{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":480,"end":1596},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1246,"end":1596},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":480,"end":1596},"spot":null,"idx":2,"id":"vd-0","videoId":2},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1246,"end":1596},"spot":null,"idx":3,"id":"vd-1","videoId":1}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":34.1,"end":64.1},"art":"Stintino","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/f/f2/Stintino-Stemma.png/80px-Stintino-Stemma.png\"></div><br><div>\n\n<p><b>Stintino</b> (<i><b>L'Isthintini</b></i> in sassarese, <i>Istintinu</i> in sardo) è un comune italiano di 1.521 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1123\nCPU time usage: 0.756 seconds\nReal time usage: 0.844 seconds\nPreprocessor visited node count: 2410/1000000\nPreprocessor generated node count: 13374/1500000\nPost‐expand include size: 26320/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3074/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.101s\nLua memory usage: 633 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Stintino\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Stintino"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":185.2,"end":215.2},"art":"Asinara","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9b/Cala_reale_-_asinara_,sardinia.jpg/280px-Cala_reale_-_asinara_,sardinia.jpg\"></div><br><div>\n<p>L'<b>Asinara</b> è un'isola situata fra il Mar di Sardegna a ovest, il Mare di Corsica a nord e l'omonimo golfo a est; a sud è separata dalla piccola Isola Piana da uno stretto canale navigabile, il cosiddetto Passaggio dei Fornelli. Fa parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari. Ha una superficie di 52 km² ed è completamente disabitata: gli ultimi residenti la lasciarono infatti nel 1855 per fondare, in parte, il comune di Stintino, situato sul prospiciente promontorio di Capo Falcone.</p>\n<p>Morfologicamente è montuosa, con coste alte e frastagliate, tra le quali si inframmezzano spiagge, cale (come cala Arena e cala Sant'Andrea) e una vegetazione caratterizzata dalla macchia mediterranea, scarsamente alberata per l'attività umana e la mancanza di corsi d'acqua o laghi. L'accesso all'isola è regolato e protetto. Le visite sono possibili soltanto con operatori convenzionati.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.572 seconds\nReal time usage: 0.644 seconds\nPreprocessor visited node count: 2093/1000000\nPreprocessor generated node count: 16090/1500000\nPost‐expand include size: 26348/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2043/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 6/500\nLua time usage: 0.026s\nLua memory usage: 685 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Asinara\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Asinara"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":267.5,"end":297.5},"art":"Carcere dell'Asinara","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Il <b>carcere dell'Asinara</b> è stato un penitenziario attivo nell'isola sarda dell'Asinara, facente parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari. È stato dismesso nel 1998 e, nel 2002, l'intera isola è stata dichiarata Parco nazionale dell'Asinara.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.368 seconds\nReal time usage: 0.386 seconds\nPreprocessor visited node count: 3207/1000000\nPreprocessor generated node count: 11331/1500000\nPost‐expand include size: 2404/2048000 bytes\nTemplate argument size: 788/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Carcere dell'Asinara\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Carcere dell'Asinara"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":363.4,"end":393.4},"art":"Equus asinus var. albina","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>asinello bianco</b>, <i>Equus asinus var. albina</i>, è una sottospecie endemica della Sardegna che vive nell'isola dell'Asinara.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.231 seconds\nPreprocessor visited node count: 649/1000000\nPreprocessor generated node count: 7565/1500000\nPost‐expand include size: 8543/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1710/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Equus asinus var. albina\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Equus asinus var. albina"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":423.2,"end":453.2},"art":"Centaurea horrida","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>fiordaliso spinoso</b> (<i>Centaurea horrida</i> Bad., 1824) è una specie endemica della Sardegna, presente solo in poche stazioni costiere di estensione molto limitata.</p>\n<p>In merito allo stato di conservazione è una specie classificata come <i>vulnerabile</i>: infatti, pur essendo rappresentata da un cospicuo numero di esemplari, il numero limitato di stazioni e la loro ridotta estensione sono un fattore di vulnerabilità che potrebbe pregiudicare la sua sopravvivenza. Il fiordaliso spinoso è localizzato esclusivamente nella parte nord-occidentale della Sardegna, in alcuni siti costieri dell'Asinara e della Nurra, nella zona di Alghero, e nella parte nord-orientale dell'isola sarda, in tre piccole popolazioni disgiunte nell'isola di Tavolara.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.208 seconds\nReal time usage: 0.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 613/1000000\nPreprocessor generated node count: 5471/1500000\nPost‐expand include size: 10450/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2294/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Centaurea horrida\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Centaurea horrida"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":509.5,"end":539.5},"art":"Salicornia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><i><b>Salicornia</b></i> <small>L., 1753</small> è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae (o Amaranthaceae secondo la classificazione APG).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.504 seconds\nReal time usage: 0.534 seconds\nPreprocessor visited node count: 3728/1000000\nPreprocessor generated node count: 16476/1500000\nPost‐expand include size: 7085/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1403/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Salicornia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Salicornia"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":719.6,"end":749.6},"art":"Anglo-arabo sardo","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>L'<b>anglo-arabo sardo</b> è una razza equina allevata in Sardegna da circa un secolo. Nasce dall'incrocio di cavalli indigeni sardi di dimensioni più piccole (Cavallo del Sarcidano, Cavallino della Giara) con cavalli arabi a loro volta incrociati con purosangue inglesi. Un grosso contributo al miglioramento della razza lo si deve all'istituzione nel 1874 del Regio deposito stalloni della Sardegna.</p>\n<p>La razza fu creata per le esigenze dell'arma di cavalleria dell'Esercito italiano. L'esercito cominciò ad incrociare i cavalli indigeni sardi di dimensioni più piccole con stalloni arabi importati dal deserto siriano. Questi derivati arabi risultarono però ancora di statura insufficiente e venne quindi introdotto il purosangue Inglese, producendo cavalli di statura adeguata per gli usi della cavalleria. Il contenuto di sangue arabo deve essere almeno del 25% nel moderno anglo-arabo sardo. I militari condussero molte prove di velocità e resistenza in cui questa razza diede risultati stupefacenti, essendo in grado di percorrere distanze di 100 km al giorno per un paio di giorni con un'adeguata preparazione del cavallo e con congrue soste tra una tappa e l'altra.</p>\n<p>Il cavallo anglo-arabo sardo è usato soprattutto per le corse di velocità e salto ostacoli, ma anche per il cross country e l'equiturismo. Inoltre, la maggioranza dei cavalli che corrono il Palio di Siena sono anglo-arabi sardi. Infine, il reggimento Carabinieri a Cavallo impiega diversi esemplari di questa razza, ripristinandola così alla sua mansione originale di monta per la cavalleria militare .<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.064 seconds\nReal time usage: 0.074 seconds\nPreprocessor visited node count: 33/1000000\nPreprocessor generated node count: 212/1500000\nPost‐expand include size: 51/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anglo-arabo sardo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anglo-arabo sardo"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1097.4,"end":1127.4},"art":"Ovis musimon","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>muflone</b> (<i>Ovis musimon</i> <small>Pallas, 1762</small>) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi.</p>\n<p>Il suo attuale <i>status</i> tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'<i>Ovis orientalis</i>, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di <i>O. orientalis</i>.</p>\n<p>Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste isole mancano infatti reperti fossili di questi animali e si pensa perciò che essi siano stati introdotti in epoca storica dall'uomo a partire da forme semidomestiche di pecora, poi rinselvatichitesi.<br>\nDa qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone) ed in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, in alcune zone prealpine, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano (nella zona di Pugnochiuso, introdotto a scopi venatori nel secondo dopoguerra).<br></p>\n\n<p>Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di <i>habitat</i>, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1128\nCPU time usage: 0.460 seconds\nReal time usage: 0.496 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6394/1500000\nPost‐expand include size: 6346/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1037/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ovis musimon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ovis musimon"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1354,"end":1384.1},"art":"Phalacrocorax aristotelis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>marangone dal ciuffo</b> (<i>Phalacrocorax aristotelis</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus ,1758</span>) è un uccello della famiglia Phalacrocoracidae, la stessa del cormorano con cui è strettamente imparentato.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1118\nCPU time usage: 0.236 seconds\nReal time usage: 0.272 seconds\nPreprocessor visited node count: 454/1000000\nPreprocessor generated node count: 6129/1500000\nPost‐expand include size: 6372/2048000 bytes\nTemplate argument size: 976/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Phalacrocorax aristotelis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Phalacrocorax aristotelis"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":550.6,"end":580.6},"art":"Gabbiano corso","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>gabbiano corso</b> (<i><b>Ichthyaetus audouinii</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Payraudeau, 1826)</span> è un uccello marino della famiglia dei Laridi.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.168 seconds\nReal time usage: 0.200 seconds\nPreprocessor visited node count: 471/1000000\nPreprocessor generated node count: 6167/1500000\nPost‐expand include size: 6208/2048000 bytes\nTemplate argument size: 973/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ichthyaetus audouinii\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ichthyaetus audouinii"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":921.1,"end":951.1},"art":"Buteo buteo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>poiana comune</b> (<i>Buteo buteo</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae, tipico dell'Europa. Ha una lunghezza tipica tra i 51 e i 57 cm con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, rendendolo un predatore di medie dimensioni. Il suo habitat copre la maggior parte dell'Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le zone tranne che in quelle più fredde.</p>\n<p>Preferisce i boschi, ma di solito caccia in territori aperti. Mangia soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali (necrofagia).</p>\n<p>Le poiane sono state in passato tra gli uccelli più cacciati e avvelenati in tutta la Gran Bretagna. Da qualche decennio stanno aumentando di numero e si stanno estendendo ad est dalle loro precedenti roccaforti occidentali.</p>\n<p>Generalmente non si spostano in stormi ma possono essere visti insieme durante una migrazione o in un buon habitat. Lo scrittore vittoriano William Crossing disse di aver visto gruppi di 15 o più in alcuni posti.</p>\n<p>Il richiamo è un querulo <i>pii-eeh</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1131\nCPU time usage: 0.212 seconds\nReal time usage: 0.237 seconds\nPreprocessor visited node count: 459/1000000\nPreprocessor generated node count: 5991/1500000\nPost‐expand include size: 7349/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1198/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Buteo buteo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Buteo buteo"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":981.4,"end":1011.4},"art":"Tartaruga","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'ordine <b>Testudines</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span> o <b>Chelonia</b> comprende rettili comunemente noti come <b>tartarughe</b> o <b>testuggini</b>.</p>\n<p>Più precisamente il termine <i>tartaruga</i> indica le tartarughe acquatiche (siano esse d'acqua dolce – come ad esempio gli Emydidae, con membrane di pelle tra gli artigli – o marine – con arti trasformati in pinne), carnivore e con carapace dal profilo basso; mentre si dice <i>testuggine</i> (dal latino <i>testudo</i>) qualunque specie sia adattata alla vita terrestre, erbivora, con possenti artigli e con carapace (generalmente) rialzato.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1130\nCPU time usage: 0.200 seconds\nReal time usage: 0.234 seconds\nPreprocessor visited node count: 475/1000000\nPreprocessor generated node count: 6352/1500000\nPost‐expand include size: 6704/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1366/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Testudines\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Testudines"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":1164.4,"end":1194.4},"art":"Muflone","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>muflone</b> (<i>Ovis musimon</i> <small>Pallas, 1762</small>) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi.</p>\n<p>Il suo attuale <i>status</i> tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'<i>Ovis orientalis</i>, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di <i>O. orientalis</i>.</p>\n<p>Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste isole mancano infatti reperti fossili di questi animali e si pensa perciò che essi siano stati introdotti in epoca storica dall'uomo a partire da forme semidomestiche di pecora, poi rinselvatichitesi.<br>\nDa qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone) ed in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, in alcune zone prealpine, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano (nella zona di Pugnochiuso, introdotto a scopi venatori nel secondo dopoguerra).<br></p>\n\n<p>Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di <i>habitat</i>, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.336 seconds\nReal time usage: 0.419 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6394/1500000\nPost‐expand include size: 6346/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1037/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ovis musimon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ovis musimon"},{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":34.1,"end":64.1},"art":"Stintino","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/f/f2/Stintino-Stemma.png/80px-Stintino-Stemma.png\"></div><br><div>\n\n<p><b>Stintino</b> (<i><b>L'Isthintini</b></i> in sassarese, <i>Istintinu</i> in sardo) è un comune italiano di 1.521 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1123\nCPU time usage: 0.756 seconds\nReal time usage: 0.844 seconds\nPreprocessor visited node count: 2410/1000000\nPreprocessor generated node count: 13374/1500000\nPost‐expand include size: 26320/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3074/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.101s\nLua memory usage: 633 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Stintino\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Stintino"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":185.2,"end":215.2},"art":"Asinara","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9b/Cala_reale_-_asinara_,sardinia.jpg/280px-Cala_reale_-_asinara_,sardinia.jpg\"></div><br><div>\n<p>L'<b>Asinara</b> è un'isola situata fra il Mar di Sardegna a ovest, il Mare di Corsica a nord e l'omonimo golfo a est; a sud è separata dalla piccola Isola Piana da uno stretto canale navigabile, il cosiddetto Passaggio dei Fornelli. Fa parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari. Ha una superficie di 52 km² ed è completamente disabitata: gli ultimi residenti la lasciarono infatti nel 1855 per fondare, in parte, il comune di Stintino, situato sul prospiciente promontorio di Capo Falcone.</p>\n<p>Morfologicamente è montuosa, con coste alte e frastagliate, tra le quali si inframmezzano spiagge, cale (come cala Arena e cala Sant'Andrea) e una vegetazione caratterizzata dalla macchia mediterranea, scarsamente alberata per l'attività umana e la mancanza di corsi d'acqua o laghi. L'accesso all'isola è regolato e protetto. Le visite sono possibili soltanto con operatori convenzionati.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.572 seconds\nReal time usage: 0.644 seconds\nPreprocessor visited node count: 2093/1000000\nPreprocessor generated node count: 16090/1500000\nPost‐expand include size: 26348/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2043/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 6/500\nLua time usage: 0.026s\nLua memory usage: 685 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Asinara\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Asinara"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":267.5,"end":297.5},"art":"Carcere dell'Asinara","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Il <b>carcere dell'Asinara</b> è stato un penitenziario attivo nell'isola sarda dell'Asinara, facente parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari. È stato dismesso nel 1998 e, nel 2002, l'intera isola è stata dichiarata Parco nazionale dell'Asinara.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.368 seconds\nReal time usage: 0.386 seconds\nPreprocessor visited node count: 3207/1000000\nPreprocessor generated node count: 11331/1500000\nPost‐expand include size: 2404/2048000 bytes\nTemplate argument size: 788/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Carcere dell'Asinara\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Carcere dell'Asinara"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":363.4,"end":393.4},"art":"Equus asinus var. albina","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>asinello bianco</b>, <i>Equus asinus var. albina</i>, è una sottospecie endemica della Sardegna che vive nell'isola dell'Asinara.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.231 seconds\nPreprocessor visited node count: 649/1000000\nPreprocessor generated node count: 7565/1500000\nPost‐expand include size: 8543/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1710/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Equus asinus var. albina\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Equus asinus var. albina"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":423.2,"end":453.2},"art":"Centaurea horrida","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>fiordaliso spinoso</b> (<i>Centaurea horrida</i> Bad., 1824) è una specie endemica della Sardegna, presente solo in poche stazioni costiere di estensione molto limitata.</p>\n<p>In merito allo stato di conservazione è una specie classificata come <i>vulnerabile</i>: infatti, pur essendo rappresentata da un cospicuo numero di esemplari, il numero limitato di stazioni e la loro ridotta estensione sono un fattore di vulnerabilità che potrebbe pregiudicare la sua sopravvivenza. Il fiordaliso spinoso è localizzato esclusivamente nella parte nord-occidentale della Sardegna, in alcuni siti costieri dell'Asinara e della Nurra, nella zona di Alghero, e nella parte nord-orientale dell'isola sarda, in tre piccole popolazioni disgiunte nell'isola di Tavolara.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.208 seconds\nReal time usage: 0.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 613/1000000\nPreprocessor generated node count: 5471/1500000\nPost‐expand include size: 10450/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2294/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Centaurea horrida\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Centaurea horrida"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":509.5,"end":539.5},"art":"Salicornia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><i><b>Salicornia</b></i> <small>L., 1753</small> è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae (o Amaranthaceae secondo la classificazione APG).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.504 seconds\nReal time usage: 0.534 seconds\nPreprocessor visited node count: 3728/1000000\nPreprocessor generated node count: 16476/1500000\nPost‐expand include size: 7085/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1403/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Salicornia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Salicornia"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":719.6,"end":749.6},"art":"Anglo-arabo sardo","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>L'<b>anglo-arabo sardo</b> è una razza equina allevata in Sardegna da circa un secolo. Nasce dall'incrocio di cavalli indigeni sardi di dimensioni più piccole (Cavallo del Sarcidano, Cavallino della Giara) con cavalli arabi a loro volta incrociati con purosangue inglesi. Un grosso contributo al miglioramento della razza lo si deve all'istituzione nel 1874 del Regio deposito stalloni della Sardegna.</p>\n<p>La razza fu creata per le esigenze dell'arma di cavalleria dell'Esercito italiano. L'esercito cominciò ad incrociare i cavalli indigeni sardi di dimensioni più piccole con stalloni arabi importati dal deserto siriano. Questi derivati arabi risultarono però ancora di statura insufficiente e venne quindi introdotto il purosangue Inglese, producendo cavalli di statura adeguata per gli usi della cavalleria. Il contenuto di sangue arabo deve essere almeno del 25% nel moderno anglo-arabo sardo. I militari condussero molte prove di velocità e resistenza in cui questa razza diede risultati stupefacenti, essendo in grado di percorrere distanze di 100 km al giorno per un paio di giorni con un'adeguata preparazione del cavallo e con congrue soste tra una tappa e l'altra.</p>\n<p>Il cavallo anglo-arabo sardo è usato soprattutto per le corse di velocità e salto ostacoli, ma anche per il cross country e l'equiturismo. Inoltre, la maggioranza dei cavalli che corrono il Palio di Siena sono anglo-arabi sardi. Infine, il reggimento Carabinieri a Cavallo impiega diversi esemplari di questa razza, ripristinandola così alla sua mansione originale di monta per la cavalleria militare .<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.064 seconds\nReal time usage: 0.074 seconds\nPreprocessor visited node count: 33/1000000\nPreprocessor generated node count: 212/1500000\nPost‐expand include size: 51/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anglo-arabo sardo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anglo-arabo sardo"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1097.4,"end":1127.4},"art":"Ovis musimon","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>muflone</b> (<i>Ovis musimon</i> <small>Pallas, 1762</small>) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi.</p>\n<p>Il suo attuale <i>status</i> tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'<i>Ovis orientalis</i>, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di <i>O. orientalis</i>.</p>\n<p>Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste isole mancano infatti reperti fossili di questi animali e si pensa perciò che essi siano stati introdotti in epoca storica dall'uomo a partire da forme semidomestiche di pecora, poi rinselvatichitesi.<br>\nDa qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone) ed in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, in alcune zone prealpine, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano (nella zona di Pugnochiuso, introdotto a scopi venatori nel secondo dopoguerra).<br></p>\n\n<p>Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di <i>habitat</i>, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1128\nCPU time usage: 0.460 seconds\nReal time usage: 0.496 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6394/1500000\nPost‐expand include size: 6346/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1037/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ovis musimon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ovis musimon"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1354,"end":1384.1},"art":"Phalacrocorax aristotelis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>marangone dal ciuffo</b> (<i>Phalacrocorax aristotelis</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus ,1758</span>) è un uccello della famiglia Phalacrocoracidae, la stessa del cormorano con cui è strettamente imparentato.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1118\nCPU time usage: 0.236 seconds\nReal time usage: 0.272 seconds\nPreprocessor visited node count: 454/1000000\nPreprocessor generated node count: 6129/1500000\nPost‐expand include size: 6372/2048000 bytes\nTemplate argument size: 976/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Phalacrocorax aristotelis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Phalacrocorax aristotelis"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":550.6,"end":580.6},"art":"Gabbiano corso","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>gabbiano corso</b> (<i><b>Ichthyaetus audouinii</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Payraudeau, 1826)</span> è un uccello marino della famiglia dei Laridi.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.168 seconds\nReal time usage: 0.200 seconds\nPreprocessor visited node count: 471/1000000\nPreprocessor generated node count: 6167/1500000\nPost‐expand include size: 6208/2048000 bytes\nTemplate argument size: 973/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ichthyaetus audouinii\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ichthyaetus audouinii"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":921.1,"end":951.1},"art":"Buteo buteo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>poiana comune</b> (<i>Buteo buteo</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae, tipico dell'Europa. Ha una lunghezza tipica tra i 51 e i 57 cm con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, rendendolo un predatore di medie dimensioni. Il suo habitat copre la maggior parte dell'Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le zone tranne che in quelle più fredde.</p>\n<p>Preferisce i boschi, ma di solito caccia in territori aperti. Mangia soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali (necrofagia).</p>\n<p>Le poiane sono state in passato tra gli uccelli più cacciati e avvelenati in tutta la Gran Bretagna. Da qualche decennio stanno aumentando di numero e si stanno estendendo ad est dalle loro precedenti roccaforti occidentali.</p>\n<p>Generalmente non si spostano in stormi ma possono essere visti insieme durante una migrazione o in un buon habitat. Lo scrittore vittoriano William Crossing disse di aver visto gruppi di 15 o più in alcuni posti.</p>\n<p>Il richiamo è un querulo <i>pii-eeh</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1131\nCPU time usage: 0.212 seconds\nReal time usage: 0.237 seconds\nPreprocessor visited node count: 459/1000000\nPreprocessor generated node count: 5991/1500000\nPost‐expand include size: 7349/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1198/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Buteo buteo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Buteo buteo"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":981.4,"end":1011.4},"art":"Tartaruga","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'ordine <b>Testudines</b> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span> o <b>Chelonia</b> comprende rettili comunemente noti come <b>tartarughe</b> o <b>testuggini</b>.</p>\n<p>Più precisamente il termine <i>tartaruga</i> indica le tartarughe acquatiche (siano esse d'acqua dolce – come ad esempio gli Emydidae, con membrane di pelle tra gli artigli – o marine – con arti trasformati in pinne), carnivore e con carapace dal profilo basso; mentre si dice <i>testuggine</i> (dal latino <i>testudo</i>) qualunque specie sia adattata alla vita terrestre, erbivora, con possenti artigli e con carapace (generalmente) rialzato.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1130\nCPU time usage: 0.200 seconds\nReal time usage: 0.234 seconds\nPreprocessor visited node count: 475/1000000\nPreprocessor generated node count: 6352/1500000\nPost‐expand include size: 6704/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1366/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Testudines\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Testudines"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":95},"time":{"start":1164.4,"end":1194.4},"art":"Muflone","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>muflone</b> (<i>Ovis musimon</i> <small>Pallas, 1762</small>) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi.</p>\n<p>Il suo attuale <i>status</i> tassonomico, come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei Caprini, è molto discusso: studi effettuati sul DNA delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti filogeneticamente e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'<i>Ovis orientalis</i>, al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come sottospecie di <i>O. orientalis</i>.</p>\n<p>Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste isole mancano infatti reperti fossili di questi animali e si pensa perciò che essi siano stati introdotti in epoca storica dall'uomo a partire da forme semidomestiche di pecora, poi rinselvatichitesi.<br>\nDa qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in Europa continentale a partire dal XVIII secolo, in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in Europa Centrale. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in Cile e negli Stati Uniti (Texas, Hawaii). In Italia, oltre che con una buona popolazione autoctona nel Gennargentu, il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa 5000 esemplari) in alcune isole minori (Isola d'Elba, Asinara, Capraia, Giglio, Marettimo, Zannone) ed in vari punti della penisola, in particolare all'interno del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta in Trentino, dove è stato introdotto durante gli anni Settanta, in alcune zone prealpine, nell'Appennino centro-settentrionale e sul Gargano (nella zona di Pugnochiuso, introdotto a scopi venatori nel secondo dopoguerra).<br></p>\n\n<p>Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di <i>habitat</i>, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.336 seconds\nReal time usage: 0.419 seconds\nPreprocessor visited node count: 518/1000000\nPreprocessor generated node count: 6394/1500000\nPost‐expand include size: 6346/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1037/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ovis musimon\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ovis musimon"}]}

L'Asinara, isola proibita

 

Le tue playlist

In questa area puoi vedere tutti i video che hai memorizzato e che ti sono piaciuti e puoi creare playlist personali.
Per accedere a questa area registrati.
Realizzato grazie al contributo del POR FESR Regione Lazio 2007-2013 – Asse I – Avviso Pubblico "Insieme x Vincere" – Prot. Domanda n.SVLAZ-SU-2012-1038 – Codice CUP n. F84E14000930007 e Avviso pubblico per la presentazione di progetti di innovazione delle micro e piccole imprese - Prot. FILAS-MI-2011-1343 del 3/8/2012 – CUP F87I1200233007
Sponsor