{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":173,"end":1664},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":414,"end":1664},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":529,"end":1664},"spot":null,"idx":2,"id":"vd-2","videoId":2},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":770,"end":1664},"spot":null,"idx":3,"id":"vd-3","videoId":3}],"contents":[{"id":"gm-0","pos":{"top":15,"left":65},"time":{"start":2,"end":42},"zoom":8,"mapType":"roadmap","ind":"Strada Provinciale Alberese, 58100 Grosseto GR, Italia","loc":{"lat":"42.65","lng":"11.13"}},{"id":"wk-1","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":277,"end":307},"art":"Tartaruga","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'ordine <b>Testudines</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span> o <b>Chelonia</b> comprende rettili comunemente noti come <b>tartarughe</b> o <b>testuggini</b>.</p>\n<p>Più precisamente il termine <i>tartaruga</i> indica le tartarughe acquatiche (siano esse d'acqua dolce – come ad esempio gli Emydidae, con membrane di pelle tra gli artigli – o marine – con arti trasformati in pinne), carnivore e con carapace dal profilo basso; mentre si dice <i>testuggine</i> (dal latino <i>testudo</i>) qualunque specie sia adattata alla vita terrestre, erbivora, con possenti artigli e con carapace (generalmente) rialzato.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1132\nCPU time usage: 0.240 seconds\nReal time usage: 0.281 seconds\nPreprocessor visited node count: 467/1000000\nPreprocessor generated node count: 6400/1500000\nPost‐expand include size: 5948/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1229/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Testudines\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Testudines"},{"id":"wk-2","pos":{"top":"11","left":"90"},"time":{"start":1505,"end":1535},"art":"Muflone","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>muflone</b> (<i>Ovis musimon</i> <small>Pallas, 1762</small>) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi.</p>\n<p>Il suo attuale <i>status</i> tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'<i>Ovis orientalis</i>, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di <i>O. orientalis</i>.</p>\n<p>Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste isole mancano infatti reperti fossili di questi animali e si pensa perciò che essi siano stati introdotti in epoca storica dall'uomo a partire da forme semidomestiche di pecora, poi rinselvatichitesi.<br>\nDa qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone) ed in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, in alcune zone prealpine, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano (nella zona di Pugnochiuso, introdotto a scopi venatori nel secondo dopoguerra).<br></p>\n\n<p>Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di <i>habitat</i>, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.212 seconds\nReal time usage: 0.244 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6394/1500000\nPost‐expand include size: 6346/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1037/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ovis musimon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ovis musimon"},{"id":"wk-3","pos":{"top":"14","left":"91"},"time":{"start":56,"end":116},"art":"Maremma","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0f/Maremma_from_Magliano_2.jpg/260px-Maremma_from_Magliano_2.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>La <b>Maremma</b> (pronuncia: <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">[maˈremːma]</span>) è una vasta regione geografica compresa in Toscana e Lazio che si affaccia sul Mar Tirreno e sul Mar Ligure.</p>\n<p>Erroneamente, spesso viene considerata Maremma soltanto quella grossetana, a causa della maggiore notorietà.</p>\n<p>Il toponimo deriva, per alcuni studiosi, dal latino <i>maritima</i>, per altri dal castigliano <i>marismas</i> che significa \"palude\" (non a caso, nei pressi di Castiglione della Pescaia è situata un'importante riserva naturale paludosa chiamata Diaccia Botrona).</p>\n<p>Dante ne individuava i confini tra Cecina (Livorno) e Tarquinia (Viterbo), già conosciuta come Corneto:</p>\n\n<p><br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 1912/1000000\nPreprocessor generated node count: 11161/1500000\nPost‐expand include size: 17861/2048000 bytes\nTemplate argument size: 7610/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 26/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Maremma\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Maremma"},{"id":"tx-4","pos":{"top":"16","left":"91"},"time":{"start":125,"end":156},"title":"Grotta del Sassocolato","text":"<p><a href=\"http://grotte.toscana.it/grotta_del_sassocolato.html\">http://grotte.toscana.it/grotta_del_sassocolato.html</a></p>\n"},{"id":"wk-5","pos":{"top":"18","left":"91"},"time":{"start":164,"end":207},"art":"Pipistrello","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>I <b>Chirotteri</b> (<b>Chiroptera</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Blumenbach</span>, 1779) sono un ordine di mammiferi placentati comunemente noti come <b>pipistrelli</b>. È il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i Roditori, comprendendo circa il 20% delle specie finora descritte.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 442/1000000\nPreprocessor generated node count: 5977/1500000\nPost‐expand include size: 5757/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1358/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Chiroptera\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Chiroptera"},{"id":"wk-6","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":218,"end":249},"art":"Saturnia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/41/Saturnia_Cascate_del_Mulino.jpg/260px-Saturnia_Cascate_del_Mulino.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Saturnia</b> è una frazione del comune di Manciano, nell'entroterra collinare della Maremma grossetana, che sorge sulla vetta di una collina che domina le rinomate sorgenti termali situate al centro dell'omonimo comprensorio turistico termale che si estende per un raggio di circa 30 km tra il Monte Amiata e le Colline dell'Albegna e del Fiora.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 4514/1000000\nPreprocessor generated node count: 22780/1500000\nPost‐expand include size: 25602/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3718/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 35/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Saturnia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Saturnia"},{"id":"wk-7","pos":{"top":"14","left":"91"},"time":{"start":401.7,"end":430},"art":"Cervone","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>cervone</b> (<i>Elaphe quatuorlineata</i> Lacépède, 1789) è un serpente della famiglia dei colubridi.</p>\n<p>È il più lungo serpente italiano ed uno tra i più lunghi d'Europa. La sua lunghezza può variare dagli 80 ai 240 cm, anche se raramente supera i 160. È di colore bruno-giallastro con le caratteristiche quattro scure barre longitudinali (da cui il nome scientifico).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.264 seconds\nReal time usage: 0.301 seconds\nPreprocessor visited node count: 514/1000000\nPreprocessor generated node count: 6215/1500000\nPost‐expand include size: 6942/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1068/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Elaphe quatuorlineata\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Elaphe quatuorlineata"},{"id":"wk-8","pos":{"top":"15","left":"91"},"time":{"start":433,"end":464},"art":"Istrice","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'<b>istrice</b> (<i>Hystrix cristata</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un mammifero roditore della famiglia degli Istricidi. L'istrice (sostantivo maschile, talvolta femminile) viene spesso indicato con il nome comune di <b>porcospino</b>; esiste però un uso improprio e colloquiale di questo nome per designare il riccio.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 480/1000000\nPreprocessor generated node count: 6176/1500000\nPost‐expand include size: 7316/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1447/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hystrix cristata\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hystrix cristata"},{"id":"wk-9","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":433,"end":464},"art":"Vulci","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1a/Vulci_Ruins.JPG/300px-Vulci_Ruins.JPG\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p><b>Vulci</b> è un'antica città etrusca che oggi fa parte del territorio di Montalto di Castro, in Provincia di Viterbo, nella maremma laziale. Pur essendo lontana dal mare, si trova su di una piattaforma calcarea lungo la riva destra del Fiora. Fu una delle più grandi città-stato dell'Etruria, con un forte sviluppo marinaro e commerciale con Grecia e Oriente, come testimoniano i sontuosi corredi funebri ritrovati nelle necropoli adiacenti, oggi sparsi nei musei di tutto il mondo.</p>\n<p>Nelle necropoli che circondano la città, situate nei territori di Montalto di Castro e Canino, nelle località di Cavalupo, Ponte Rotto, Polledrara, Osteria, Campo di Maggio e Camposcala, si trovano migliaia di tombe, dalle forme e tipologia diverse: fosse, tumuli, tombe a cassone, tombe a camera e tombe a corridoio. Tra le più note: il grandioso tumulo della <i>Cuccumella</i> (alto 18 metri e con un diametro di 75 metri), <i>la Cuccumelletta</i> e <i>la Rotonda</i>, <i>la tomba François</i>, situata nel territorio di Canino, quelle <i>dei Tori</i>, <i>delle Iscrizioni</i> e <i>dei Due Ingressi</i>. A Osteria sono presenti diverse tombe a camera caratterizzate dal soffitto scolpito, come era in uso nelle abitazioni etrusche.</p>\n<p>Tra i monumenti più suggestivi, il maestoso ponte detto <i>del Diavolo</i> (III sec. a.C.) che con i suoi 30 metri di altezza domina il fiume Fiora, nei pressi del castello medievale della Badia (XIII sec.).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 2216/1000000\nPreprocessor generated node count: 29721/1500000\nPost‐expand include size: 11585/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3770/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 18/40\nExpensive parser function count: 23/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vulci\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vulci"},{"id":"wk-10","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":522,"end":551},"art":"Istrice","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'<b>istrice</b> (<i>Hystrix cristata</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un mammifero roditore della famiglia degli Istricidi. L'istrice (sostantivo maschile, talvolta femminile) viene spesso indicato con il nome comune di <b>porcospino</b>; esiste però un uso improprio e colloquiale di questo nome per designare il riccio.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.224 seconds\nReal time usage: 0.274 seconds\nPreprocessor visited node count: 480/1000000\nPreprocessor generated node count: 6186/1500000\nPost‐expand include size: 7316/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1447/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hystrix cristata\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hystrix cristata"},{"id":"wk-11","pos":{"top":"12","left":"91"},"time":{"start":630,"end":658},"art":"Gheppio","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>I <b>gheppi</b> sono dei piccoli uccelli rapaci del genere <i>Falco</i>. Sono diffusi in tutti i continenti eccetto l'Antartide, e si distinguono per il modo di volteggiare con le loro eleganti ali a ventaglio mentre scrutano il suolo in cerca di preda. Tutti i maschi hanno piumaggio castano e grigio con macchie nere, mentre le femmine sono di color bruno-rossastro chiaro con striature nere.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Gheppio\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Gheppio"},{"id":"wk-12","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":659,"end":690},"art":"Corvo imperiale","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>corvo imperiale</b> (<i><b>Corvus corax</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Corvidae, diffuso in Eurasia, Nordafrica e America Settentrionale. Assieme al congenere <i>Corvus crassirostris</i> è il più grande rappresentante della propria famiglia, nonché uno fra i massimi esponenti dell'ordine dei passeriformi.</p>\n<p>Originario dell'Eurasia, il corvo imperiale sfruttò il ponte di terra dello stretto di Bering formatosi durante le ere glaciali del Pleistocene per colonizzare il Nord America: si tratta quindi di uno dei pochi animali (fra gli altri vi sono ad esempio l'alce, il lupo e l'orso bruno) ad essere presente in ambedue i continenti senza esservi stato importato dall'uomo. Nonostante sia assai ben diffuso e rappresentato in tutto il suo areale, a causa della sua naturale diffidenza e circospezione il corvo imperiale risulta assai più raro da avvistare rispetto ad altri corvidi, come ad esempio le cornacchie.</p>\n<p>La sua innata cautela lo porta infatti ad eleggere a propria dimora luoghi selvaggi e relativamente difficili da raggiungere, come aree rocciose e foreste, anche se qualora non venga disturbato dall'uomo può frequentare anche ambienti antropizzati, risultando in alcuni casi addirittura nocivo. Se preso in tenera età, il corvo imperiale può essere addomesticato facilmente e dà prova di grande intelligenza, affezionandosi ai propri padroni ed imparando ad imitare la voce umana ed addirittura a risolvere problemi elementari.</p>\n<p>Pur essendo un parente abbastanza stretto dei comuni passeri e canarini, si può dire che il corvo imperiale sostituisca gli avvoltoi nell'emisfero boreale. Rispetto a questi ultimi, tuttavia, la sua dieta risulta assai più varia, in quanto esso si nutre praticamente di tutto ciò che è in grado di inghiottire dopo averlo spezzettato col forte becco.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 568/1000000\nPreprocessor generated node count: 6546/1500000\nPost‐expand include size: 9546/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1638/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Corvus corax\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Corvus corax"},{"id":"wk-13","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":711,"end":744},"art":"Sovana","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/31/Scorcio_di_Sovana.jpg/260px-Scorcio_di_Sovana.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Sovana</b> è una frazione del comune di Sorano, in provincia di Grosseto, rispetto a cui si trova a sud-ovest ad una distanza stradale di 7,5 km, quasi al confine con il Lazio. È conosciuta come importante centro etrusco, borgo medievale e rinascimentale, nonché sede episcopale.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 4542/1000000\nPreprocessor generated node count: 22975/1500000\nPost‐expand include size: 25957/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3810/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 35/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sovana\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sovana"},{"id":"wk-14","pos":{"top":"14","left":"90"},"time":{"start":766.2,"end":803},"art":"Coloeus monedula","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>taccola</b> o <b>taccola eurasiatica</b> (<i><b>Coloeus monedula</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758)) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Corvidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.328 seconds\nReal time usage: 0.381 seconds\nPreprocessor visited node count: 557/1000000\nPreprocessor generated node count: 6275/1500000\nPost‐expand include size: 8996/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1610/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Coloeus monedula\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Coloeus monedula"},{"id":"wk-15","pos":{"top":"15","left":"91"},"time":{"start":820.8,"end":850},"art":"Maremmano (cavallo)","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p><br></p>\n\n<p>Il <b>maremmano</b> è il cavallo autoctono della Maremma, vasta area che si estende in prossimità del litorale tirrenico tra la Toscana meridionale e il Lazio settentrionale.</p>\n<p>La sua origine potrebbe risalire a quando i celti superarono le Alpi e i loro cavalli germani incontrarono popolazioni equine di sangue orientale e africano che vivevano già sul territorio italiano: incrociandosi, questi cavalli avrebbero prodotto il maremmano. Quasi duemila anni dopo, in epoca rinascimentale, Lorenzo de' Medici introdusse in Toscana l'incrocio con l'arabo e la razza si divise in due tipologie: quella toscana e quella laziale che era rimasta più simile al tipo iniziale. Nei secoli l'allevamento allo stato brado ha prodotto un cavallo che non ha solo un carattere fiero, energico e generoso, ma è anche molto resistente dal punto di vista fisico. La razza viene utilizzata ancora oggi per rincorrere e marchiare il bestiame, come fanno i butteri. Eppure, senza rinnegare le sue origini rustiche, ultimamente il maremmano viene impiegato con buoni risultati anche nelle discipline sportive, dove compete alla pari con gli altri cavalli italiani.</p>\n\n\n<p>Il Maremmano è un cavallo dal temperamento vivace.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 278/1000000\nPreprocessor generated node count: 1801/1500000\nPost‐expand include size: 4383/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1517/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 8/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Maremmano (cavallo)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Maremmano (cavallo)"},{"id":"wk-16","pos":{"top":13,"left":91},"time":{"start":1015.6,"end":1045},"art":"Triturus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><i><b>Triturus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Rafinesque, 1815</span> è un genere di anfibi caudati della famiglia Salamandridae, comunemente noti come <b>tritoni</b>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1195\nCPU time usage: 0.380 seconds\nReal time usage: 0.420 seconds\nPreprocessor visited node count: 2351/1000000\nPreprocessor generated node count: 17208/1500000\nPost‐expand include size: 7627/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1620/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Triturus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Triturus"},{"id":"wk-17","pos":{"top":"14","left":"90"},"time":{"start":1155,"end":1184},"art":"Daino","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>daino</b> (<i>Dama dama</i>), conosciuto anche con il termine arcaico di <b>damma</b> o <b>dama</b>, è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Cervidi.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 468/1000000\nPreprocessor generated node count: 6156/1500000\nPost‐expand include size: 6604/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1203/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Dama dama\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Dama dama"},{"id":"wk-18","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":1121,"end":1150},"art":"Pineta Granducale","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/a/a1/Volpi_nella_macchia_mediterranea.jpg/280px-Volpi_nella_macchia_mediterranea.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>La <b>Pineta Granducale</b> è una pineta litoranea della provincia di Grosseto che si estende nel Parco naturale della Maremma, interessando la parte sud-occidentale del comune di Grosseto, tra Bocca d'Ombrone e le pendici settentrionali Monti dell'Uccellina, nei pressi della frazione di Alberese.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 921/1000000\nPreprocessor generated node count: 10925/1500000\nPost‐expand include size: 7564/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3168/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 7/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pineta Granducale\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pineta Granducale"},{"id":"wk-19","pos":{"top":"13","left":"91"},"time":{"start":1266,"end":1303},"art":"Davide Lazzaretti","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Davide Lazzaretti</b> o <b>David Lazzeretti</b> (Arcidosso, 6 novembre 1834 – Bagnore, 18 agosto 1878) è stato un predicatore italiano.</p>\n<p>Operò nella Toscana del XIX secolo, particolarmente nella zona del Monte Amiata. Per il suo visionarismo e per la sua tragica fine, è stato chiamato il <i>Cristo dell'Amiata</i> (o <i>profeta dell'Amiata</i>). Al suo nome è legato quello del cosiddetto Giurisdavidismo (o <i>Chiesa Giurisdavidica</i>).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 2435/1000000\nPreprocessor generated node count: 20214/1500000\nPost‐expand include size: 2207/2048000 bytes\nTemplate argument size: 797/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 16/40\nExpensive parser function count: 14/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Davide Lazzaretti\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Davide Lazzaretti"},{"id":"wk-20","pos":{"top":"13","left":"90"},"time":{"start":1353,"end":1383},"art":"Asino amiatino","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5b/Ane.png/25px-Ane.png\"></div><br><div>\n<p>L'<b>Amiata</b> è una razza di asino originaria del grossetano, in Toscana. Oggi la specie, nonostante il recupero e il registro nell'anagrafe di molti esemplari selezionati e autoctoni, è in via di estinzione. Nel 2009, la Coldiretti ha verificato un incremento nell'allevamento degli asini, e la razza Amiata risultava la più allevata, con 52 allevamenti e 984 capi in totale.</p>\n<p>L'Istituto Incremento Ippico di Pisa alleva nei pressi di Grosseto, a Cernaia, un gruppo di femmine amiatine per il ripopolamento.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nPreprocessor visited node count: 203/1000000\nPreprocessor generated node count: 1382/1500000\nPost‐expand include size: 2108/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1589/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Amiata (asino)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Amiata (asino)"},{"id":"wk-21","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1544.6,"end":1574.6},"art":"Nutria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>nutria</b> (<i><b>Myocastor coypus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Molina, 1782</span>), detta anche comunemente <b>castorino</b>, è un mammifero roditore originario del Sud America, unica specie vivente del genere <i><b>Myocastor</b></i> e della famiglia <b>Myocastoridae</b>.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1114\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.254 seconds\nPreprocessor visited node count: 524/1000000\nPreprocessor generated node count: 6287/1500000\nPost‐expand include size: 7457/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1572/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Myocastor coypus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Myocastor coypus"}]}

Parchi italiani I - Maremma, terra e acqua

 

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