riduzione numerica nel corso del XIX secolo, accompagnata (e per certi versi favorita) da una riduzione del proprio spazio vitale a causa della caccia e della distruzione dell'<i>habitat</i>. Oggi il ghepardo sopravvive solo in aree protette o poco antropizzate: se a ciò si aggiungono la naturale rarità di questi animali ed i problemi riproduttivi legati alla scarsa variabilità genetica, il futuro per la specie si prospetta abbastanza incerto.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.264 seconds\nReal time usage: 0.331 seconds\nPreprocessor visited node count: 653/1000000\nPreprocessor generated node count: 6837/1500000\nPost‐expand include size: 8824/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1571/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Acinonyx jubatus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Acinonyx jubatus"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":120,"end":150},"art":"Antilope","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Esistono circa 90 specie di <b>antilopi</b> (suddivise in 30 generi) delle quali 15 sono minacciate. Fra le specie più conosciute:</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1126\nCPU time usage: 0.716 seconds\nReal time usage: 0.771 seconds\nPreprocessor visited node count: 5677/1000000\nPreprocessor generated node count: 17622/1500000\nPost‐expand include size: 9201/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3032/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 5/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Antilope\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Antilope"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":252,"end":282},"art":"Podarcis siculus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>lucertola italiana</b> o <b>lucertola campestre</b> (<i>Podarcis siculus</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Rafinesque, 1810</span>) è un rettile della famiglia Lacertidae. È uno dei rettili più diffusi in Italia.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.202 seconds\nPreprocessor visited node count: 470/1000000\nPreprocessor generated node count: 6043/1500000\nPost‐expand include size: 6562/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1024/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Podarcis siculus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Podarcis siculus"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":360.6,"end":390.6},"art":"Columba livia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>piccione selvatico occidentale</b> (<i>Columba livia</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Gmelin 1789</span>) è una specie di Columbide abbastanza diffusa; dalla sua forma domestica <i>Columba livia</i> var. <i>domestica</i>, che include i piccioni viaggiatori e numerose razze ornamentali e da carne, discendono i colombi semi-selvatici diffusi sia in Italia che all'estero, soprattutto nelle piazze delle grandi città.</p>\n<p>La forma selvatica è strettamente affine al piccione selvatico orientale <i>(Columba rupestris)</i> e al piccione delle nevi <i>(Columba leuconota)</i>, con le quali forma un gruppo di specie ad anello.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1196\nCPU time usage: 0.188 seconds\nReal time usage: 0.221 seconds\nPreprocessor visited node count: 454/1000000\nPreprocessor generated node count: 5903/1500000\nPost‐expand include size: 8592/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1772/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Columba livia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Columba livia"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":424.4,"end":454.4},"art":"Bradypus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>I <b>bradipi tridattili</b>, il cui nome deriva dal greco βραδύς (<i>bradús</i>), <i>lento</i>, e πούς (<i>poús</i>), <i>piede</i>, quindi \"piede lento\", molto probabilmente in riferimento alle loro caratteristiche di movimento, sono gli unici membri del genere <i>Bradypus</i> e della famiglia <i>Bradypodidae</i>. I loro parenti più prossimi sono i bradipi didattili, coi quali condividono gran parte dell'habitat. Hanno abitudini solitarie e dormono circa 19 ore al giorno. 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Striscia sul piede e utilizza la conchiglia come difesa da condizioni climatiche sfavorevoli e da pericoli esterni. Non si tratta di una vera e propria superfamiglia di gastropodi, ma semplicemente del nome comune dato comunemente a questo tipo di invertebrato. Di seguito perciò, sono elencate alcune delle specie conosciute sotto questo epiteto.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1204\nCPU time usage: 0.184 seconds\nReal time usage: 0.220 seconds\nPreprocessor visited node count: 430/1000000\nPreprocessor generated node count: 6012/1500000\nPost‐expand include size: 4915/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1234/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Chiocciola\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Chiocciola"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":529.2,"end":559.2},"art":"Patella (zoologia)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Patella</b></i> è un genere di molluschi gasteropodi della famiglia Patellidae.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.181 seconds\nPreprocessor visited node count: 489/1000000\nPreprocessor generated node count: 6069/1500000\nPost‐expand include size: 5759/2048000 bytes\nTemplate argument size: 893/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Patella (zoologia)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Patella (zoologia)"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":680.5,"end":710.5},"art":"Xiphias gladius","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>pesce spada</b> (o semplicemente <i>Spada</i>) è l'unica specie della famiglia degli <b>Xiphiidae</b>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1115\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.250 seconds\nPreprocessor visited node count: 461/1000000\nPreprocessor generated node count: 6047/1500000\nPost‐expand include size: 6410/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1175/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Xiphias gladius\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Xiphias gladius"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":736.5,"end":766.5},"art":"Selachimorpha","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n\n<p><b>Selachimorpha</b> è un superordine di pesci cartilaginei predatori, dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, i cui membri sono comunemente noti con il nome di <b>squalo</b> o <b>pescecane</b>.</p>\n<p>L'etimologia del termine è greca: <i>Seláchion</i> (σελαχοειδή) \"Selacio\", in zoologia si applica a quei pesci cartilaginei con corpo fusiforme o depresso, coda eterocerca e bocca quasi semicircolare e <i>Morphè</i> (μορφή) \"Forma\".</p>\n<p>Questo raggruppamento comprende più di 500 specie, per le quali la respirazione avviene attraverso l'utilizzo di un numero variabile tra cinque e sette di fessure branchiali. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da dentelli dermici che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai parassiti e migliorano l'idrodinamica.<br>\nQuesti pesci sono inoltre dotati di varie serie di denti di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati.</p>\n<p>Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo squalo lanterna nano (<i>Etmopterus perryi</i>), una specie che vive in profondità e che misura soltanto 17 cm in lunghezza nel maschio, e 20 nella femmina, a quelle dello squalo balena (<i>Rhincodon typus</i>), il pesce più grande in assoluto.</p>\n<p>Tutti gli squali sono carnivori e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi, come il succitato squalo balena, che si nutrono principalmente di plancton.<br>\nIn genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (<i>Carcharhinus leucas</i>) è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie di squali d'acqua dolce che nuotano sia in acqua salata che in acqua dolce, così come in quella dei delta fluviali.</p>\n<p>In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di esseri umani, operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi.</p>\n<p>Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti stati asiatici, diverse specie di squalo sono sottoposte a pesca intensiva che li pone in pericolo di estinzione.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.224 seconds\nReal time usage: 0.261 seconds\nPreprocessor visited node count: 565/1000000\nPreprocessor generated node count: 6902/1500000\nPost‐expand include size: 6453/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1237/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Selachimorpha\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Selachimorpha"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":785,"end":815},"art":"Chelonioidea","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Le <b>tartarughe marine</b> (<b>Chelonioidea</b>) sono una superfamiglia di tartarughe adattate alla vita marina. Sono tra le più antiche creature della Terra.</p>\n<p>Sono rettili perfettamente adattati alla vita marina, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.636 seconds\nReal time usage: 0.725 seconds\nPreprocessor visited node count: 5523/1000000\nPreprocessor generated node count: 17278/1500000\nPost‐expand include size: 5217/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1135/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Chelonioidea\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Chelonioidea"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":887,"end":917.1},"art":"Anguilla anguilla","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><i><b>Anguilla anguilla</b></i>, Linnaeus 1758, conosciuta comunemente come <b>anguilla europea</b>, è un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae. In alcune regioni italiane la femmina di grandi dimensioni (lunghe fino a un metro e mezzo) viene chiamata <b>capitone</b> mentre il giovanile, sottile e trasparente (40–60 mm), prende il nome di <i>ceca</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1134\nCPU time usage: 0.312 seconds\nReal time usage: 0.357 seconds\nPreprocessor visited node count: 659/1000000\nPreprocessor generated node count: 7498/1500000\nPost‐expand include size: 10937/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2478/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anguilla anguilla\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anguilla anguilla"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":953.6,"end":983.6},"art":"Struthio camelus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Lo <b>struzzo</b> (<i><b>Struthio camelus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è una specie di uccello della famiglia Struthionidae. Risulta essere il più grande tra i pennuti viventi, ed è incapace di volare.</p>\n<p>È distribuito naturalmente in Africa in particolare nell'area sub-sahariana, Sahel, Corno d'Africa, Somalia, Kenya, Tanzania ed Africa meridionale, ed è stato introdotto in Australia dall'uomo.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1196\nCPU time usage: 0.184 seconds\nReal time usage: 0.228 seconds\nPreprocessor visited node count: 508/1000000\nPreprocessor generated node count: 6287/1500000\nPost‐expand include size: 7210/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1372/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Struthio camelus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Struthio camelus"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1123,"end":1153},"art":"Connochaetes","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><i><b>Connochaetes</b></i> è un genere di mammiferi ungulati della famiglia dei Bovidae, che include due specie, entrambe diffuse in Africa: lo gnu dalla coda bianca (<i>Connochaetes gnou</i>) e lo gnu striato (<i>C. taurinus</i>).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.672 seconds\nReal time usage: 0.709 seconds\nPreprocessor visited node count: 5643/1000000\nPreprocessor generated node count: 17851/1500000\nPost‐expand include size: 8770/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1889/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Connochaetes\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Connochaetes"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1213.4,"end":1243.4},"art":"Hyaenidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Le <b>iene</b> sono mammiferi dell'ordine dei carnivori di media grandezza inclusi nella famiglia <b>Hyaenidae</b>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCPU time usage: 0.188 seconds\nReal time usage: 0.221 seconds\nPreprocessor visited node count: 542/1000000\nPreprocessor generated node count: 6524/1500000\nPost‐expand include size: 6735/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1327/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hyaenidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hyaenidae"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1324.9,"end":1354.9},"art":"Equus caballus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n\n<p>Il <b>cavallo</b> (<i><b>Equus caballus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758), è un mammifero di medio-grossa taglia appartenente all'ordine dei <i>Perissodactyla</i>, sottordine degli <i>Hippomorpha</i>, unico della famiglia <i>Equidae</i>, genere <i>Equus</i>, specie <i>Equus caballus</i>.</p>\n<p>L'evoluzione del cavallo è cominciata dai 55 ai 45 milioni di anni fa e ha portato dal piccolo <i>Hyracotherium</i> con più dita, al grande animale odierno, a cui rimane un unico dito. L'essere umano ha iniziato ad addomesticare i cavalli più tardi rispetto ad altri animali, attorno al 5.000 a.C. nelle steppe orientali dell'Asia (il tarpan), mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C. I cavalli della specie <i>caballus</i> sono tutti addomesticati, sebbene alcuni di questi vivano allo stato brado come cavalli inselvatichiti, diversi dai cavalli selvaggi che, invece, non sono mai stati addomesticati. L'unico cavallo selvaggio rimasto oggi è il quasi estinto cavallo di Przewalski. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l'uomo in una notevole varietà di scopi: ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. Tutte queste attività hanno generato vari modi di cavalcare e guidare i cavalli usando ogni volta i finimenti più appropriati. L'uomo trae dal cavallo anche carne, latte, ossa, pelle e capelli, nonché estratti di urine e sangue per scopi farmaceutici.</p>\n<p>La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Solitamente l'addomesticamento avviene dopo i tre anni di vita dell'animale. A cinque anni è completamente adulto, con una prospettiva di vita che si aggira sui 25-30 anni. Il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.</p>\n<p>Le oltre trecento razze di cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti purosangue). Il tipo brachimorfo comprende i cavalli da tiro (Shire, Vladimir, Gipsy Vanner, ecc.), il tipo dolicomorfo le \"razze leggere da sella\" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.), mentre il tipo mesomorfo comprende le \"razze da sella\" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1203\nCPU time usage: 0.308 seconds\nReal time usage: 0.348 seconds\nPreprocessor visited node count: 831/1000000\nPreprocessor generated node count: 8576/1500000\nPost‐expand include size: 17825/2048000 bytes\nTemplate argument size: 7611/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Equus caballus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Equus caballus"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1369.4,"end":1399.4},"art":"Maremma","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0f/Maremma_from_Magliano_2.jpg/260px-Maremma_from_Magliano_2.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>La <b>Maremma</b> (pronuncia: <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">[maˈremːma]</span>) è una vasta regione geografica compresa in Toscana e Lazio che si affaccia sul Mar Tirreno e sul Mar Ligure.</p>\n<p>Erroneamente, spesso viene considerata Maremma soltanto quella grossetana, a causa della maggiore notorietà.</p>\n<p>Il toponimo deriva, per alcuni studiosi, dal latino <i>maritima</i>, per altri dal castigliano <i>marismas</i> che significa \"palude\" (non a caso, nei pressi di Castiglione della Pescaia è situata un'importante riserva naturale paludosa chiamata Diaccia Botrona).</p>\n<p>Dante ne individuava i confini tra Cecina (Livorno) e Tarquinia (Viterbo), già conosciuta come Corneto:</p>\n\n<p><br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1144\nCPU time usage: 0.500 seconds\nReal time usage: 0.568 seconds\nPreprocessor visited node count: 1659/1000000\nPreprocessor generated node count: 9210/1500000\nPost‐expand include size: 16456/2048000 bytes\nTemplate argument size: 6512/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 2/500\nLua time usage: 0.010s\nLua memory usage: 487 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Maremma\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Maremma"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1450.6,"end":1480.6},"art":"Vanessa atalanta","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>Atalanta</b> (<i><b>Vanessa atalanta</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758)), nota anche come <b>Vulcano</b> o <b>Red Admiral</b>, è un lepidottero appartenente alla famiglia Ninfalidi, diffuso nelle zone temperate di Europa, Asia e Nord America.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.336 seconds\nReal time usage: 0.372 seconds\nPreprocessor visited node count: 576/1000000\nPreprocessor generated node count: 6600/1500000\nPost‐expand include size: 9645/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2732/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vanessa atalanta\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vanessa atalanta"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1491.6,"end":1521.6},"art":"Vanellus vanellus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>pavoncella</b> (<i><b>Vanellus vanellus</b></i>, Linnaeus 1758) è un uccello di media grandezza diffuso in buona parte dell'Europa. Frequenta le pianure, i vasti territori coltivati a campi e zone parzialmente umide, ma la si incontra anche nei pascoli, fino a quote medio alte, nella stagione invernale e durante il passo. L'habitat, molto vasto, comprende l'Eurasia settentrionale, il Giappone e il Nordafrica. Particolarmente comune in Olanda dove nidifica in gran numero. 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Le più comuni sono il canguro rosso e il canguro grigio.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.156 seconds\nReal time usage: 0.178 seconds\nPreprocessor visited node count: 453/1000000\nPreprocessor generated node count: 6013/1500000\nPost‐expand include size: 5661/2048000 bytes\nTemplate argument size: 956/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Macropodidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Macropodidae"},{"id":"wk-19","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1765,"end":1795.9},"art":"Hyla arborea","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>Raganella</b> (<i>Hyla arborea</i> Linnaeus, 1758) è un anfibio dell'ordine degli Anuri, diffuso in Europa e Asia</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1203\nCPU time usage: 0.204 seconds\nReal time usage: 0.229 seconds\nPreprocessor visited node count: 497/1000000\nPreprocessor generated node count: 6392/1500000\nPost‐expand include size: 7225/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1039/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hyla arborea\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hyla arborea"},{"id":"wk-20","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1882.3,"end":1912.3},"art":"Siphonaptera","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>I <b>sifonatteri</b> (<i><b>Siphonaptera</b></i>), o <b>afanitteri</b> (<i><b>Aphaniptera</b></i>) noti comunemente come <b>pulci</b>, sono un ordine di insetti privi di ali.</p>\n<p>Le pulci sono parassiti esterni ematofagi: si nutrono del sangue di mammiferi e uccelli. In passato si è a lungo ritenuto che le pulci si fossero evolute dai ditteri. È grazie alla loro discendenza che gli esemplari di questo ordine si trovano nella sottoclasse tassonomica degli Pterigoti pur essendo sprovvisti di ali. Tuttavia, elementi morfologici e genetici indicano che le pulci siano discendenti dei mecotteri della famiglia dei boreidi; di conseguenza, potrebbero essere riclassificate in futuro come sottordine dell'ordine <i>Mecoptera</i>, anche alla luce della scoperta di <i>Caurinus tlagu</i> nel 2013, un mecottero somigliante ad una pulce nell'aspetto e nell'abilità di compiere salti. Fra le specie di pulci più comuni si possono citare la <i>Ctenocephalides felis</i> (parassita del gatto), <i>Ctenocephalides canis</i> (parassita del cane), <i>Pulex irritans</i> (parassita dell'uomo), <i>Nosopsyllus fasciatus</i> e <i>Xenopsylla cheopis</i> (parassiti del ratto).</p>\n<p>Le pulci vengono spesso confuse con i diversi pidocchi, anch'essi insetti atteri e parassiti dell'uomo e di molti altri mammiferi e uccelli, appartenenti all'ordine dei Siphunculata o anopluri.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1137\nCPU time usage: 0.276 seconds\nReal time usage: 0.312 seconds\nPreprocessor visited node count: 496/1000000\nPreprocessor generated node count: 6362/1500000\nPost‐expand include size: 7342/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1875/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Siphonaptera\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Siphonaptera"},{"id":"wk-21","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1983,"end":2013},"art":"Mulo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b9/09.Moriles_Mula.JPG/240px-09.Moriles_Mula.JPG\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>mulo</b> è un ibrido sterile a causa del suo corredo cromosomico dispari (63 cromosomi), e deriva dall'incrocio tra l’asino stallone con 31 coppie di cromosomi e la cavalla con 32 coppie di cromosomi e due tris. La sterilità di questo animale è dovuta al fatto che avendo un corredo poliploide dispari, alla meiosi, non riesce ad appaiare i suoi cromosomi nella maniera giusta e non riesce a formare gameti \"normali\".</p>\n<p>L'ibrido derivato dall'incrocio contrario (cavallo stallone e asina) si chiama bardotto.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1128\nCPU time usage: 0.904 seconds\nReal time usage: 0.933 seconds\nPreprocessor visited node count: 3936/1000000\nPreprocessor generated node count: 12070/1500000\nPost‐expand include size: 3238/2048000 bytes\nTemplate argument size: 991/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\nLua time usage: 0.005s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Mulo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Mulo"},{"id":"wk-22","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2030.7,"end":2060.7},"art":"Coccothraustes coccothraustes","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>frosone comune</b> (<i>Coccothraustes coccothraustes</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">(Linnaeus, 1758)</span>, è un uccello passeriforme della famiglia dei fringillidi.È l'unica specie del genere <i><b>Coccothraustes</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Brisson, 1760</span>.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.172 seconds\nReal time usage: 0.195 seconds\nPreprocessor visited node count: 461/1000000\nPreprocessor generated node count: 6061/1500000\nPost‐expand include size: 7056/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1136/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Coccothraustes coccothraustes\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Coccothraustes coccothraustes"},{"id":"wk-23","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2101.4,"end":2131.4},"art":"Ngorongoro","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/46/Ngorongoro_set2004.jpg/260px-Ngorongoro_set2004.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>Il <b>cratere di Ngorongoro</b> è una caldera vulcanica situata nella pianura di Serengeti, in Tanzania, a nord-ovest della città di Arusha e ad est del Parco del Serengeti.</p>\n<p>L'area attorno al cratere costituisce la <b>riserva naturale di Ngorongoro</b>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.336 seconds\nReal time usage: 0.407 seconds\nPreprocessor visited node count: 1211/1000000\nPreprocessor generated node count: 7168/1500000\nPost‐expand include size: 16785/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1508/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 18/40\nExpensive parser function count: 1/500\nLua time usage: 0.021s\nLua memory usage: 973 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ngorongoro\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ngorongoro"},{"id":"wk-24","pos":{"top":5,"left":99},"time":{"start":2175.2,"end":2205.2},"art":"Loxodonta africana","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>elefante africano</b> (<i>Loxodonta africana</i> Blumenbach, 1797) è uno dei tre rappresentanti della famiglia degli Elefantidi, unica sopravvissuta dell'ordine dei Proboscidati. Questa famiglia comprende, oltre all'elefante indiano, anche l'elefante africano delle foreste (<i>Loxodonta cyclotis</i>), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 665/1000000\nPreprocessor generated node count: 7649/1500000\nPost‐expand include size: 8855/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1942/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Loxodonta africana\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Loxodonta africana"},{"id":"wk-25","pos":{"top":5,"left":99},"time":{"start":2222.4,"end":2252.4},"art":"Diceros bicornis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>rinoceronte nero</b> (<i><b>Diceros bicornis</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un mammifero perissodattilo appartenente alla famiglia Rhinocerotidae, originario delle aree orientali e centrali dell'Africa, compresi Kenya, Tanzania, Camerun, Sudafrica, Namibia e Zimbabwe. Nonostante questo rinoceronte venga chiamato <i>nero</i>, è in verità di colore grigio, bruno o bianco. Il suo nome swahili è <i><b>kifaru</b></i></p>\n<p>Alla specie venne dato questo nome per distinguerla dal rinoceronte bianco (<i>Ceratotherium simum</i>), anche se queste due specie non sono facilmente distinguibili tra loro dal colore. La parola <i>white</i>, bianco, usata per indicare il «rinoceronte bianco», deriva dalla parola afrikaans che significa <i>largo</i>, in inglese <i>wide</i>, e non bianco.</p>\n<p>L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha annunciato il 7 luglio 2006 che una delle sue quattro sottospecie, il rinoceronte nero dell'Africa occidentale (<i>Diceros bicornis longipes</i>), è stata dichiarata ufficialmente estinta.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1116\nCPU time usage: 0.212 seconds\nReal time usage: 0.244 seconds\nPreprocessor visited node count: 591/1000000\nPreprocessor generated node count: 6397/1500000\nPost‐expand include size: 8964/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1890/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Diceros bicornis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Diceros bicornis"},{"id":"wk-26","pos":{"top":5,"left":99},"time":{"start":2296.6,"end":2326.6},"art":"Panthera leo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>leone</b> (<i><b>Panthera leo</b></i>, <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus 1758</span>) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei cinque grandi felini del genere <i>Panthera</i>, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg. Il suo areale è nel 2011 ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale e il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN. Questa definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 ed il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti.</p>\n<p>Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest National Park in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica ed il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e addirittura in America del Nord, dallo Yukon al Perù.</p>\n<p>In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo aver vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Anche se le cause del declino dei leoni non sono certe, il degrado dell'habitat e i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti. In natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco.</p>\n<p>Tipicamente, i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (o più raramente 2, se fratelli), un gruppo di femmine, imparentate tra loro, con cui, questo (o questi), si accoppia, e la loro prole. I cuccioli maschi, restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte del maschio alfa (il loro padre). I giovani maschi adulti, una volta allontanati dal vecchio branco, possono, per qualche tempo restare insieme formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli), finché non decidano di separarsi per formare delle loro famiglie, in genere scacciando un altro maschio da un branco rivale. Le femmine tipicamente cacciano insieme, principalmente ungulati. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo (ed eccezionalmente il coccodrillo del Nilo), ma ciononostante, può compiere sciacallaggio in caso di estremo bisogno. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto.</p>\n<p>Assai facile da distinguere, il maschio di leone ha una criniera caratteristica, e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel Paleolitico superiore, e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle Grotte di Lascaux e nella Grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo inoltre in un enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in menagerie fin dai tempi dell'Impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.290 seconds\nPreprocessor visited node count: 620/1000000\nPreprocessor generated node count: 7140/1500000\nPost‐expand include size: 7028/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1192/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Panthera leo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Panthera leo"},{"id":"wk-27","pos":{"top":5,"left":99},"time":{"start":2451.9,"end":2481.9},"art":"Chamaeleonidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>I <b>camaleonti</b> (<b>Chamaeleonidae</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Rafinesque, 1815</span>) sono una famiglia di rettili squamati appartenenti al sottordine dei Sauri.<br>\nSono contraddistinti da numerosi elementi peculiari: la capacità di mutare colore, la lunga lingua retrattile e appiccicosa con cui catturano gli insetti, e i grandi occhi che possono ruotare l'uno indipendentemente dall'altro.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1199\nCPU time usage: 0.208 seconds\nReal time usage: 0.240 seconds\nPreprocessor visited node count: 501/1000000\nPreprocessor generated node count: 6514/1500000\nPost‐expand include size: 5418/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1382/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Chamaeleonidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Chamaeleonidae"},{"id":"wk-28","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":2539.6,"end":2569.6},"art":"Chlidonias niger","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>mignattino</b> (<i><b>Chlidonias niger</b></i>, <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus 1758</span>), è un uccello della sottofamiglia Sterninae nella famiglia Laridae.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.660 seconds\nReal time usage: 0.697 seconds\nPreprocessor visited node count: 5540/1000000\nPreprocessor generated node count: 17334/1500000\nPost‐expand include size: 7740/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1411/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Chlidonias niger\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Chlidonias 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Il termine è usato in questo senso in espressioni come \"caccia alla balena\", \"canto delle balene\", \"protezione delle balene\" ecc.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1148\nCPU time usage: 0.120 seconds\nReal time usage: 0.140 seconds\nPreprocessor visited node count: 72/1000000\nPreprocessor generated node count: 509/1500000\nPost‐expand include size: 1141/2048000 bytes\nTemplate argument size: 216/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Balena\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Balena"},{"id":"wk-33","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":2864.4,"end":2894.4},"art":"Sula sula","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>sula piedirossi</b> (<i><b>Sula sula</b></i> <small><span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1766</span></small>) è un grosso uccello della famiglia dei Sulidi. Come si può facilmente intuire dal nome, gli esemplari adulti hanno sempre piedi di colore rosso, ma il colore del piumaggio è variabile. In volo è agile e potente, ma quando atterra e decolla è piuttosto impacciata. È molto numerosa nelle regioni tropicali di tutto il globo e nidifica in colonie nelle regioni costiere, specialmente sulle isole.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1192\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.191 seconds\nPreprocessor visited node count: 457/1000000\nPreprocessor generated node count: 6257/1500000\nPost‐expand include size: 5586/2048000 bytes\nTemplate argument size: 841/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sula sula\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sula sula"},{"id":"wk-34","pos":{"top":5,"left":98},"time":{"start":3013.2,"end":3043.2},"art":"Pandion haliaetus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>falco pescatore</b> (<i>Pandion haliaetus</i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758)) è un uccello della famiglia Pandionidae (ordine Accipitriformes).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.200 seconds\nPreprocessor visited node count: 456/1000000\nPreprocessor generated node count: 6115/1500000\nPost‐expand include size: 6101/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1041/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pandion haliaetus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pandion haliaetus"}]}

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