{"video":[],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":75.8,"end":105.8},"art":"Pizzica","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div>\n<p>La <b>pizzica</b> (detta nella sua forma più tradizionale di danza di aggregazione comunitaria <b>pizzica pizzica</b>, nella sua derivazione a fenomeno commerciale <b>taranta</b>) è una danza popolare attribuita particolarmente a Taranto e a tutto il Salento, ma fino a tutt'oggi diffusa anche in un'altra regione della Puglia, la Bassa Murgia. Fino ai primi decenni del XX secolo presente in tutto il territorio pugliese, assumeva nomi differenti rispetto ai vari dialetti della regione confondendola spesso con le tarantelle.</p>\n<p>Fa parte della grande famiglia delle danze di tradizione denominate tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse dall'Età moderna nell'Italia meridionale.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1221\nCached time: 20150929084720\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.009 seconds\nReal time usage: 0.013 seconds\nPreprocessor visited node count: 88/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 2371/2097152 bytes\nTemplate argument size: 727/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\nNumber of Wikibase entities loaded: 0-->\n\n<!-- \nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 4.018 1 - Template:Genere_musicale\n100.00% 4.018 1 - -total\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pizzica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pizzica"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":162.8,"end":192.8},"art":"salento","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/Flag_of_Italy.svg/20px-Flag_of_Italy.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n\n\n\n\n\n<p>Il <b>Salento</b>, (in salentino: <i>Salentu</i>, in barese e tarantino: <i>Salènde</i>, in greco Σαλέντο <i>Salénto</i>), noto anche come <b>penisola salentina</b> <span title=\"Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">e conosciuto come <i>Il tacco d'italia</i></span>, è una regione geografica italiana coincidente con la parte meridionale della regione amministrativa della Puglia, tra il mar Ionio a ovest e il mar Adriatico a est.</p>\n<p>Gli abitanti dell'area, che comprende l'intera provincia di Lecce, quasi tutta quella di Brindisi e parte di quella di Taranto, si distinguono soprattutto per caratteristiche glottologiche rispetto al resto della attuale regione amministrativa pugliese. Da un punto di vista storico il Salento ha fatto parte per molti secoli dell'antica circoscrizione denominata Terra d'Otranto.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCached time: 20150929084903\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.191 seconds\nReal time usage: 0.278 seconds\nPreprocessor visited node count: 730/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 14798/2097152 bytes\nTemplate argument size: 4346/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.054/10.000 seconds\nLua memory usage: 850 KB/50 MB\nNumber of Wikibase entities loaded: 1-->\n\n<!-- \nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 173.651 1 - -total\n 53.77% 93.379 1 - Template:Regione_geografica\n 27.07% 47.005 1 - Template:Coord\n 17.01% 29.533 1 - Template:Nota_disambigua\n 13.96% 24.248 1 - Template:NN\n 13.74% 23.854 1 - Template:Str_find\n 13.11% 22.765 2 - Template:Avviso\n 11.32% 19.660 2 - Template:Bandiera\n 7.22% 12.543 1 - Template:Avvisounicode\n 5.35% 9.296 1 - Template:Categorie_avviso\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Salento\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Salento"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":350.5,"end":380.5},"art":"Negroamaro","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>Negroamaro</b> (o Negramaro) è un vitigno a bacca nera coltivato quasi esclusivamente in Puglia, in modo particolare nel Salento. L'origine del nome non è altro che la ripetizione della parola <b>nero</b> in due lingue: <i>niger</i> in latino e <i>mavros</i> in greco antico (da cui il dialettale <i>maru</i>). È uno dei principali vitigni dell'Italia Meridionale.</p>\n<p>È un'uva estremamente versatile, molto utilizzata anche per la vinificazione in rosato. In commercio è possibile reperire sia prodotti vinificati in purezza che blend. Molto noto è il Salice Salentino DOC che per disciplinare è ottenuto attraverso un blend di uve Negroamaro 85% e Malvasia Nera 15%, la quale affievolisce le caratteristiche note amarognole tipiche del Negroamaro.</p>\n<p>Il gruppo musicale dei Negramaro deve il suo nome a questo vitigno.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1226\nCached time: 20150929085300\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.026 seconds\nReal time usage: 0.046 seconds\nPreprocessor visited node count: 65/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 377/2097152 bytes\nTemplate argument size: 124/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003/10.000 seconds\nLua memory usage: 505 KB/50 MB\nNumber of Wikibase entities loaded: 0-->\n\n<!-- \nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 19.652 1 - Template:Nota_disambigua\n100.00% 19.652 1 - -total\n 80.68% 15.855 2 - Template:Str_find\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Negroamaro\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Negroamaro"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":572.2,"end":602.2},"art":"Pietra leccese","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>.</p>\n\n\n\n<p>La <b>pietra leccese</b> (in dialetto salentino <i>leccisu</i>) è una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti marnose e risalente al periodo miocenico. È un litotipo tipico della regione salentina, noto soprattutto per la sua facilità di lavorazione.</p>\n<p>Questa roccia ha una composizione piuttosto omogenea: l'esame petrografico rivela che è costituita principalmente da carbonato di calcio (CaCO<sub>3</sub>) sotto forma di granuli di calcare (costituito da microfossili e frammenti di macrofossili di fauna marina, risalenti a circa sei milioni di anni fa) e di cemento calcitico, a cui accessoriamente si possono trovare glauconite, quarzo, vari feldspati e fosfati, oltre a sostanze argillose finemente disperse (caolinite, smectite e clorite), che, nelle diverse miscele, danno origine a differenti qualità della roccia.</p>\n<p>La pietra leccese affiora naturalmente dal terreno e si estrae dal sottosuolo in enormi cave a cielo aperto, profonde fino a cinquanta metri e diffuse su tutto il territorio salentino, in particolare nei comuni di Lecce, Corigliano d'Otranto, Melpignano, Cursi e Maglie. Il <i>leccisu</i> viene ricavato in forma di parallelepipedi di varia dimensione; l'estrazione è semplice poiché si lascia incidere facilmente. Durezza e resistenza della pietra, una volta estratta, crescono con il passare del tempo, e nella consolidazione la pietra assume una tonalità di colore ambrato simile a quella del miele.</p>\n<p>Di colore dal bianco al giallo paglierino, la roccia si presenta compatta e di grana fine, a differenza del carparo, altro litotipo affine rinvenibile nella stessa zona. Utilizzata sia in campo architettonico che scultoreo, la pietra leccese deve la sua particolare lavorabilità alla presenza di argilla, che permette un modellamento al tornio e persino manuale. Apprezzata in campo artistico, ha raggiunto stima internazionale grazie all'artigianato locale che nel corso dei secoli ha prodotto la complessa architettura del Barocco leccese. Esempi significativi sono i fregi, i capitelli, i pinnacoli e i rosoni che decorano molti dei palazzi e delle chiese di Lecce, come ad esempio il palazzo dei Celestini e l'adiacente Chiesa di Santa Croce, la Chiesa di Santa Chiara e il Duomo.</p>\n<p>La natura stessa della pietra la rende molto sensibile all'azione meccanica degli agenti atmosferici, all'umidità di risalita del terreno, alla stagnazione di acqua e allo smog. Per rendere il <i>leccisu</i> più resistente alle intemperie, i maestri scultori dell'epoca barocca usavano trattare la roccia con del latte. Il blocco di pietra leccese veniva spugnato o immerso interamente nel liquido; il lattosio, penetrando all'interno delle porosità, creava uno strato impermeabile che preservava la pietra fino a portarla, quasi inalterata, ai giorni nostri.</p>\n<p>Nota sin dall'antichità, nella Terra d'Otranto si ritrovano dolmen, menhir, statue e costruzioni romane fabbricati in <i>leccisu</i>. I suoi primi studi geologici risalgono alla seconda metà del XVI secolo, ma si deve a Gian Battista Brocchi, nel suo studio sulla configurazione geologica salentina (1818), l'identificazione, la prima datazione (fra Secondario e Terziario) e l'origine del nome della pietra leccese. Al suo interno, cavatori e paleontologi hanno rinvenuto fossili rilevanti di cefalopodi, delfini, capodogli, denti di squali, pesci, tartarughe e coccodrilli. Attualmente, l'artigianato della pietra leccese produce souvenir e opere d'arte.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1224\nCached time: 20150929085929\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.042 seconds\nReal time usage: 0.058 seconds\nPreprocessor visited node count: 458/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 3509/2097152 bytes\nTemplate argument size: 499/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 5/40\nExpensive parser function count: 1/500\nNumber of Wikibase entities loaded: 0-->\n\n<!-- \nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 19.861 1 - -total\n 43.71% 8.682 1 - Template:Tmp\n 41.51% 8.245 1 - Template:Materiale\n 13.92% 2.764 1 - Template:Citazione\n 12.71% 2.525 1 - Template:Icona_lavoro\n 8.32% 1.652 1 - Template:Tl\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pietra leccese\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pietra leccese"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":662.1,"end":692.1},"art":"Scomber scombrus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Scomber scombrus</b></i>, conosciuto comunemente come <b>scombro</b> (o <b>sgombro</b>), <b>lacerto</b> o <b>maccarello</b>, è un pesce di mare appartenente alla famiglia Scombridae. È un tipico pesce azzurro.</p>\n<p>Al maccarello è riconosciuta una notevole importanza dal punto di vista alimentare, sia per l'alimentazione umana che per la produzione di mangimi da allevamento animale, tanto che il suo prelievo riveste un'\"alta importanza commerciale\": per questo motivo, l'allarme destato dalla costante riduzione di alcuni popolamenti ha portato alla sua inclusione nella Lista rossa delle specie minacciate curata dalla IUCN-Unione Internazionale per la Conservazione della Natura nella categoria \"a rischio minimo\".</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCached time: 20150929090142\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.096 seconds\nReal time usage: 0.120 seconds\nPreprocessor visited node count: 568/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 9707/2097152 bytes\nTemplate argument size: 2512/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.021/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.5 MB/50 MB\nNumber of Wikibase entities loaded: 0-->\n\n<!-- \nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 109.354 1 - -total\n 64.22% 70.225 1 - Template:Tassobox\n 28.28% 30.928 4 - Template:Lingue\n 19.10% 20.890 1 - Template:IUCN\n 17.11% 18.713 1 - Template:Cita_testo\n 6.99% 7.644 1 - Template:Come_leggere_il_tassobox\n 6.82% 7.456 1 - Template:Tassobox/Categoria\n 4.54% 4.964 1 - Template:Tassobox/Categoria/Animalia\n 4.20% 4.588 1 - Template:Statocons_rischio_minimo\n 3.23% 3.536 6 - Template:Tassobox/Colore\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Scomber scombrus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Scomber scombrus"}]}

Storie salentine tra passato e presente

 

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