{"video":[],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":45.1,"end":75.1},"art":"Libia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/05/Flag_of_Libya.svg/125px-Flag_of_Libya.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n<p>La <b>Libia</b> (arabo: <span class=\"arabo\">ليبيا</span>, <i>Lībiyā</i>), ufficialmente <b>Stato della Libia</b>, è uno Stato del Nordafrica.</p>\n<p>La Libia occupa la parte centrale del Nordafrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10º e il 25º meridiano est; la Libia è il quarto paese dell'Africa per superficie, il diciassettesimo del mondo. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan, a est con l'Egitto.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.284 seconds\nReal time usage: 0.347 seconds\nPreprocessor visited node count: 583/1000000\nPreprocessor generated node count: 3509/1500000\nPost‐expand include size: 9612/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2675/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.012s\nLua memory usage: 778 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Libia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Libia"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":85,"end":115.4},"art":"Deserto del Sahara","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n\n\n<p>Il <b>deserto del Sahara</b> (dalla parola araba <big>الصحراء</big>, <i>sahrāʾ</i>, \"deserto\") è il più vasto deserto caldo della Terra, con una superficie di <span style=\"white-space:nowrap; display:inline-block\">9 000 000&nbsp;km²</span>. Attraversato dal Tropico del Cancro <span style=\"white-space:nowrap; display:inline-block\">(23° 27′ latitudine nord),</span> si trova nell'Africa settentrionale, tra 16° di longitudine ovest e 35° longitudine est.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.148 seconds\nReal time usage: 0.187 seconds\nPreprocessor visited node count: 246/1000000\nPreprocessor generated node count: 2380/1500000\nPost‐expand include size: 1856/2048000 bytes\nTemplate argument size: 348/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Deserto del Sahara\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Deserto del Sahara"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":201.8,"end":231.8},"art":"Agamidae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Gli <b>Agàmidi</b> (<b>Agamidae</b>) sono una famiglia di rettili lacertidi diffusi nel sudest asiatico, nelle zone calde dell'Africa e in Australia.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.796 seconds\nReal time usage: 0.839 seconds\nPreprocessor visited node count: 5026/1000000\nPreprocessor generated node count: 17164/1500000\nPost‐expand include size: 5909/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1226/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Agamidae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Agamidae"},{"id":"tx-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":254.7,"end":284.7},"title":"Fabrizio Mori e la Libia","text":"<p>Fabrizio Mori nacque nel 1925; dopo il Collegio Navale di Venezia fu ammesso all&rsquo;Accademia Navale, trasferita da Livorno a Venezia per timore dei bombardamenti. Dopo l&#39;8 settembre l&#39;Accademia fu trasportata di notte a Brindisi sulla motonave Saturnia, in territorio gi&agrave; nettamente separato dalla zona occupata dai tedeschi.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.noutopia.it/Fabrizio Mori.html\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n\n<p>&nbsp;</p>\n\n<p>Le avventure di Fabrizio Mori, paletnologo da poco scomparso.&nbsp;Le ricerche iniziano in Libia negli anni Cinquanta. I reperti risalivano all&#39;epoca paleolitica...</p>\n\n<p><a href=\"http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=3723237\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n\n<p>&nbsp;</p>\n\n<p>&nbsp;</p>\n"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":125.4,"end":155.4},"art":"Tadrart Acacus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/91/Tadrart_Acacus_1.jpg/300px-Tadrart_Acacus_1.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n<p><b>Tadrart Acacus</b> (arabo: <span class=\"arabo\">تدرارت أكاكوس</span>) è un'area montuosa del Sahara, che si trova nel Fezzan, nella parte sud-ovest della Libia, vicino alla città di Ghat. L'altezza massima è di 1410 m. Il massiccio del Tadrart costituisce da un punto di vista geografico la prosecuzione nel territorio libico dell’altopiano algerino del Tassili n'Ajjer.</p>\n<p><i>Tadrart</i> significa 'montagna' nel linguaggio dei nativi dell'area.</p>\n<p>Il versante sud-occidentale del Tadrart prende il nome di Acacus. L'Acacus ha una grande varietà di paesaggi, dalle dune di vari colori ad archi, gole, rocce e montagne. Di particolare fascino sono gli archi di Afzejare e Tin Khlega. Benché quest'area sia una delle più aride del Sahara, è presente della vegetazione, tra cui la calotropis procera.</p>\n<p>Il sito è famoso per la sua grande collezione di arte rupestre preistorica che è stata ritrovata in diversi luoghi all'interno di caverne e ripari sotto le rocce.</p>\n<p>Quest'area è stata iscritta come Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1985 per l'importanza delle pitture rupestri e incisioni che visi trovano. Le pitture sono state datate dal 12.000 a.C. al 100 d.C. e riflettono i cambiamenti culturali e naturali nell'area. Le pitture e le incisioni rappresentano animali come giraffe, elefanti, struzzi e cammelli, ma anche di uomini e cavalli. 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Al suo interno troviamo la&nbsp;<br />\nregione dell&rsquo;Acacus, o meglio il Tadrat Acacus: una catena montuosa lunga 250 km e&nbsp;<br />\nprofonda al massimo 50 km che &egrave; situata fra la Libia e l&rsquo;Algeria intorno ai 25&deg;&nbsp;<br />\nlatitudine nord.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.archeolink.it/Acacus_al.pdf\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":665.5,"end":695.5},"art":"Tuareg","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/74/Hoggar_caravane2.jpg/224px-Hoggar_caravane2.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p>I <b>Tuareg</b> (con la <i>g</i> dura, scritto anche <b>Tuaregh</b>) sono una popolazione berbera africana che vive nomade nel Sahara (soprattutto Mali e Niger ma anche in Algeria, Libia, Burkina Faso e perfino nel Ciad dove sono chiamati <i>Kinnin</i>).</p>\n<p>La lingua tuareg (chiamata tamahaq, tamashek o tamajeq, a seconda dei parlanti) è un dialetto del berbero.</p>\n<p>Il nome \"<i>twareg</i>\" è di origine araba: è un plurale arabo dalla parola <i>Targi</i>, \"abitante della Targa\" (<i>targa</i> in berbero significa \"canale\" e come toponimo indica il Fezzan). I Tuareg non si designano con questo nome, ma semplicemente come <i>Kel tamahaq</i>, cioè \"coloro che parlano la tamahaq\". Il termine arabo è di origine dialettale (arabo maghrebino), poiché l'arabo classico non conosce il suono <i>g</i>. Per questo, in ambito arabofono spesso questo nome viene \"classicizzato\" in <i>Tawāriq</i>.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.276 seconds\nReal time usage: 0.542 seconds\nPreprocessor visited node count: 758/1000000\nPreprocessor generated node count: 3678/1500000\nPost‐expand include size: 6294/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2110/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 465 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Tuareg"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":715.6,"end":745.6},"art":"Uromastyx","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><b>Uromastyx</b> è un genere della famiglia Agamidae del sottordine dei Sauri.</p>\n<p>Sono sauri deserticoli ad attività esclusivamente diurna e si cibano di vegetali, semi, fiori, arbusti e sterpi; occasionalmente in giovane età, possono integrare la loro dieta con proteine animali, generalmente insetti (seppur evento piuttosto raro). Buona parte delle specie sono diffuse nell'Africa subsaharian, e in Arabia Saudita.</p>\n<p>Le specie più conosciute sono l'uromastice acantinuro (Uromastyx acanthinura), diffuso nelle zone rocciose del Sahara e dalla lunghezza fino a 45 centimetri, di cui più di un terzo spetta alla coda, munita sopra e ai lati di grosse e appuntite squame cornee; l'Uromastyx aegyptia, il più grande della specie, raggiungendo i 75&nbsp;cm di lunghezza, e in rari casi circa 90&nbsp;cm; l'Uromastyx dispar, che nella sottospecie flavifasciata raggiunge i 45–55&nbsp;cm di taglia massima; l'Uromastyx geyri, noto per le suo fasi di colorazione molto accese (generalmente giallo, rosso o arancione con macchie, strisce, ocelli o bande nerastre o bianche); l'Uromastyx ocellata, di piccole dimensioni (raramente supera i 30–35&nbsp;cm) e molto colorato; L'Uromastyx ornata, di dimensioni medio-piccole e colori molto accesi. Il rappresentante più piccolo della specie è l'uromastice dalla coda a pettine (Uromastyx princeps), diffuso fra le pietraie della Migiurtinia, regione della Somalia, di dimensioni più piccole, raggiunge al massimo i 22 centimetri, la cui coda è fornita di formazioni a punta che la fanno rassomigliare ad un rozzo pettine, da cui il nome comune.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.856 seconds\nReal time usage: 0.929 seconds\nPreprocessor visited node count: 5033/1000000\nPreprocessor generated node count: 17166/1500000\nPost‐expand include size: 6385/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1407/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Uromastyx\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Uromastyx"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":783.5,"end":813.5},"art":"Camelus dromedarius","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>dromedario</b> (<i>Camelus dromedarius</i> Linnaeus, 1758) è un artiodattilo della famiglia dei Camelidi, diffuso in Asia, Africa settentrionale e, per intervento umano, anche in Australia (nel Medioevo anche nella Sicilia musulmana e in al-Andalus).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.196 seconds\nPreprocessor visited node count: 412/1000000\nPreprocessor generated node count: 5703/1500000\nPost‐expand include size: 4563/2048000 bytes\nTemplate argument size: 827/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Camelus dromedarius\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Camelus dromedarius"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":845.5,"end":875.5},"art":"Leptis Magna","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Leptis_Magna_Theatre.jpg/300px-Leptis_Magna_Theatre.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>Emporio fondato da uomini di Tiro, città fenicia dell'attuale Libia. La data di fondazione è incerta: dall'XI al VII secolo a.C. Il nome in neopunico è <b>Lpqī</b>, quello locale in età imperiale <b>Lepcis</b>, quello latino <b>Leptis Magna</b>. Fu un'antica e influente città della Libia, fiorita prima sotto i Cartaginesi e poi sotto i Romani. Con Sabratha ed Oea costituiva l'antica regione degli <i>Emporia</i>, anche conosciuta col nome greco di Tripolitania. La città, dal 1982 figura nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.408 seconds\nReal time usage: 0.492 seconds\nPreprocessor visited node count: 2020/1000000\nPreprocessor generated node count: 25248/1500000\nPost‐expand include size: 14237/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3526/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 17/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.012s\nLua memory usage: 765 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Leptis Magna\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Leptis Magna"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":907.5,"end":937.5},"art":"Settimio Severo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e6/Septimius_Severus_Glyptothek_Munich_357.jpg/250px-Septimius_Severus_Glyptothek_Munich_357.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Lucio Settimio Severo</b> (Leptis Magna, 11 aprile 146 – York, 4 febbraio 211) fu un generale che divenne imperatore romano dal 193 alla sua morte, iniziando la dinastia severiana.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.236 seconds\nReal time usage: 0.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 610/1000000\nPreprocessor generated node count: 5607/1500000\nPost‐expand include size: 5055/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2213/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 12/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Settimio Severo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Settimio Severo"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1213.2,"end":1243.2},"art":"Sabbie mobili","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>Le <b>sabbie mobili</b> sono costituite da una massa di sabbia fine, più o meno satura di acqua, caratterizzata da una debole capacità di sostenere pesi: dal punto di vista fisico, si tratta di un gel idrocolloidale.</p>\n<p>Può essere costituita da un miscuglio di argilla ed acqua dolce o salata e trattiene bene l'umidità grazie ai minuscoli pori presenti nei granelli.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.084 seconds\nReal time usage: 0.105 seconds\nPreprocessor visited node count: 45/1000000\nPreprocessor generated node count: 371/1500000\nPost‐expand include size: 364/2048000 bytes\nTemplate argument size: 115/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 465 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sabbie mobili\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sabbie mobili"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1394.2,"end":1424.2},"art":"Lingua punica","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div>\n<p>La <b>lingua punica</b> era una lingua semitica e una varietà - oggi estinta - della lingua fenicia, parlata nelle zone sotto l'influenza di Cartagine, in Nord Africa, in Sardegna e in numerose isole del Mediterraneo.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.112 seconds\nReal time usage: 0.138 seconds\nPreprocessor visited node count: 164/1000000\nPreprocessor generated node count: 2332/1500000\nPost‐expand include size: 2009/2048000 bytes\nTemplate argument size: 564/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 5/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.011s\nLua memory usage: 711 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua punica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Lingua punica"}]}
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FILAS-MI-2011-1343 del 3/8/2012 – CUP F87I1200233007