{"video":[],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":54.8,"end":84.8},"art":"Strade romane","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8c/PompeiiStreet.jpg/224px-PompeiiStreet.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p>I Romani, per scopi militari, politici e commerciali, iniziarono la costruzione di lunghe strade diritte. Le <b>Strade Romane</b> erano essenziali per la crescita del loro Impero, in quanto consentivano di muovere rapidamente il loro esercito.</p>\n<p>L'enfasi romana sulla costruzione di strade diritte risultò spesso in tratti ripidi, relativamente impraticabili per gran parte del traffico commerciale. Queste lunghe \"autostrade\" furono molto importanti per il mantenimento della stabilità, e per l'espansione dell'Impero.</p>\n<p>Con il nome di vie (viae in latino) venivano indicate le strade extraurbane che partivano da Roma. Il termine deriva dalla radice indoeuropea <i>*wegh-</i> con il suffisso <i>-ya</i>, che significa \"andare\", ma che esprime anche il senso di \"trasporto\".</p>\n<p>La loro creazione fu inizialmente spontanea, e presero normalmente il nome dalla città alle quali conducevano (via Ardeatina verso Ardea), mentre altre avevano i nomi delle funzioni alle quali servivano (via Salaria) o delle popolazioni che arrivavano a raggiungere (via Latina). A partire dal IV secolo a.C. venne avviata la costruzione di nuove strade, dirette verso regioni lontane e aventi funzioni di tipo principalmente militare, alle quali venne dato il nome dei magistrati che le avevano realizzate, principalmente Censore e console: ne è un esempio la Via Appia, iniziata nel 312 a.C. da Appio Claudio Cieco per aprire la strada verso la Magna Grecia nel contesto delle guerre sannitiche.</p>\n<p>Le strade erano pensate per durare a lungo: prima di tutto veniva scavata una trincea profonda circa 45-60&nbsp;cm, che veniva riempita con successivi strati di terra, pietra e sabbia fino a raggiungere il livello del terreno. Il tutto veniva cementato con la calcina. Poi venivano rivestite di grosse lastre poligonali di basalto o calcare incastrate perfettamente tra loro; gli interstizi erano riempiti da breccia, poi brecciolino, infine le più importanti di rena compattata, per permettere alle bighe (carri leggeri) o ai cavalli di correre veloci (<span title=\"Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">\"Cesare in tre giorni a tappe forzate dalla Gallia raggiunse Brindisi dove si imbarcò per l'Oriente\"</span>).</p>\n\n<p>Questi profondi letti di pietre sbriciolate servivano anche per far sì che le strade rimanessero asciutte, in quanto l'acqua sarebbe filtrata attraverso le pietre, invece di tramutare i terreni argillosi in fango. Erano larghe dai 4 ai 6 metri, così che si potessero incrociare due carri e, talvolta, ai lati vi erano dei marciapiedi lastricati. Le legioni fecero buon uso di queste strade, ed alcune sono tuttora utilizzate, dopo ben due millenni.</p>\n<p>Un proverbio popolare recita che \"tutte le strade portano a Roma\". <span title=\"\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">Le strade romane erano disegnate in quel modo per ostacolare le province dall'organizzare una resistenza contro l'Impero</span>. Al momento della massima espansione dell'Impero la rete viaria romana misurava oltre 80.000 chilometri, ripartiti fra 29 strade che si irradiavano da Roma verso l'Italia e altre che toccavano tutti i territori dell'Impero, dalla Britannia alla Mesopotamia, dalle Colonne d'Ercole al Mar Caspio. Le strade erano dotate di pietre miliari, che indicavano la distanza in miglia dal miliario aureo, ideale \"chilometro zero\" posto nel Foro romano, ai piedi del Campidoglio, da dove venivano conteggiate le miglia di tutte le strade.</p>\n<p><span title=\"Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">La mappa generale della ramificazione delle vie consolari romane era in marmo esposta nel Foro Romano</span>. Di essa venivano realizzate, e vendute, copie in pergamena, con sotto-mappe parziali, ognuna con un particolare itinerario. Quindi, così come accade oggi, il viaggiatore che aveva necessità di raggiungere l'Oriente da Roma acquistava l'itinerario della Via Appia, che lo portava a Brindisi, dove si sarebbe poi imbarcato per la sua destinazione.</p>\n<p>Alloggio e rifornimento erano assicurati da <i>tabernae</i> (taverne) o Poste. Il servizio postale era già allora assicurato in questo modo, ad ogni Posta si ritirava e si lasciava la posta, si cambiavano cavalli e cavalieri. Qui si poteva far tappa per mangiare e dormire, trovare acqua e biada per i cavalli e cambiarli quando si andava di fretta. Le tappe forzate si facevano cambiando continuamente i cavalli e si dormiva nella biga o carro mentre l'Auriga guidava.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.292 seconds\nReal time usage: 0.358 seconds\nPreprocessor visited node count: 790/1000000\nPreprocessor generated node count: 5742/1500000\nPost‐expand include size: 16361/2048000 bytes\nTemplate argument size: 4431/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.014/10.000 seconds\nLua memory usage: 491 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Strade romane\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Strade romane"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":112.6,"end":142.6},"art":"Vie del sale","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Le <b>vie del sale</b> erano gli antichi percorsi e rotte di navigazione utilizzati anticamente dai mercanti del sale.</p>\n<p>Non esisteva un'unica <b>via del sale</b>: i vari popoli emiliani, lombardi e piemontesi avevano ognuno la propria rete di sentieri e collegamenti per portare le merci, principalmente lana e armi, verso il mare e recuperare lì il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo. La produzione di formaggio e di insaccati, la conservazione della carne, del pesce e anche delle olive richiedevano elevate quantità del prezioso elemento. Ma anche attività artigianali come la concia delle pelli e la tintura richiedeva l'uso di sale.</p>\n<p>Mettendo in comunicazione la Pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza si permetteva il commercio di questo materiale prezioso, che era di difficoltoso reperimento nelle regioni del Settentrione, lontane dal mare.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1146\nCPU time usage: 0.172 seconds\nReal time usage: 0.204 seconds\nPreprocessor visited node count: 170/1000000\nPreprocessor generated node count: 1518/1500000\nPost‐expand include size: 3113/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1023/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 5/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vie del sale\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vie del sale"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":152.5,"end":182.5},"art":"Riserva naturale Salina di Tarquinia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/Flag_of_Italy.svg/20px-Flag_of_Italy.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>Riserva naturale Salina di Tarquinia</b> è un'area naturale protetta istituita nel 1980.</p>\n<p>Occupa una superficie di 170 ha, lungo il litorale di Tarquinia, nella provincia di Viterbo, nel Lazio.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.636 seconds\nReal time usage: 0.694 seconds\nPreprocessor visited node count: 5799/1000000\nPreprocessor generated node count: 20035/1500000\nPost‐expand include size: 6316/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2630/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 4/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Riserva naturale Salina di Tarquinia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Riserva naturale Salina di Tarquinia"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":209.2,"end":239.2},"art":"Artemia salina","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>L'<i><b>Artemia salina</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>), nota anche come <b>scimmia di mare</b>, è un piccolo crostaceo d'acqua salata appartenente al genere <i>Artemia</i>, unico genere della famiglia Artemiidae.</p>\n<p>È una specie cosmopolita, che ha sviluppato adattamenti a condizioni di vita estreme che le consentono di colonizzare ambienti ostili quali le pozze delle saline, caratterizzate da alta salinità e da periodica evaporazione dell'acqua.</p>\n<p>L'essiccamento delle pozze in cui vive è superato grazie alla deposizione di uova durature (cisti), in grado di rimanere in uno stato di quiescenza (criptobiosi) per lunghi periodi - vari anni - fino a quando non si ripresentano condizioni favorevoli al loro sviluppo.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1130\nCPU time usage: 0.264 seconds\nReal time usage: 0.539 seconds\nPreprocessor visited node count: 371/1000000\nPreprocessor generated node count: 5691/1500000\nPost‐expand include size: 4411/2048000 bytes\nTemplate argument size: 701/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Artemia salina\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Artemia salina"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":319.4,"end":349.4},"art":"Egretta garzetta","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>garzetta</b> (<i>Egretta garzetta</i>, Linnaeus, 1766) è un uccello pelecaniforme della famiglia degli Ardeidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1196\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.322 seconds\nPreprocessor visited node count: 420/1000000\nPreprocessor generated node count: 5799/1500000\nPost‐expand include size: 6583/2048000 bytes\nTemplate argument size: 941/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Egretta garzetta\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Egretta garzetta"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":415.5,"end":445.5},"art":"Cloruro di sodio","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7c/Selpologne.jpg/200px-Selpologne.jpg\"></div><br><div>\n<p>Il <b>cloruro di sodio</b> è il sale di sodio dell'acido cloridrico ed è il comune <b>sale da cucina</b>.</p>\n<p>A temperatura ambiente si presenta come un solido cristallino incolore e con un odore e un sapore caratteristico. I suoi cristalli hanno un reticolo cubico ai cui vertici si alternano ioni sodio Na e ioni cloruro Cl. 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XXXVIII</b>, istituita con delibera del Commissario Straordinario n. 2453 del 13 settembre 1961 e soppressa con delibera del Commissario Straordinario n° 1529 dell'8 settembre 1993 a seguito dell'istituzione del Comune di Fiumicino, avvenuta con legge regionale n. 25 del 6 marzo 1992.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1193\nCPU time usage: 0.640 seconds\nReal time usage: 0.711 seconds\nPreprocessor visited node count: 4639/1000000\nPreprocessor generated node count: 21304/1500000\nPost‐expand include size: 25507/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2107/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 21/40\nExpensive parser function count: 7/500\nLua time usage: 0.249/10.000 seconds\nLua memory usage: 773 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Fregene\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Fregene"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":639.7,"end":669.7},"art":"Arrone (fiume)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/Flag_of_Italy.svg/20px-Flag_of_Italy.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il fiume <b>Arrone</b> è un corso d'acqua del Lazio in provincia di Roma, da non confondere con un omonimo torrente anch'esso laziale, ma in provincia di Viterbo.</p>\n<p>Lungo 37&nbsp;km, drena il Lago di Bracciano e sfocia nel Mar Tirreno circa un chilometro a Nord-Ovest della città di Maccarese.</p>\n<p>Il bacino misura 125&nbsp;km² di superficie.</p>\n<p>Pur configurandosi emissario del lago di Bracciano, il contributo del lago alla portata del fiume è esiguo, e in alcuni mesi dell'anno del tutto nullo..</p>\n<p>Nell'alto bacino sono presenti le sorgenti dell'Acqua Claudia.</p>\n<p>Dall'estremità sudorientale del lago, a quota 164 nsln, il fiume si dirige da Nord Ovest a Sud Est per circa 3&nbsp;km, poi si dirige a Sud per 12&nbsp;km e quindi a Sud Ovest fino alla foce. In questo tratto confluisce il Rio Maggiore, affluente di destra. Subito a valle di questa confluenza il bacino dell'Arrone è attraversato dalla Strada Statale Aurelia.</p>\n<p>Alla foce è presente un prezioso ambiente umido che, insieme a tutta l'area contigua coperta da macchia mediterranea detta Bosco Foce dell'Arrone, fa parte della Riserva naturale Litorale romano.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.148 seconds\nReal time usage: 0.191 seconds\nPreprocessor visited node count: 480/1000000\nPreprocessor generated node count: 8744/1500000\nPost‐expand include size: 2245/2048000 bytes\nTemplate argument size: 467/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Arrone (fiume)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Arrone (fiume)"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":778.1,"end":808.1},"art":"Oasi di Macchiagrande","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2e/Oasi_di_Macchiagrande_-_Canale.JPG/260px-Oasi_di_Macchiagrande_-_Canale.JPG\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>oasi di Macchiagrande</b> è una riserva ecologica sita nei pressi dell'aeroporto di Fiumicino, tra Fregene e Focene, e gestita dal WWF Italia.</p>\n<p>Collocata sul litorale laziale del Mar Tirreno, dal 1996 fa parte della Riserva naturale Litorale romano e ospita numerose specie di uccelli acquatici e della macchia mediterranea. Presenti inoltre l'istrice, il coniglio e numerose tartarughe.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.620 seconds\nReal time usage: 0.697 seconds\nPreprocessor visited node count: 5788/1000000\nPreprocessor generated node count: 19995/1500000\nPost‐expand include size: 5964/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2409/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 4/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Oasi di Macchiagrande\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Oasi di Macchiagrande"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":826.1,"end":856.1},"art":"Fulica","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Fulica</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span> è un genere di uccelli acquatici della famiglia dei Rallidi, comunemente noti come <b>folaghe</b>.</p>\n<p>La maggior varietà di specie si riscontra in Sudamerica ed è probabile che questo genere abbia avuto origine là.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1137\nCPU time usage: 0.560 seconds\nReal time usage: 2.119 seconds\nPreprocessor visited node count: 505/1000000\nPreprocessor generated node count: 6244/1500000\nPost‐expand include size: 7459/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1365/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.052/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.14 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Fulica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Fulica"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":886,"end":916},"art":"Scarabeo stercorario","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>L'espressione <b>Scarabeo stercorario</b> si riferisce a diverse specie di scarabei che si nutrono di sterco e che raccolgono il loro nutrimento (per conservarlo o per deporvi le uova) facendone caratteristiche pallottole e facendole rotolare sul suolo. Questo genere di comportamento viene esibito da diverse specie delle famiglie <i>Scarabaeidae</i> e <i>Geotrupidae</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.236 seconds\nReal time usage: 0.515 seconds\nPreprocessor visited node count: 164/1000000\nPreprocessor generated node count: 1620/1500000\nPost‐expand include size: 2383/2048000 bytes\nTemplate argument size: 839/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Scarabeo stercorario\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Scarabeo stercorario"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":973.3,"end":1003.3},"art":"Hierophis viridiflavus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>biacco</b> (<i><b>Hierophis viridiflavus</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Lacépède</span>, 1789)), precedentemente classificato come <i>Coluber viridiflavus</i> è un serpente frequente nelle campagne e nei giardini, sia in terreni rocciosi, secchi e soleggiati, sia in luoghi più umidi come le praterie e le rive dei fiumi. È detto anche <i>milordo</i> o <i>colubro verde e giallo</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1122\nCPU time usage: 0.416 seconds\nReal time usage: 0.611 seconds\nPreprocessor visited node count: 525/1000000\nPreprocessor generated node count: 6301/1500000\nPost‐expand include size: 7872/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1353/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.037/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.14 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hierophis viridiflavus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hierophis viridiflavus"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":929,"end":959},"art":"Merops apiaster","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>gruccione</b> (<i><b>Merops apiaster</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un variopinto uccello appartenente alla famiglia Meropidae.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1135\nCPU time usage: 0.476 seconds\nReal time usage: 0.519 seconds\nPreprocessor visited node count: 561/1000000\nPreprocessor generated node count: 6502/1500000\nPost‐expand include size: 9317/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1222/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.052/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.32 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Merops apiaster\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Merops apiaster"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1307,"end":1337},"art":"Pesca a strascico","lang":"it","wiki":"<div><p>La <b>pesca a strascico</b> è un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete può essere trainata da una o due barche.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1130\nCPU time usage: 0.104 seconds\nReal time usage: 0.894 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pesca a strascico\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pesca a strascico"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1263,"end":1293},"art":"Posidonia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><i><b>Posidonia</b></i> è un genere di piante acquatiche, unico genere della famiglia delle <b>Posidoniaceae</b> (Angiosperme Monocotiledoni). Il nome del genere deriva dal greco <i>Ποσειδών</i>, Poseidone, il dio del mare.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1117\nCPU time usage: 0.304 seconds\nReal time usage: 0.468 seconds\nPreprocessor visited node count: 524/1000000\nPreprocessor generated node count: 5274/1500000\nPost‐expand include size: 6688/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1333/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.006/10.000 seconds\nLua memory usage: 478 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Posidonia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Posidonia"}]}
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