{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":410,"end":860.856599},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":511,"end":860.856599},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":330,"end":860.856599},"spot":null,"idx":2,"id":"vd-2","videoId":2}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":95.8,"end":125.8},"art":"Buon selvaggio","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Buon selvaggio</b> è la denominazione di un mito basato sulla convinzione che l'uomo in origine fosse un \"animale\" buono e pacifico, solo successivamente corrotto dalla società e dal progresso.</p>\n<p>Nella cultura del Primitivismo del XVIII secolo, il \"buon selvaggio\" era considerato più lodevole, più autenticamente nobile dei prodotti dell'educazione civilizzata. Nonostante l'espressione \"buon selvaggio\" fosse già comparsa nel 1672 in <i>La conquista di Granada</i> di John Dryden (1672), la rappresentazione idealizzata di un \"gentiluomo della natura\" fu un aspetto caratteristico del Sentimentalismo del secolo successivo.</p>\n<p>Il concetto di \"buon selvaggio\" si rifà a un'idea di umanità sgombra dalla civiltà: la normale essenza di uomo senza impedimenti. Poiché tale concetto incarna la convinzione che senza i freni della civilizzazione gli uomini siano essenzialmente buoni, le sue fondamenta giacciono nella dottrina della bontà degli esseri umani, espressa nel primo decennio del Settecento da Anthony Shaftesbury, che incitava un aspirante autore “a cercare quella semplicità dei modi, e quel comportamento innocente, che era spesso noto ai meri selvaggi; prima che essi fossero corrotti dai nostri commerci” (<i>Advice to an Author</i>, Part III). La sua opposizione alla dottrina del peccato originale, figlia dell'atmosfera ottimistica dell'Umanesimo rinascimentale, venne raccolta da un suo coevo, il saggista Richard Steele, che attribuiva la corruzione dei comportamenti contemporanei a un'educazione falsa.</p>\n<p>Il concetto di buon selvaggio ha connessioni speciali in particolare con il Romanticismo e con la filosofia romantica di Jean-Jacques Rousseau. La frase iniziale dell'<i>Émile</i> di Rousseau (1762), che ha come sottotitolo \"o dell'educazione\" è:</p>\n\n<p>Nel tardo diciottesimo secolo, la pubblicazione e la diffusione di numerose relazioni sui viaggi d'esplorazione nelle terre australi (in particolare quelle di Bougainville e James Cook) parvero presentare un'intatta cultura edenica conservatasi nei Mari del Sud, dove né la civiltà né la cristianizzazione erano ancora giunte. A partire dal 1784 tale opinione divenne un elemento così accettato nei discorsi correnti che Benjamin Franklin ne derise alcune sue incoerenze in <i>Remarks concerning the savages of North America</i> (1784). Il celebre romanzo <i>Paul et Virginie</i>, in cui Bernardin de Saint-Pierre racconta il destino di un \"figlio della natura\" corrotto dal sentimentalismo falso e artificiale, apparve nel 1787 e <i>Atala</i>, storia d'amore di \"due selvaggi\" di Chateaubriand, uscì nel 1801.</p>\n<p>La stessa opinione comparve in molti altri libri all'inizio del XIX secolo. Per certi aspetti il celebre <i>Frankenstein, o il moderno Prometeo</i> di Mary Shelley (1818) può essere annoverato fra di essi: il suo mostro infatti incarna l'ideale. Selvaggi buoni sono quelli del romanziere americano James Fenimore Cooper (come in <i>L'ultimo dei Mohicani</i>, del 1826) o dell'autore tedesco Karl May (1842-1912) nelle sue storie sul Selvaggio West. Aldous Huxley ne fornì un esempio moderno nel \"selvaggio\" John del suo romanzo <i>Il mondo nuovo</i> (pubblicato nel 1932).<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1203\nCPU time usage: 0.132 seconds\nReal time usage: 0.159 seconds\nPreprocessor visited node count: 66/1000000\nPreprocessor generated node count: 491/1500000\nPost‐expand include size: 1971/2048000 bytes\nTemplate argument size: 209/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.014s\nLua memory usage: 797 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Buon selvaggio\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Buon selvaggio"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":135.4,"end":165.4},"art":"Pan (zoologia)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><i><b>Pan</b></i> è un genere di primati della famiglia degli Hominidae detti comunemente <i>scimpanzé</i>.</p>\n<p>Comprende due specie:</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1134\nCPU time usage: 0.716 seconds\nReal time usage: 0.770 seconds\nPreprocessor visited node count: 5043/1000000\nPreprocessor generated node count: 17575/1500000\nPost‐expand include size: 9754/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2079/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pan (zoologia)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pan (zoologia)"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":172.8,"end":202.8},"art":"Popoli indigeni del Brasile","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>I <b>popoli indigeni del Brasile</b> (<i><b>povos indígenas brasileiros</b></i> in Portoghese) comprendono un grande numero di gruppi etnici distinti che hanno abitato l'odierno Brasile ancor prima dell'arrivo degli europei, intorno al 1500. Come Cristoforo Colombo, che pensava di aver raggiunto le Indie orientali, i primi esploratori portoghesi chiamarono queste genti con il nome di <i>indios</i> (\"indiani\"), un nome che è usato ancora oggi.</p>\n<p>Ai tempi delle prime esplorazioni europee, i popoli indigeni erano tradizionalmente tribù semi-nomadi che vivevano di caccia, pesca ed agricoltura. Molte delle circa 2000 tribù che esistevano furono sterminate con gli insediamenti degli europei, mentre molte altre furono assimilate al popolo brasiliano.</p>\n<p>La popolazione indigena è stata in gran parte uccisa dagli spagnoli ai tempi della colonizzazione delle Americhe, passando da una popolazione pre-colombiana stimata in milioni a circa 300.000 (1997), raggruppati in circa 200 tribù: probabilmente uno dei maggiori genocidi nella storia dell'umanità. Tuttavia, il numero potrebbe essere molto superiore se si prendessero in considerazione anche le popolazioni urbane indigene in tutte le città del Brasile di oggi. Molte delle tribù sopravvissute cambiarono totalmente il loro stile di vita pur di sopravvivere, sostentandosi di commercio praticato con le società dei coloni o assimilandosi alle popolazioni urbane di origine europea. Solo alcune tribù s'isolarono completamente nelle remote regioni dell'Amazzonia, mantenendo ancora oggi la loro piena identità culturale.</p>\n<p>Negli ultimi 50 anni ci sono stati cambiamenti nelle politiche verso i popoli indigeni, con creazioni di riserve e leggi speciali, che hanno permesso a questi gruppi di raggiungere la cifra approssimativa di 300.000 persone (1997), raggruppate in circa 200 tribù. Gli indios brasiliani diedero comunque un notevole contributo allo sviluppo economico e culturale del Brasile; si pensi ai generi alimentari prodotti e commerciati da queste tribù. Nell'ultimo censimento delle autorità brasiliane (2000) circa 700.000 brasiliani si sono classificati come indigeni.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1116\nCPU time usage: 0.080 seconds\nReal time usage: 0.095 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Popoli indigeni del Brasile\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Popoli indigeni del Brasile"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":322,"end":352},"art":"Sturnus vulgaris","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Lo <b>storno comune</b> (<i><b>Sturnus vulgaris</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Sturnidae, originario dell'Eurasia ma introdotto in tutti i continenti tranne America Meridionale e Antartide.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1192\nCPU time usage: 0.216 seconds\nReal time usage: 0.254 seconds\nPreprocessor visited node count: 556/1000000\nPreprocessor generated node count: 6454/1500000\nPost‐expand include size: 9788/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2156/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sturnus vulgaris\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sturnus vulgaris"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":374.1,"end":404.1},"art":"Micromys minutus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>Topolino delle risaie</b> (<i><b>Micromys minutus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Pallas, 1771</span>) è l'unica specie vivente del genere <i><b>Micromys</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Dehne, 1841</span>), diffusa in gran parte dell'Ecozona paleartica.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.192 seconds\nReal time usage: 0.218 seconds\nPreprocessor visited node count: 526/1000000\nPreprocessor generated node count: 6343/1500000\nPost‐expand include size: 7069/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1113/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Micromys minutus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Micromys minutus"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":471.3,"end":501.3},"art":"Felis silvestris catus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>gatto domestico</b> (<i><b>Felis silvestris catus</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Schreber</span>, 1775) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felidi.</p>\n<p>Si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con certificazioni. Essenzialmente territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccoli animali, specialmente roditori. Per comunicare utilizza vari vocalizzi (più di 16), le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni. Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da solo a manipolare semplici meccanismi come le maniglie delle porte.</p>\n<p>È il felino col più vasto areale nel mondo e con la popolazione più numerosa, protagonista anche di fenomeni di inselvatichimento così ampi da determinarne l'inclusione nelle elenco delle 100 specie invasive più dannose del mondo da parte dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.256 seconds\nReal time usage: 0.289 seconds\nPreprocessor visited node count: 566/1000000\nPreprocessor generated node count: 6468/1500000\nPost‐expand include size: 8780/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1474/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Felis silvestris catus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Felis silvestris catus"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":515.7,"end":545.7},"art":"Rupicapra rupicapra","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>camoscio alpino</b> (<i>Rupicapra rupicapra</i>, Linnaeus 1758) è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Bovidi. Di aspetto molto simile alle capre, viene incluso con esse e con le pecore nella sottofamiglia dei Caprini.</p>\n<p>È piuttosto simile alle altre due specie del genere Rupicapra, il camoscio dei Pirenei (<i>Rupicapra pyrenaica</i>), che vive, appunto, sui Pirenei, e il camoscio Appenninico (Ssp. <i>Rupicapra pyrenaica ornata</i>), quest'ultima endemica dell'Appennino Italiano centrale e, considerata una sottospecie del camoscio dei Pirenei.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1128\nCPU time usage: 0.240 seconds\nReal time usage: 0.275 seconds\nPreprocessor visited node count: 477/1000000\nPreprocessor generated node count: 6049/1500000\nPost‐expand include size: 7914/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1235/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Rupicapra rupicapra\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Rupicapra rupicapra"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":568.1,"end":598.1},"art":"Gallus gallus domesticus","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n\n<p>Il <b>pollo</b> (<i>Gallus gallus domesticus</i> o <i>Gallus sinae</i>, Linnaeus 1758) è un uccello domestico derivante da varie specie selvatiche di origini indiane. Darwin attribuì la paternità solo al <i>Gallus gallus bankiva</i> per vari motivi, tra cui la somiglianza del colore del piumaggio con quello di alcune razze domestiche, la variabilità delle sottospecie di <i>Gallus gallus</i> a seconda del luogo di diffusione, la fecondità delle uova derivanti dall'accoppiamento con i polli domestici. Questa posizione è notevolmente mutata nel corso del ventesimo secolo, sulla base di esperienze di ibridazione effettuate con le altre specie selvatiche. Oggi si può affermare che varie specie hanno contribuito alla creazione dei polli domestici <i>Gallus gallus domesticus</i>. I polli domestici sono sempre stati allevati per moltissimi scopi: carne, uova, piume, compagnia, gare di combattimento tra galli, motivazioni religiose, sportive od ornamentali.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.232 seconds\nReal time usage: 0.283 seconds\nPreprocessor visited node count: 602/1000000\nPreprocessor generated node count: 7604/1500000\nPost‐expand include size: 8384/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1928/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 490 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Gallus gallus domesticus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Gallus gallus domesticus"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":641,"end":671},"art":"Amphiprioninae","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La sottofamiglia <i><b>Amphiprioninae</b></i> comprende un gruppo di pesci teleostei comunemente chiamati <b>pesci pagliaccio</b>. Sono chiamati così per le loro livree estremamente colorate, tendenti al rosso-arancio e striate di bianco o nero. Il corpo è compresso latero-lateralmente, con grandi pinne arrotondate e adatte solo a piccoli spostamenti. Sono diffusi nell'Oceano Indiano e nel Pacifico.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.188 seconds\nReal time usage: 0.213 seconds\nPreprocessor visited node count: 408/1000000\nPreprocessor generated node count: 6051/1500000\nPost‐expand include size: 3982/2048000 bytes\nTemplate argument size: 719/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Amphiprioninae\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Amphiprioninae"}]}

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