{"video":[],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":88.3,"end":118.3},"art":"Adolf Hitler","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/10/Bundesarchiv_Bild_183-S33882,_Adolf_Hitler_retouched.jpg/225px-Bundesarchiv_Bild_183-S33882,_Adolf_Hitler_retouched.jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Adolf Hitler</b> (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945) è stato un politico austriaco naturalizzato tedesco, Cancelliere del Reich dal 1933 e dittatore, col titolo di <i>Führer</i>, della Germania dal 1934 al 1945. Fu il capo del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, noto con il nome abbreviato di Partito Nazista, e il principale <i>ideologo</i> del nazionalsocialismo.</p>\n<p>Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie e dei disoccupati, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, e conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria, nel gennaio del 1933.</p>\n<p>Nel 1934, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, si attribuì per legge il titolo di <i>Führer</i> e Cancelliere del Reich, accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un regime dittatoriale. Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta principalmente ad espandere il <i>Lebensraum</i> (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun.</p>\n<p>Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu fautore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali (etnie romanì, popolazioni slave, testimoni di Geova, omosessuali, prigionieri di guerra, comunisti, oppositori politici, disabili fisici e mentali) e in particolar modo gli ebrei. Segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal 1941 di un piano d'internamento ed eliminazione totale noto con il nome di \"Soluzione finale\", al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di <i>Shoah</i> od Olocausto. La parola genocidio fu coniata dall'ebreo polacco Raphael Lemkin in un'opera del 1944 sulle politiche di sterminio naziste.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1204\nCPU time usage: 0.516 seconds\nReal time usage: 0.559 seconds\nPreprocessor visited node count: 3856/1000000\nPreprocessor generated node count: 24813/1500000\nPost‐expand include size: 8200/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3445/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 16/40\nExpensive parser function count: 15/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Adolf Hitler\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Adolf Hitler"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":162.9,"end":192.9},"art":"Benito Mussolini","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/8/8a/Mussolini_mezzobusto.jpg/225px-Mussolini_mezzobusto.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n<p><b>Benito Amilcare Andrea Mussolini</b>, noto semplicemente come <b>Benito Mussolini</b> e con l'appellativo <b>Duce</b> (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945), è stato un uomo politico, giornalista&nbsp;e dittatore italiano.</p>\n<p>Fondatore del fascismo, fu Presidente del Consiglio del Regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Nel gennaio 1925 assunse <i>de facto</i> poteri dittatoriali e dal dicembre dello stesso anno acquisì il titolo di Capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d'Etiopia, aggiunse, al titolo di Duce, quello di \"Fondatore dell'Impero\". Divenne Primo Maresciallo dell'Impero il 30 marzo 1938 e fu capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945.</p>\n<p>Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista <i>Avanti!</i> dal 1912. Convinto anti-interventista negli anni della guerra italo-turca e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'<i>Avanti!</i> e fondò <i>Il Popolo d'Italia</i>, schierato su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal PSI. Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la \"vittoria mutilata\", fondò i Fasci italiani di combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma politico nazionalista e radicale.</p>\n<p>Nel contesto di forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere; forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28 ottobre 1922 con la Marcia su Roma, Mussolini ottenne l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre), a 39 anni il più giovane a conseguire l'incarico dall'unità d'Italia ad oggi (2013). Dopo il contestato successo alle elezioni politiche del 1924, instaurò nel gennaio 1925 la dittatura, risolvendo con forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi consolidò il regime, affermando la supremazia del potere esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito.</p>\n<p>Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia, provocando l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò quindi i franchisti nella Guerra civile spagnola e si avvicinò alla Germania Nazista di Adolf Hitler, con il quale stabilì un legame che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali.</p>\n<p>Nel 1940, ritenendo ormai prossima la vittoria delle Potenze dell'Asse, fece entrare l'Italia nella seconda guerra mondiale al fianco della Germania. In seguito alle disfatte subite dalle Forze Armate italiane e alla messa in minoranza durante il Gran consiglio del fascismo (ordine del giorno Grandi del 24 luglio 1943), fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler, instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale Italiana. In seguito alla definitiva sconfitta delle forze italotedesche, abbandonò Milano la sera del 25 aprile 1945, dopo aver invano cercato di trattare la resa. Il tentativo di fuga si concluse il 27 aprile con la cattura da parte dei partigiani a Dongo, sul Lago di Como. Fu fucilato il giorno seguente insieme alla sua amante Claretta Petacci.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1205\nCPU time usage: 0.512 seconds\nReal time usage: 0.568 seconds\nPreprocessor visited node count: 3261/1000000\nPreprocessor generated node count: 16902/1500000\nPost‐expand include size: 18321/2048000 bytes\nTemplate argument size: 7314/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 10/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Benito Mussolini\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Benito Mussolini"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":252.3,"end":282.3},"art":"Invasione giapponese della Manciuria","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/85/IJA_troops_enter_Mukden.jpg/300px-IJA_troops_enter_Mukden.jpg\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>invasione giapponese della Manciuria</b> fu un'invasione terrestre della regione cinese della Manciuria, da parte dell'Armata del Kwantung dell'Esercito imperiale giapponese. L'attacco cominciò il 19 settembre 1931, portando in pochi giorni all'occupazione dell'intera regione. La crisi sino-giapponese si arrestò ufficialmente il 27 febbraio 1932, quando i giapponesi instaurarono il governo fantoccio del Manciukuò e firmarono una tregua con il governo cinese, destinata a non durare a lungo.</p>\n<p>Durante l'invasione non vi furono scontri rilevanti tra i due eserciti e l'occupazione della Manciuria ebbe più che altro una rilevanza a livello politico.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.332 seconds\nReal time usage: 0.388 seconds\nPreprocessor visited node count: 1160/1000000\nPreprocessor generated node count: 9039/1500000\nPost‐expand include size: 38532/2048000 bytes\nTemplate argument size: 16291/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.014s\nLua memory usage: 485 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Invasione giapponese della Manciuria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Invasione giapponese della Manciuria"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":312,"end":342},"art":"Paul von Hindenburg","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/21/Liebermann_portret_van_Paul_von_Hindenburg.jpg/225px-Liebermann_portret_van_Paul_von_Hindenburg.jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg</b> (Posen, 2 ottobre 1847 – Gut Neudeck, 2 agosto 1934) fu un generale e politico tedesco.</p>\n<p>Figura importante della prima guerra mondiale, esercitò il comando supremo dell'Esercito tedesco sul Fronte orientale, ottenendo notevoli vittorie contro i russi. Dal 1916, promosso feldmaresciallo, assunse la guida militare di tutte le forze del Reich dirigendo, in collaborazione con il suo abile capo di Stato Maggiore generale Erich Ludendorff, lo sforzo bellico tedesco fino alla fine della guerra nel novembre 1918.</p>\n<p>Godendo di grande fama e prestigio presso il popolo tedesco anche dopo la sconfitta, fu Reichspräsident della Repubblica di Weimar dal 1925 al 1934, anno della sua morte. Durante il suo secondo mandato presidenziale assistette e in parte avallò gli eventi che condussero alla nascita del Terzo Reich hitleriano.</p>\n<p>Hindenburg era un esponente dell'aristocrazia terriera prussiana ed era ritenuto un conservatore, che auspicava una restaurazione della monarchia tedesca. Anche se sperava che uno dei principi Hohenzollern venisse nominato a succedergli come capo di Stato, non tentò di usare i suoi poteri in favore di una tale restaurazione e si considerò vincolato dal giuramento di fedeltà che aveva prestato alla Costituzione di Weimar.</p>\n<p>Lo zeppelin LZ 129 <i>Hindenburg</i> portava tale nome in suo onore.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1126\nCPU time usage: 0.840 seconds\nReal time usage: 0.886 seconds\nPreprocessor visited node count: 4826/1000000\nPreprocessor generated node count: 24382/1500000\nPost‐expand include size: 5877/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2318/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 16/40\nExpensive parser function count: 15/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Paul von Hindenburg\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Paul von Hindenburg"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":358.5,"end":388.5},"art":"Putsch di Monaco","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d7/Bundesarchiv_Bild_146-2007-0003,_Soldaten_bei_der_Verhaftung_von_Stadträten.jpg/250px-Bundesarchiv_Bild_146-2007-0003,_Soldaten_bei_der_Verhaftung_von_Stadträten.jpg\"></div><br><div>\n<p>Il <b>Putsch di Monaco</b> (noto anche come \"Putsch della birreria\", in tedesco <i>Bierhallenputsch</i>) fu un tentativo fallito di colpo di Stato (<i>Putsch</i> è l'equivalente tedesco di questa locuzione) organizzato ed attuato da Adolf Hitler tra l'8 novembre ed il 9 novembre del 1923, assieme ad altri leader del Kampfbund, tra cui Erich Ludendorff.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1146\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.250 seconds\nPreprocessor visited node count: 345/1000000\nPreprocessor generated node count: 2498/1500000\nPost‐expand include size: 13631/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2325/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.022s\nLua memory usage: 483 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Putsch di Monaco\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Putsch di Monaco"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":455,"end":485},"art":"Incendio del Reichstag","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>L'<b>incendio del Reichstag</b> fu un incendio doloso al Palazzo del Reichstag a Berlino avvenuto il 27 febbraio 1933. L'evento è considerato cruciale per l'affermazione del nazismo in Germania.</p>\n<p>Alle 21:14 della sera del 27 febbraio 1933 una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l'allarme che il Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, stava bruciando. L'incendio sembrò essersi originato in diversi punti, e per il momento in cui polizia e pompieri arrivarono, una grossa esplosione aveva mandato in fiamme l'aula dei deputati. Alla ricerca di indizi, la polizia trovò Marinus van der Lubbe, mezzo nudo, che si nascondeva dietro l'edificio.</p>\n<p>Adolf Hitler e Hermann Göring arrivarono poco dopo, e quando gli fu mostrato van der Lubbe, un noto agitatore comunista, Göring dichiarò immediatamente che il fuoco era stato appiccato dai comunisti e fece arrestare i capi del partito. Vengono arrestati e processati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj Tanev e Vasil Popov. Hitler si avvantaggiò della situazione per dichiarare lo stato di emergenza e incoraggiare il vecchio Presidente Paul von Hindenburg a firmare il Decreto dell'incendio del Reichstag, che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar.</p>\n<p>Secondo la polizia, van der Lubbe sostenne di aver appiccato il fuoco per protestare contro il sempre maggiore potere dei nazisti. Sotto tortura, egli confessò ancora, e fu portato in giudizio, assieme ai leader del Partito Comunista all'opposizione. Con i propri capi in prigione e senza accesso alla stampa, i comunisti furono pesantemente sconfitti alle successive elezioni, e a quei deputati comunisti (e alcuni socialdemocratici) che furono eletti al <i>Reichstag</i> non fu permesso, dalle SA, di prendere il loro posto in parlamento. Hitler fu sospinto al potere con il 44% dei voti e costrinse i partiti minori a dargli la maggioranza dei due terzi per il suo Decreto dei pieni poteri, che gli diede il diritto di governare per decreto e sospendere molte libertà civili.</p>\n<p>Al Processo di Lipsia, celebrato otto mesi dopo, van der Lubbe fu riconosciuto colpevole e condannato a morte. Fu decapitato il 10 gennaio 1934, tre giorni prima del suo venticinquesimo compleanno.</p>\n<p>D'altra parte, in uno degli ultimi atti di uno stato costituzionale, in quello stesso processo la corte del <i>Reichsgericht</i> assolse la dirigenza del partito comunista: cosa ancora più rimarchevole alla luce del fatto che il principale imputato, l'agente del Comintern Georgi Dimitrov, aveva sostenuto, in un clima politico di forti intimidazioni, che i comunisti erano estranei all'incendio e che legittimo era il sospetto che i veri colpevoli fossero Hitler, Goering e Goebbels. Questo fece infuriare Hitler, che decretò che, da quel momento in poi, il tradimento, assieme ad altri reati, sarebbe stato giudicato solamente dal neocostituito <i>Volksgerichtshof</i> (la \"Corte del popolo\"), che divenne tristemente noto per l'enorme numero di condanne a morte inflitte sotto la guida di Roland Freisler. L'autodifesa di Dimitrov, intanto, veniva tradotta e diffusa in tutto il mondo (si veda il libro \"Il processo di Lipsia\", Editori Riuniti), mentre in vari paesi inchieste indipendenti dimostravano che tutta la vicenda costituiva una montatura dei nazisti finalizzata a mettere fuori legge il partito comunista e perseguitarne i militanti. In effetti, nelle settimane successive, furono oltre quattromila i quadri del partito a essere arrestati.</p>\n<p>Gli storici generalmente concordano che van der Lubbe, talvolta descritto come un mezzo matto o un provocatore, fu in qualche modo coinvolto nell'incendio del Reichstag. L'estensione del danno, comunque, rende molto improbabile che egli, se coinvolto, avesse agito da solo. Considerando la velocità con cui il fuoco invase l'edificio, è quasi certo che una sola persona non avrebbe potuto appiccare un incendio di così vaste proporzioni, e così repentinamente letale; la reputazione di van der Lubbe di essere uno sciocco assetato di fama, e i commenti oscuri di alcuni ufficiali nazisti, oltre a numerosi altri fatti, fanno dunque ritenere alla grande maggioranza degli studiosi che la gerarchia nazista fosse coinvolta nella vicenda, al fine di ottenerne quel guadagno politico che in effetti ci fu, e che cambiò il destino dell'Europa.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.088 seconds\nReal time usage: 0.099 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Incendio del Reichstag\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Incendio del Reichstag"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":598.8,"end":628.8},"art":"Bücherverbrennungen","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>I cosiddetti <i><b>Bücherverbrennungen</b></i> (in italiano <i>roghi di libri</i>) sono stati dei roghi organizzati nel 1933 dalle autorità della Germania nazista, durante i quali vennero bruciati tutti i libri non corrispondenti all'ideologia nazista.</p>\n<p>I roghi, concepiti per eliminare \"lo spirito non tedesco\", vennero organizzati dalla Deutsche Studentenschaft (Associazione degli studenti tedeschi). Il più grande rogo avvenne il 10 maggio 1933 nell'Opernplatz berlinese; in questo giorno, infatti, si organizzò un grande falò dove vennero gettati i libri considerati dai nazisti \"contrari allo spirito tedesco\". Nello stesso giorno il gerarca nazista Joseph Goebbels vi tenne perfino un discorso, dove affermava che i roghi erano un ottimo modo \"per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato\".<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1127\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.204 seconds\nPreprocessor visited node count: 134/1000000\nPreprocessor generated node count: 926/1500000\nPost‐expand include size: 3910/2048000 bytes\nTemplate argument size: 751/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.016s\nLua memory usage: 795 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Bücherverbrennungen\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Bücherverbrennungen"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":768,"end":798},"art":"Notte dei lunghi coltelli","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f5/Bundesarchiv_Bild_102-03643A,_Schorfheide,_Überführung_Karin_Göring.jpg/240px-Bundesarchiv_Bild_102-03643A,_Schorfheide,_Überführung_Karin_Göring.jpg\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>notte dei lunghi coltelli</b> (la traduzione in tedesco è <i>Nacht der langen Messer</i>, ma in Germania l'evento è ricordato come <i><b>Röhm-Putsch</b></i>, secondo l'espressione coniata dal regime nazista), fu l'epurazione (avvenuta a mano delle SS) che ebbe luogo in Germania per ordine di Adolf Hitler il 30 giugno 1934, che coinvolse i vertici delle SA – le squadre d'assalto naziste – riuniti nella cittadina di Bad Wiessee, oppositori del regime, vecchi nemici o ex compagni politici di Hitler, e alcune persone estranee alla vita politica o militare tedesca. Secondo i dati forniti il 13 luglio dallo stesso Cancelliere del Reich, furono assassinate 71 persone, ma il totale delle vittime fu stimato tra le 150 e 200; di 85 di esse si conosce il nome.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.192 seconds\nPreprocessor visited node count: 416/1000000\nPreprocessor generated node count: 2957/1500000\nPost‐expand include size: 5584/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2177/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Notte dei lunghi coltelli\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Notte dei lunghi coltelli"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":684.7,"end":714.7},"art":"Gioventù Hitleriana","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/05/Hitlerjugend.svg/80px-Hitlerjugend.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>La <b>Gioventù Hitleriana</b> (in tedesco <i><b>Hitler-Jugend</b></i>, abbreviata in <b>HJ</b>) fu un'organizzazione giovanile fondata dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori nel 1926 per accogliere i giovani, a partire dai 10 anni, e prepararli a servire nelle forze armate e divenire «buoni cittadini», attraverso un sistema di addestramento militare e paramilitare.</p>\n<p>Lo sviluppo della Gioventù Hitleriana si inserì nel quadro del vasto processo di <i>Gleichschaltung</i> inteso come «allineamento» del popolo tedesco al «nuovo ordine» ottenuto attraverso l'eliminazione di ogni forma di individualismo e finalizzato a sviluppare fedeltà ed obbedienza all'ideologia nazista. Il loro motto era <i>Blut und Ehre</i> (Sangue ed onore).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1196\nCPU time usage: 0.152 seconds\nReal time usage: 0.180 seconds\nPreprocessor visited node count: 270/1000000\nPreprocessor generated node count: 2346/1500000\nPost‐expand include size: 2295/2048000 bytes\nTemplate argument size: 579/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 1/500\nLua time usage: 0.011s\nLua memory usage: 792 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Gioventù Hitleriana\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Gioventù Hitleriana"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":900,"end":930},"art":"Giochi della XI Olimpiade","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/16/Olympic_logo_1936.jpg/175px-Olympic_logo_1936.jpg\"></div><br><div>\n<p>I <b>Giochi della XI Olimpiade</b> si sono svolti a Berlino (Germania) dal 1º al 16 agosto 1936.</p>\n<p>La decisione dello svolgimento dei Giochi olimpici a Berlino venne presa il 13 maggio 1931, quando la Germania era ancora una repubblica democratica. Quando nel 1933 Adolf Hitler salì al potere molte nazioni avanzarono la proposta di cambiare sede, ma il CIO rifiutò. Anche il Führer all'inizio si mostrò molto riluttante all'idea di dovere organizzare i Giochi olimpici, poi però quando Joseph Goebbels, il ministro della propaganda, gli fece capire che tale occasione poteva rivelarsi un'efficace opera di propaganda, egli cambiò idea.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1121\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.300 seconds\nPreprocessor visited node count: 703/1000000\nPreprocessor generated node count: 3421/1500000\nPost‐expand include size: 7620/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1967/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Giochi della XI Olimpiade\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Giochi della XI Olimpiade"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1021.9,"end":1051.9},"art":"Guerra civile spagnola","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/6/67/Spanish_War_1936-1938.gif/250px-Spanish_War_1936-1938.gif\"></div><br><div>\n\n\n<p>La <b>guerra civile spagnola</b> (nota in Italia anche semplicemente come <b>guerra di Spagna</b>), fu un conflitto combattuto dal luglio 1936 all'aprile 1939 fra i nazionalisti noti come <i>Nacionales</i>, autori del colpo di stato ai danni della seconda repubblica spagnola, ed i <i>Republicanos</i> composti da truppe fedeli al governo repubblicano, guidato dal Fronte Popolare di ispirazione marxista.</p>\n<p>La guerra, che portò al crollo della repubblica, segnò l'inizio della dittatura del generale Francisco Franco (il cosiddetto <i>franchismo</i>), che manifestava grande interesse per l'ideologia del fascismo, grazie anche ai consistenti aiuti da parte della Germania nazista e dell'Italia fascista.<br>\nEssa viene ritenuta il banco di prova dello scontro che avrebbe di lì a poco contrapposto le dittature nazi-fasciste alla dittatura comunista dell'Unione Sovietica e ai paesi democratici dell'occidente: la seconda guerra mondiale.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCPU time usage: 0.352 seconds\nReal time usage: 0.457 seconds\nPreprocessor visited node count: 761/1000000\nPreprocessor generated node count: 9075/1500000\nPost‐expand include size: 35632/2048000 bytes\nTemplate argument size: 11476/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.014s\nLua memory usage: 483 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra civile spagnola\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Guerra civile spagnola"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1140.1,"end":1170.1},"art":"Anschluss","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il termine tedesco <i><b>Anschluss</b></i> <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">ˈʔanʃlʊs</span> (letteralmente <i>connessione</i>, <i>annessione</i>, <i>collegamento</i>, <i>inclusione</i>) si riferisce, in senso strettamente politico, all'annessione dell'Austria alla Germania per formare la \"Grande Germania\" nel 1938. Questo termine si contrappone all'<i><b>Ausschluss</b></i>, l'esclusione dell'Austria dalla Germania, all'epoca sotto l'implicita dominazione del Regno di Prussia.</p>\n<p>L'Anschluss fu il soggetto di un dibattito inconcludente precedente alla Guerra Austro-Prussiana del 1866, in cui la sconfitta dell'Austria permise a Otto von Bismarck di costruire nel 1871 l'Impero tedesco. Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale, l'articolo 80 del Trattato di Versailles del 1919 vietò esplicitamente l'inclusione dell'Austria nella Germania; stesso divieto fu ribadito dall'articolo 88 del trattato di Saint-Germain-en-Laye. Secondo il quotidiano francese <i>Le Figaro</i> «l'Anschluss fu il fatto più grave e carico di conseguenze dalla fine del primo conflitto mondiale».<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.132 seconds\nReal time usage: 0.161 seconds\nPreprocessor visited node count: 236/1000000\nPreprocessor generated node count: 2013/1500000\nPost‐expand include size: 7864/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2195/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anschluss\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anschluss"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1278.4,"end":1308.4},"art":"Conferenza e accordo di Monaco","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9c/Bundesarchiv_Bild_183-R69173,_Münchener_Abkommen,_Staatschefs.jpg/250px-Bundesarchiv_Bild_183-R69173,_Münchener_Abkommen,_Staatschefs.jpg\"></div><br><div>\n<p>La <b>conferenza di Monaco</b> si tenne dal 29 al 30 settembre 1938, fra i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania e Italia. L'oggetto della conferenza, avvenuta circa un anno prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, fu la discussione delle rivendicazioni tedesche sulla porzione di territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti (popolazione di etnia tedesca) e si concluse con l'<b>accordo di Monaco</b>, che portò all'annessione di vasti territori della Cecoslovacchia da parte dello stato tedesco. Poiché i rappresentanti cecoslovacchi non vennero fatti partecipare alle trattative, il trattato venne da essi etichettato come <i>Diktat di Monaco</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1203\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.279 seconds\nPreprocessor visited node count: 802/1000000\nPreprocessor generated node count: 2070/1500000\nPost‐expand include size: 15973/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3229/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.014s\nLua memory usage: 483 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza e accordo di Monaco\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Conferenza e accordo di Monaco"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1399.5,"end":1429.5},"art":"Winston Churchill","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9c/Sir_Winston_S_Churchill.jpg/225px-Sir_Winston_S_Churchill.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n<p>Sir <b>Winston Leonard Spencer Churchill</b> (Woodstock, 30 novembre 1874 – Londra, 24 gennaio 1965) è stato un politico, storico e giornalista britannico.</p>\n<p>Conosciuto principalmente per aver guidato la Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale, è stato primo ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 e successivamente dal 1951 al 1955. Noto statista, oratore e stratega, Churchill fu inoltre un ufficiale dell'esercito britannico. Autore prolifico, vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 per i suoi scritti storici.</p>\n<p>Durante la sua carriera nell'esercito, Churchill combatté con il corpo di spedizione chiamato Malakand Field Force nella battaglia di Omdurman in Sudan e durante la seconda guerra boera in Sudafrica. In questo periodo riuscì inoltre a raggiungere la fama come corrispondente di guerra.</p>\n<p>Sulla scena politica per quasi sessant'anni, ricoprì numerose cariche politiche e di governo. Nei primi anni del Novecento, durante i governi liberali, fu a capo del Ministero per il commercio e l'industria (<i>Board of Trade</i>) e Segretario di Stato per gli Affari interni (<i>Home Secretary</i>).</p>\n<p>Durante la prima guerra mondiale fu Primo Lord dell'Ammiragliato e Ministro delle Munizioni (il ministero che sovrintendeva alla produzione bellica). Combatté anche con l'esercito sul fronte occidentale e comandò il <i>6th Battalion of the Royal Scots Fusiliers</i>. Nel periodo tra le due guerre fu Ministro della Guerra e dell'Aviazione, Ministro delle Colonie e Cancelliere dello Scacchiere (il Ministro delle Finanze britannico).</p>\n<p>Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Churchill fu nominato Primo Lord dell'Ammiragliato. Successivamente in seguito alle dimissioni di Neville Chamberlain il 10 maggio 1940, divenne Primo Ministro del Regno Unito e guidò la Gran Bretagna alla vittoria contro le Potenze dell'Asse. I suoi discorsi furono di grande ispirazione alle forze alleate impegnate in combattimento. Dopo la sconfitta alle elezioni del 1945, Churchill divenne leader dell'opposizione. Nel 1951 divenne nuovamente Primo Ministro fino al ritiro definitivo dalla scena politica nel 1955. 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Il campo era situato nei pressi della cittadina di Dachau, a circa 16 km a nord-ovest di Monaco di Baviera, nel sud della Germania.</p>\n<p>Nel 1933 inizia così per la città di Dachau un lungo periodo buio e drammatico, a causa di questo nefasto avvenimento, al quale il nome della cittadina rimarrà per sempre legato.</p>\n<p>Nel <i>Münchner Neuesten Nachrichten</i> apparve, con ciniche motivazioni, questa ferale notizia firmata da Himmler, Presidente della Polizia della città di Monaco:</p>\n<p>«Mercoledì 22 marzo 1933 verrà aperto nelle vicinanze di Dachau il primo campo di concentramento. Abbiamo preso questa decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza di agire per la tranquillità del popolo e secondo il suo desiderio.»</p>\n<p>Al tempo della sua costruzione il terreno non faceva parte della città di Dachau, ma del comune di Prittlbach. Il <i>lager</i> fu installato sfruttando una precedente costruzione di una ex fabbrica di munizioni in disuso, la vecchia <i>Königlichen Pulver- und Munitionsfabrik Dachau</i> – la \"Fabbrica reale di polveri e di munizioni di Dachau\", costruita durante la prima guerra mondiale. Dal 1936 al 1938, demolita la fabbrica, grandi lavori, eseguiti dai prigionieri, ampliarono il campo di Dachau portandolo alla forma attuale; solo il lager di prigionia vero e proprio, con le baracche dei prigionieri, formava un rettangolo di circa 300m di larghezza e 600m di lunghezza. Il terreno era paludoso, non godeva di un buon clima: era umido, nebbioso, desolato; non certo adatto alla salute dei prigionieri.<br>\nDachau servì da modello a tutti i lager nazisti eretti successivamente; fu la scuola dell'omicidio delle SS che esportarono negli altri lager \"Lo spirito di Dachau\", il \"terrore senza pietà\". Nel campo transitarono circa 200.000 persone e, secondo i dati del Museo di Dachau, 41.500 vi persero la vita. I deportati in arrivo al <i>lager</i> percorrevano una larga strada curata, la <i>Lagerstrasse</i>, al termine della quale era situato il cosiddetto <i>Jourhaus</i>, la \"porta dell'inferno\", il simmetrico edificio del comando di campo con una posticcia torretta di guardia sul tetto; lo <i>Jourhaus</i> è attraversato nel mezzo dall'arco d'ingresso al campo; l'arco è completamente chiuso, a sua volta, da un'estesa grata in ferro battuto con un piccolo cancello al centro, che reca la scritta: <i>Arbeit macht frei</i>; con gli anni questo cinico slogan di Dachau, che significa \"Il lavoro rende liberi\", venne esportato in numerosi altri <i>lager</i> e divenne il tristemente famoso simbolo della menzogna nazista laddove il lavoro non liberò mai nessuno ma fu invece usato come strumento di morte principale per lo sterminio scientifico, così giovevole all'economia del Reich.</p>\n<p>Del grande numero di prigionieri che varcarono il cancello con quella scritta non è rimasto nulla.</p>\n<p>Dachau, insieme con il campo di sterminio di Auschwitz, è, nell'immaginario collettivo, il simbolo dei campi di concentramento nazisti.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1141\nCPU time usage: 0.236 seconds\nReal time usage: 0.270 seconds\nPreprocessor visited node count: 382/1000000\nPreprocessor generated node count: 2239/1500000\nPost‐expand include size: 7989/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2252/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.010s\nLua memory usage: 498 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Campo di concentramento di Dachau\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Campo di concentramento di Dachau"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1741.6,"end":1771.6},"art":"Patto Molotov-Ribbentrop","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Il <b>Patto Molotov-Ribbentrop</b>, talvolta chiamato <b>Patto Hitler-Stalin</b>, fu un trattato di non aggressione fra la Germania Nazista e l'Unione Sovietica. Venne firmato a Mosca, il 23 agosto 1939, dal Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Molotov e dal Ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop.</p>\n<p>Si trattò di una conseguenza della decisione di Stalin, dubbioso della reale volontà delle potenze europee occidentali di opporsi all'espansionismo aggressivo della Germania nazista, di ricercare un accordo con Hitler per contenerne la spinta verso est, per acquisire vasti territori appartenuti all'Impero zarista, e per dirottare le mire tedesche verso ovest, guadagnando tempo per rafforzare i suoi preparativi militari. Hitler accolse prontamente la sorprendente disponibilità sovietica contando di sfruttare l'accordo per concentrare le sue forze a ovest, senza temere minacce alle spalle pur mantenendo le sue mire strategiche a lungo termine verso le terre dell'est.</p>\n<p>L'accordo, considerato da alcuni storici uno dei fattori causali determinanti dell'inizio della seconda guerra mondiale (1º Settembre 1939), definiva, tra l'altro, le sfere di influenza del Terzo Reich e dell'Unione Sovietica per le zone vicine ai confini dei due stati. Le conseguenze immediate più importanti del trattato furono la divisione del territorio polacco tra sovietici e tedeschi e l'occupazione delle repubbliche baltiche, da parte dell'Armata Rossa.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1145\nCPU time usage: 0.056 seconds\nReal time usage: 0.071 seconds\nPreprocessor visited node count: 22/1000000\nPreprocessor generated node count: 146/1500000\nPost‐expand include size: 51/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Patto Molotov-Ribbentrop\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Patto Molotov-Ribbentrop"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1781.6,"end":1811.6},"art":"Campagna di Polonia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/72/Schleswig_Holstein_firing_Gdynia_13.09.1939.jpg/250px-Schleswig_Holstein_firing_Gdynia_13.09.1939.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p>La <b>campagna di Polonia</b> (in polacco <i>Wojna obronna 1939 roku</i> «la guerra difensiva dell'anno 1939» o <i>Kampania wrześniowa</i> «campagna di settembre»; in tedesco <i>Polenfeldzug</i> «campagna di Polonia»; in russo <i>Вторжение в Польшу</i>, <i>Vtorženie v Pol'šu</i>) fu l'attacco alla Polonia compiuto su due fronti: dal 1º settembre 1939 dalla Germania e dal 17 settembre dall'Unione Sovietica, allo scopo di spartirsi il territorio polacco al termine delle operazioni.</p>\n<p>La campagna iniziata il 1º settembre ebbe termine il 6 ottobre con la resa delle ultime forze polacche; l'invasione della Polonia segnò l'inizio della seconda guerra mondiale, in quanto l'aggressione tedesca spinse, il 3 settembre, i paesi Alleati della Polonia, Regno Unito e Francia, a dichiarare guerra al Terzo Reich. L'esercito della più grande potenza industriale d'Europa si scontrava con il ben più piccolo esercito polacco: l'esito dell'invasione era scontato, ma anche se il risultato delle operazioni era prevedibile, non lo fu però il modo in cui queste si svolsero.</p>\n<p>La campagna del 1939 fu il primo esempio di un nuovo metodo di condurre la guerra, per il quale gli strateghi di Berlino coniarono il termine \"Blitzkrieg\" (guerra lampo), dove le forze tedesche sperimentarono e misero appunto sul campo le tattiche di combattimento impiegate sul finire della prima guerra mondiale con la moderna tecnologia offerta dai carri armati, dagli aerei e dalle radiocomunicazioni, allo scopo di creare una nuova modalità di guerra caratterizzata dall'uso combinato di quelle nuove forze.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1133\nCPU time usage: 0.628 seconds\nReal time usage: 0.707 seconds\nPreprocessor visited node count: 1712/1000000\nPreprocessor generated node count: 14965/1500000\nPost‐expand include size: 52644/2048000 bytes\nTemplate argument size: 19909/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.019s\nLua memory usage: 489 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna di Polonia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Campagna di Polonia"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":1875,"end":1913},"art":"Linea Maginot","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/90/Lignemaginot.jpg/280px-Lignemaginot.jpg\"></div><br><div>\n<p>La <b>Linea Maginot</b> è un complesso integrato di fortificazioni, opere militari, ostacoli anti-carro, postazioni di mitragliatrici, sistemi di inondazione difensivi, caserme e depositi di munizioni realizzati dal 1928 al 1940 dal Governo francese a protezione dei confini che la Francia aveva in comune con il Belgio, il Lussemburgo, la Germania, la Svizzera e l'Italia. Il sistema è caratterizzato dalla non contiguità delle varie componenti e dall'utilizzazione integrata e sistemica di tutte le possibili alternative offerte dalle moderne tecnologie balistiche. In tale quadro, le varie componenti fortificate utilizzano non solo il tiro diretto, ma anche quello fiancheggiante e quello indiretto. Benché il termine \"Linea Maginot\" si riferisca all'intero sistema di fortificazioni che va dal Mare del Nord al Mare Mediterraneo (oltre alla Corsica), gli ambiti geografici dove furono realizzate le opere più complesse, sofisticate, moderne e potenti furono quello al confine nord-est con la Germania ed il Lussemburgo (detto anche \"Anciens Fronts\") e quelle realizzate sul confine franco-italiano (la cosiddetta \"Linea Maginot alpina\", in francese <i>Ligne Alpine</i>).</p>\n<p>In un quadro culturale dominato dall'eredità delle fortificazioni cinquecentesche, dall'opera di Sébastien Le Prestre de Vauban, dal concetto operativo della fortificazione a base poligonale e, per ultimo, dalle realizzazioni di Raymond Adolphe Séré de Rivières successive alla Guerra franco-Prussiana, il suo concetto operativo e la sua costruzione derivarono direttamente dalle esperienze della prima guerra mondiale (bombardamenti di artiglierie pesanti, l'uso di armi chimiche (gas asfissianti, vescicanti, ecc), fronti statici articolati su imponenti sistemi trincerati) e dalle innovazioni nel campo della balistica e delle costruzioni in cemento armato. Il risultato fu un sistema di fortificazioni campali permanenti pesantemente armate e protette, la cui costruzione fu talmente costosa da inficiare sensibilmente il bilancio dello Stato francese e le decisioni strategiche che furono prese alla fine degli Anni Venti del XX secolo in termini di capacità operative militari da sviluppare/realizzare. Il sistema così realizzato, che all'epoca ebbe un'eco sensazionale sull'opinione pubblica e sull'immaginazione collettiva, avvolto com'era da un'aura di mistero e di segretezza, fece erroneamente credere all'esercito francese e ad altri eserciti europei che la Difesa dello Stato potesse essere conseguita esclusivamente con un tale sistema, e che non fosse così prioritario integrare tale capacità con altre provenienti dall'implementazione di concetti operativi tipo il Potere Aereo o delle moderne dottrine di impiego dei Carri Armati, che risultarono poi fondamentali nel corso della Seconda Guerra Mondiale.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.231 seconds\nPreprocessor visited node count: 540/1000000\nPreprocessor generated node count: 3841/1500000\nPost‐expand include size: 11306/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2713/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.015s\nLua memory usage: 525 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Linea Maginot\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Linea Maginot"},{"id":"wk-18","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2058.6,"end":2088.6},"art":"Vidkun Quisling","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><b>Vidkun Abraham Lauritz Jonssøn Quisling</b> (Fyresdal, 18 luglio 1887 – Oslo, 24 ottobre 1945) è stato un militare e politico norvegese.</p>\n<p>Ufficiale dell'esercito e fondatore nel 1933 del partito fascista norvegese, il Nasjonal Samling, fu uno dei più famosi collaborazionisti, mettendosi al servizio di Hitler e delle forze armate tedesche che all'inizio della Seconda guerra mondiale avevano occupato la Norvegia. Durante l'invasione capeggiò un governo fantoccio che aveva il compito di tradurre in atto la volontà degli occupanti. Fu presidente della Norvegia dal febbraio 1942 alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre il legittimo governo socialdemocratico di Johan Nygaardsvold si trovava in esilio a Londra. Nel corso del conflitto il termine \"quisling\" fu perciò usato per indicare i capi dei governi collaborazionisti con i nazisti. Tale denominazione si adopera ancora oggi nei confronti dei governi che si mettono al servizio degli occupanti stranieri.</p>\n<p>Al termine della guerra Quisling venne fatto prigioniero dal Fronte patriottico norvegese. Dopo un processo per alto tradimento, venne condannato a morte e giustiziato il 24 ottobre 1945.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1201\nCPU time usage: 0.112 seconds\nReal time usage: 0.142 seconds\nPreprocessor visited node count: 54/1000000\nPreprocessor generated node count: 333/1500000\nPost‐expand include size: 1261/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 11/500\nLua time usage: 0.029s\nLua memory usage: 1.25 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vidkun Quisling\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vidkun Quisling"},{"id":"wk-19","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2314.1,"end":2344.1},"art":"Heinz Guderian","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d2/Heinz_Guderian.jpg/213px-Heinz_Guderian.jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Heinz Wilhelm Guderian</b> (Kulm, 17 giugno 1888 – Schwangau, 14 maggio 1954) è stato un generale tedesco. Tra i più abili generali della seconda guerra mondiale, è considerato il padre e l'ufficiale più importante delle truppe corazzate tedesche, che contribuì a organizzare durante gli anni trenta e guidò poi sul campo con grande efficacia nel periodo iniziale della guerra, conseguendo una serie di clamorosi successi.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1114\nCPU time usage: 0.316 seconds\nReal time usage: 0.364 seconds\nPreprocessor visited node count: 483/1000000\nPreprocessor generated node count: 3036/1500000\nPost‐expand include size: 11255/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3157/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 13/500\nLua time usage: 0.060s\nLua memory usage: 1.33 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Heinz Guderian\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Heinz Guderian"},{"id":"wk-20","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2483.2,"end":2513.2},"art":"Campagna di Francia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/34/Battle_of_France_collage.jpg/250px-Battle_of_France_collage.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n<p>La <b>campagna di Francia</b> (nella storiografia tedesca <i>Westfeldzug</i>), fu l'insieme delle operazioni militari tedesche che portarono all'invasione della Francia, del Belgio, dei Paesi Bassi e del Lussemburgo durante la seconda guerra mondiale. La campagna militare consistette in due grandi operazioni denominate dal comando supremo tedesco, <i>Fall Gelb</i> (\"piano giallo\") e <i>Fall Rot</i> (\"caso rosso\"). La prima operazione, iniziata il 10 maggio 1940 al termine della cosiddetta \"strana guerra\", si riferisce all'invasione tedesca di Belgio, dei Paesi Bassi, del Lussemburgo e della Francia. Mentre la seconda operazione si riferisce all'aggiramento della Linea Maginot e del consolidamento dell'avanzata all'interno della Francia.</p>\n<p>La <i>Wehrmacht</i>, contrariamente alle previsioni alleate, impegnò la maggior parte delle proprie forze corazzate nelle Ardenne con la manovra detta <i>Sichelschnitt</i> (\"colpo di falce\"), aggirando in tal modo la Linea Maginot e cogliendo impreparati gli Alleati. Il 10 giugno l'Italia dichiarò guerra alla Francia, mentre il 14 giugno Parigi venne occupata dalle truppe tedesche, e il governo francese riparava a Bordeaux. La Francia capitolò il 25 giugno. La guerra sul fronte occidentale si concluse con una spettacolare vittoria tedesca, ottenuta grazie all'ampio impiego delle forze corazzate e meccanizzate, la cooperazione fra le forze di terra e la <i>Luftwaffe</i>, e i lanci di paracadutisti oltre le linee nemiche.</p>\n<p>Stipulata la pace, la Francia venne divisa in una zona militare di occupazione a nord e lungo le coste dell'Atlantico, mentre a sud fu instaurato un governo collaborazionista, la Repubblica di Vichy. Il Corpo di Spedizione Britannico (BEF) venne evacuato dal territorio francese durante la battaglia di Dunkerque, nell'ambito dell'operazione Dynamo, assieme a diverse unità francesi che erano scampate all'accerchiamento, durante le prime fasi dell'attacco tedesco, e che costituirono il nucleo della forze della Francia Libera sotto il comando di Charles de Gaulle.</p>\n<p>La Francia rimase occupata per quattro anni durante i quali venne costruito un imponente sistema difensivo, il Vallo Atlantico, allo scopo di prevenire sbarchi degli Alleati nell'Europa continentale. Solo con lo sbarco in Normandia del giugno 1944, iniziò la campagna di liberazione della Francia dal regime nazista.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1198\nCPU time usage: 0.596 seconds\nReal time usage: 0.689 seconds\nPreprocessor visited node count: 2176/1000000\nPreprocessor generated node count: 16610/1500000\nPost‐expand include size: 61784/2048000 bytes\nTemplate argument size: 23483/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.015s\nLua memory usage: 586 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna di Francia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Campagna di Francia"},{"id":"wk-21","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2523.7,"end":2553.7},"art":"Philippe Pétain","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/34/Philippe_Pétain_(en_civil,_autour_de_1930).jpg/225px-Philippe_Pétain_(en_civil,_autour_de_1930).jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Henri-Philippe-Omer Pétain</b> <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">/ɑ̃ˈʁi fiˈlip ɔˈmɛʁ peˈtɛ̃/</span> (Cauchy-à-la-Tour, 24 aprile 1856 – L'Île-d'Yeu, 23 luglio 1951) è stato un generale e politico francese.</p>\n\n<p>Generale molto amato durante la Prima guerra mondiale, fu a capo del governo collaborazionista di Vichy dal 1940 al 1944, in seguito al Secondo armistizio di Compiègne.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.376 seconds\nReal time usage: 0.584 seconds\nPreprocessor visited node count: 1081/1000000\nPreprocessor generated node count: 7054/1500000\nPost‐expand include size: 12365/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2632/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 14/500\nLua time usage: 0.059s\nLua memory usage: 1.49 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Philippe Pétain\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Philippe Pétain"},{"id":"wk-22","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2563.9,"end":2593.9},"art":"Charles de Gaulle","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/18/Bundesarchiv_B_145_Bild-F010324-0002,_Flughafen_Köln-Bonn,_Adenauer,_de_Gaulle-cropped.jpg/225px-Bundesarchiv_B_145_Bild-F010324-0002,_Flughafen_Köln-Bonn,_Adenauer,_de_Gaulle-cropped.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n\n<p><b>Charles André Joseph Marie de Gaulle</b> (<span class=\"noprint\"><span class=\"unicode audiolink\">audio</span></span>) /ʃaʁl ɑ̃'dʁe ʒɔ'zɛf ma'ʁi də gol/ (Lilla, 22 novembre 1890 – Colombey-les-deux-Églises, 9 novembre 1970) è stato un generale e politico francese.</p>\n<p>Dopo la sua fuga a Londra nel giugno del 1940, fu scelto come capo e rappresentante della Francia libera, che ha combattuto contro il regime di Vichy e contro l'occupazione italiana e tedesca della Francia durante la seconda guerra mondiale. Presidente del governo provvisorio della Repubblica francese 1944-1946, ultimo presidente del Consiglio (1958-1959) della Quarta Repubblica, è stato il promotore della fondazione della Quinta Repubblica, della quale fu primo presidente dal 1959-1969.</p>\n<p>Unico Gran Maestro dell'Ordine della Liberazione, come militare prese parte a entrambe le guerre mondiali. Benché durante la seconda fuggì in Gran Bretagna e da lì dagli stessi inglesi fu incaricato di organizzare la ricostituzione dell'esercito della Francia libera e i collegamenti con la resistenza nel territorio francese occupato dall'esercito tedesco, scelto dagli Alleati come rappresentante della Francia non legata alla Germania nazista. Diversi anni dopo la guerra divenne il presidente della quinta Repubblica francese dal 1959 al 1969.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1130\nCPU time usage: 0.580 seconds\nReal time usage: 0.652 seconds\nPreprocessor visited node count: 1435/1000000\nPreprocessor generated node count: 8003/1500000\nPost‐expand include size: 22088/2048000 bytes\nTemplate argument size: 5530/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 13/500\nLua time usage: 0.092s\nLua memory usage: 1.79 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Charles de Gaulle\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Charles de Gaulle"},{"id":"wk-23","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2870.4,"end":2900.4},"art":"Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/6/66/Collage-BattagliaAtlantico.jpg/250px-Collage-BattagliaAtlantico.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p>La <b>battaglia dell'Atlantico</b>, termine coniato nel 1941 dal primo ministro del Regno Unito Winston Churchill, fu la campagna militare navale ed aerea che si protrasse più a lungo e con maggiore continuità di tutta la seconda guerra mondiale. Iniziata contemporaneamente all'avvio delle ostilità, durò fino alla capitolazione della Germania, raggiungendo il suo apice, come tonnellaggio di naviglio affondato, nel periodo tra il 1940 ed il 1943.</p>\n<p>All'inizio della guerra la <i>Kriegsmarine</i> impiegò unità di superficie e sottomarine al fine di limitare il flusso di approvvigionamenti, provenienti dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e successivamente all'Unione Sovietica attraverso i convogli che attraversavano l'Atlantico, scortati da navi britanniche, canadesi e dopo il 7 dicembre 1941 anche statunitensi; dopo l'entrata in guerra dell'Italia alle unità sottomarine tedesche si unirono anche alcuni sommergibili della Regia Marina.</p>\n<p>Le parti in conflitto erano consapevoli dell'importanza della battaglia dell'Atlantico per le sorti della guerra in Europa; il Regno Unito, memore del ruolo giocato dalla guerra sottomarina indiscriminata condotta dalla marina tedesca nel corso della prima guerra mondiale, si impegnò al massimo per mantenere le sue vitali comunicazioni marittime ed inoltre cercò un maggior coinvolgimento militare statunitense nel sistema dei convogli mentre, sul fronte opposto, Adolf Hitler, pur cosciente dell'importanza della lotta contro il naviglio mercantile del nemico, emanò disposizioni al fine di evitare qualsiasi ostilità verso il naviglio statunitense per non fornire pretesti alla potenza americana per entrare direttamente in guerra, disposizioni che in alcune occasioni furono tuttavia disattese.</p>\n<p>La battaglia conobbe sensibili variazioni di intensità, ma, a partire dal 1943, la situazione volse a netto favore degli Alleati, che furono in grado di conquistare il predominio nella guerra di superficie grazie alla loro schiacciante superiorità di mezzi, ed anche di contrastare efficacemente, grazie anche all'impiego di strumenti, quali il radar ed il sonar, e di tattiche nuove, quali i pattugliatori navali, le portaerei di scorta e gli aerei a lungo raggio, i raggruppamenti di sommergibili della <i>Kriegsmarine</i>, che, dopo un inizio a loro favorevole e notevoli successi parziali, cominciarono progressivamente a subire grosse perdite fino alla definitiva sconfitta.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1140\nCPU time usage: 0.636 seconds\nReal time usage: 0.718 seconds\nPreprocessor visited node count: 1337/1000000\nPreprocessor generated node count: 15147/1500000\nPost‐expand include size: 58208/2048000 bytes\nTemplate argument size: 23880/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.019s\nLua memory usage: 486 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)"},{"id":"wk-24","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":2910.3,"end":2940.3},"art":"Operazione Leone marino","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>L'<b>operazione Leone marino</b> (<i>Unternehmen Seelöwe</i>) era il nome in codice tedesco per l'invasione dell'Inghilterra, programmata durante la seconda guerra mondiale dalla Germania nazista.</p>\n<p>L'Alto Comando dell'esercito tedesco era convinto che dopo la resa della Francia la Gran Bretagna avrebbe richiesto la pace; visto però che non veniva presa nessuna iniziativa in questo senso, Hitler ordinò di pianificare un'invasione via mare. La Wehrmacht decise di impiegare per questa operazione ben 20 divisioni, il cui sbarco doveva essere assicurato dalla Luftwaffe, piuttosto che dalla marina tedesca che disponeva di poche unità. Se gli uomini di Göring fossero riusciti ad annientare la RAF e a distrarre la Royal Navy dalla Manica, le truppe tedesche avrebbero avuto buone possibilità di sbarcare in Inghilterra senza perdite rilevanti. Difatti una volta a terra, avrebbero dovuto affrontare ben 25 divisioni, sprovviste però di armi moderne, trasporti e mezzi corazzati, e sparse dal Kent a Cromarty, ignare di dove il nemico sarebbe sbarcato.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.120 seconds\nReal time usage: 0.144 seconds\nPreprocessor visited node count: 204/1000000\nPreprocessor generated node count: 5879/1500000\nPost‐expand include size: 13286/2048000 bytes\nTemplate argument size: 6100/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione Leone marino\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Operazione Leone marino"},{"id":"wk-25","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":3130.8,"end":3160.8},"art":"Francisco Franco","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Franco0001.PNG/225px-Franco0001.PNG\"></div><br><div>\n<p><b>Francisco Franco y Bahamonde</b>, solitamente abbreviato in <b>Francisco Franco</b> e conosciuto anche come il <i><b>Generalísimo Franco</b></i> o il <i><b>Caudillo de España</b></i> (Ferrol, 4 dicembre 1892 – Madrid, 20 novembre 1975), è stato un generale e politico spagnolo. Fu l'instauratore, in Spagna, di un regime dittatoriale noto come franchismo, parzialmente ispirato al fascismo. Rimase al potere dalla vittoria nella guerra civile spagnola del 1939 fino alla sua morte nel 1975.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.257 seconds\nPreprocessor visited node count: 786/1000000\nPreprocessor generated node count: 4533/1500000\nPost‐expand include size: 7280/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2565/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.030s\nLua memory usage: 1.24 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Francisco Franco\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Francisco Franco"},{"id":"wk-26","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":3200.5,"end":3230.5},"art":"Invasione della Jugoslavia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/14/Invasion_of_Yugoslavia_lines_of_attack_Why_We_Fight_no._5.jpg/250px-Invasion_of_Yugoslavia_lines_of_attack_Why_We_Fight_no._5.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n\n\n\n\n<p>L'<b>invasione della Jugoslavia</b>, chiamata anche <b>Guerra d'aprile</b> (soprattutto per la storiografia jugoslava), fu l'attacco sferrato dalle potenze dell'Asse contro il Regno di Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale. L'ordine dell'invasione, attuata alle ore 5,15 del 6 aprile 1941, fu impartito dalla <i>direttiva del Führer n.25</i>, che Adolf Hitler emanò il 27 marzo 1941.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1123\nCPU time usage: 0.548 seconds\nReal time usage: 0.629 seconds\nPreprocessor visited node count: 1562/1000000\nPreprocessor generated node count: 10781/1500000\nPost‐expand include size: 36754/2048000 bytes\nTemplate argument size: 12063/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.019s\nLua memory usage: 484 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Invasione della Jugoslavia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Invasione della Jugoslavia"},{"id":"wk-27","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":3246.1,"end":3276.1},"art":"Campagna italiana di Grecia","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/21/Second_world_war_europe_1941_map_de.png/250px-Second_world_war_europe_1941_map_de.png\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>Campagna italiana di Grecia</b> ebbe inizio il 28 ottobre 1940, quando le truppe del Regio Esercito italiano, partendo dalle proprie basi albanesi, entrarono in territorio ellenico. Le forze greche riuscirono a contenere l'offensiva iniziale italiana e successivamente anche a contrattaccare. La guerra di posizione in montagna si trascinò fino all'aprile 1941, quando i tedeschi, con una blitzkrieg, invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.360 seconds\nReal time usage: 0.409 seconds\nPreprocessor visited node count: 1287/1000000\nPreprocessor generated node count: 10133/1500000\nPost‐expand include size: 33490/2048000 bytes\nTemplate argument size: 10720/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.014s\nLua memory usage: 487 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna italiana di Grecia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Campagna italiana di Grecia"},{"id":"wk-28","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":3442.8,"end":3472.8},"art":"Operazione Barbarossa","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/36/OperazioneBarbarossa.png/300px-OperazioneBarbarossa.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><b>Operazione Barbarossa</b> (in tedesco <i>Unternehmen Barbarossa</i>) è stata la denominazione in codice tedesca per l'invasione dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale; tale nome fu ispirato dalle gesta dell'imperatore Federico Barbarossa.</p>\n<p>L'attacco, previsto originariamente per il 15 maggio 1941, venne posposto da Hitler prima al 27 dello stesso mese e successivamente al 22 giugno, a causa del colpo di stato anti-tedesco di Belgrado.</p>\n<p>Fu la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi; il fronte orientale, aperto con l'inizio dell'operazione, fu il più grande e importante teatro bellico dell'intera seconda guerra mondiale e vi si svolsero alcune tra le più grandi e sanguinose battaglie della storia. Nei quattro anni che seguirono l'apertura delle ostilità tra Germania ed Unione Sovietica, decine di milioni di militari e civili persero la vita o patirono enormi sofferenze, sia a causa degli aspri ed incessanti scontri che delle condizioni di vita miserevoli in cui vennero a trovarsi.</p>\n<p>L'operazione, iniziata meno di due mesi dopo il deludente risultato della battaglia d'Inghilterra, avrebbe dovuto costituire un punto di svolta decisivo per assicurare la vittoria totale del Terzo Reich ed il suo predominio sul blocco continentale eurasiatico, ma il suo fallimento, assorbendo buona parte delle risorse umane, economiche e militari della Germania, provocò la sua completa disfatta.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1118\nCPU time usage: 0.948 seconds\nReal time usage: 1.047 seconds\nPreprocessor visited node count: 3001/1000000\nPreprocessor generated node count: 15591/1500000\nPost‐expand include size: 63122/2048000 bytes\nTemplate argument size: 26374/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.019s\nLua memory usage: 488 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione Barbarossa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Operazione Barbarossa"},{"id":"wk-29","pos":{"top":5,"left":97},"time":{"start":3514.7,"end":3544.7},"art":"Erich von Manstein","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5b/Bundesarchiv_Bild_183-H01757,_Erich_von_Manstein.jpg/250px-Bundesarchiv_Bild_183-H01757,_Erich_von_Manstein.jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Erich von Manstein</b>, nato <b>Erich von Lewinskij</b> (Berlino, 24 novembre 1887 – Monaco di Baviera, 9 giugno 1973), è stato un generale tedesco. Feldmaresciallo dal 1942, è ritenuto uno dei più abili strateghi della seconda guerra mondiale.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1136\nCPU time usage: 0.232 seconds\nReal time usage: 0.277 seconds\nPreprocessor visited node count: 338/1000000\nPreprocessor generated node count: 2326/1500000\nPost‐expand include size: 7076/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1414/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.053s\nLua memory usage: 1.38 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Erich von Manstein\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Erich von Manstein"},{"id":"wk-30","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":3652.5,"end":3682.5},"art":"Stalin","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/16/Stalin_lg_zlx1.jpg/225px-Stalin_lg_zlx1.jpg\"></div><br><div>\n\n\n<p><b>Iosif Vissarionovič Džugašvili</b> (russo Иосиф Виссарионович Джугашвили <span class=\"noprint\"><span class=\"unicode audiolink\"><small>ascolta</small></span></span>; georg. <span lang=\"ka\" xml:lang=\"ka\">იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი</span>, <i>Ioseb Besarionis Dze Jughašvili</i> Gori, 18 dicembre 1878, 5 dicembre del calendario giuliano – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un politico, rivoluzionario e militare sovietico&nbsp;bolscevico conosciuto come <b>Iosif Stalin</b> (dal russo: <i>сталь/stal’</i>, \"acciaio\"), Segretario Generale del Partito Comunista dell'URSS e, in tale ruolo, dittatore e leader del suo Paese dal 1924 al 1953.</p>\n<p>Nativo della Georgia, di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista di professione, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin, divenne uno dei principali capi della Rivoluzione d'ottobre e del nuovo stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij.</p>\n<p>Nonostante le critiche mossegli nell'ultima parte della sua vita da Lenin e il duro contrasto con Trockij, Stalin, alla morte del capo bolscevico, assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trockij e quindi la destra di Zinovev, Kamenev e Bucharin, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del \"socialismo in un solo paese\", mentre nel campo economico mise in atto le politiche estremistiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i Piani Quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dell'industria pesante.</p>\n<p>A metà degli anni trenta, in una fase di superamento delle difficoltà economiche e di crescita industriale, Stalin iniziò il tragico periodo delle purghe e del Grande terrore in cui progressivamente eliminò fisicamente, con un metodico e spietato programma di repressione, tutti i suoi reali o presunti avversari nel partito, nell'economia, nella scienza, nelle forze armate, nelle minoranze etniche. Per rafforzare il suo potere e lo stato sovietico contro possibili minacce esterne o interne di disgregazione, Stalin organizzò un vasto sistema di campi di detenzione e lavoro (GULag) in cui furono imprigionati in condizioni miserevoli milioni di persone.</p>\n<p>Nel campo della politica estera Stalin, timoroso delle minacce tedesche e giapponesi alla sopravvivenza dell'Unione Sovietica, in un primo momento adottò una politica di collaborazione con l'occidente secondo la dottrina della sicurezza collettiva; dopo l'Accordo di Monaco il dittatore, sospettoso delle potenze occidentali e intimorito dalla potenza tedesca, preferì ricercare un accordo temporaneo con Adolf Hitler che favorì l'espansionismo sovietico verso occidente e i Paesi Baltici.</p>\n<p>Colto di sorpresa dall'attacco iniziale tedesco con il quale la Germania nazista violava il patto di non aggressione sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima, nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin seppe riorganizzare il Paese e l'Armata Rossa fino a ottenere, pur a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella <i>Grande Guerra Patriottica</i>. Il dittatore rivestì un ruolo di grande importanza nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di Hitler; le sue truppe, dopo aver liberato l'Europa Orientale dall'occupazione tedesca, conquistarono Berlino e Vienna, costringendo il Führer al suicidio..</p>\n<p>Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un enorme potere in Unione Sovietica e nell'Europa centro-orientale e assurto al ruolo di capo indiscusso e prestigioso del comunismo mondiale, accrebbe il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione. Stalin morì per una emorragia cerebrale nel 1953, quando l'Unione Sovietica era diventata una grande potenza economica, una delle due superpotenze mondiali dotata di armi nucleari, e guida del mondo comunista mondiale.</p>\n<p>Dal 1956, a partire dal XX Congresso del PCUS, Stalin, che era stato oggetto di un vero e proprio culto della personalità <span title=\"Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">nella ultima parte della sua vita</span> da parte dei dirigenti e dei simpatizzanti del comunismo mondiale, è stato sottoposto a pesanti critiche da parte di politici e storici per la sua attività politica e per i suoi spietati metodi di governo.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1117\nCPU time usage: 0.476 seconds\nReal time usage: 0.543 seconds\nPreprocessor visited node count: 996/1000000\nPreprocessor generated node count: 6860/1500000\nPost‐expand include size: 12758/2048000 bytes\nTemplate argument size: 4092/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 17/500\nLua time usage: 0.044s\nLua memory usage: 1.27 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Stalin\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Stalin"},{"id":"wk-31","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":3871.6,"end":3901.6},"art":"Assedio di Leningrado","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cf/Flag_of_the_NSDAP_(1920–1945).svg/20px-Flag_of_the_NSDAP_(1920–1945).svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>L'<b>assedio di Leningrado</b> (in russo: <span dir=\"ltr\" lang=\"ru\" xml:lang=\"ru\">блокада Ленинграда</span>, oggi San Pietroburgo), durante la seconda guerra mondiale, durò dall'8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, data in cui si celebra ufficialmente la liberazione della città, mentre l'assedio ebbe termine il 18 gennaio 1944.</p>\n<p>L'ultimo collegamento ferroviario con Leningrado si ebbe il 30 agosto 1941, quando i soldati tedeschi raggiunsero il fiume Neva. Questa data segna l'effettivo inizio dell'assedio della città.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1144\nCPU time usage: 0.596 seconds\nReal time usage: 0.664 seconds\nPreprocessor visited node count: 1709/1000000\nPreprocessor generated node count: 15238/1500000\nPost‐expand include size: 45844/2048000 bytes\nTemplate argument size: 17866/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.035s\nLua memory usage: 838 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Assedio di Leningrado\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Assedio di Leningrado"},{"id":"wk-32","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4135.6,"end":4165.6},"art":"Untermensch","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div><p><b>Untermensch</b> (parola tedesca per <b>sub-umano</b>, plurale: <i>Untermenschen</i>) è un termine dell'ideologia razzista nazista utilizzato per descrivere i \"popoli inferiori\", specialmente \"i popoli dell'Est\", cioè gli ebrei, gli zingari, polacchi, serbi i altri popoli slavi come bielorussi, russi, e ogni altra persona che non fosse di \"razza ariana\", secondo la terminologia nazista contemporanea.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.036 seconds\nReal time usage: 0.044 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Untermensch\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Untermensch"},{"id":"wk-33","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4175.2,"end":4205.2},"art":"Hideki Tōjō","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/70/Prime_Minister_Tojo_Hideki_photograph.jpg/225px-Prime_Minister_Tojo_Hideki_photograph.jpg\"></div><br><div>\n<p><b>Hideki Tōjō</b> <span style=\"font-weight: normal\">(<span class=\"t_nihongo_kanji\" lang=\"ja\" xml:lang=\"ja\">東條 英機</span><span class=\"t_nihongo_virgola\" style=\"display:none\">,</span> <i><span class=\"t_nihongo_romaji\">Tōjō Hideki</span></i><span class=\"t_nihongo_aiuto\"><span class=\"t_nihongo_icona\" style=\"color:#00e;font:bold 80% sans-serif;text-decoration:none;padding:0 .1em;\"></span></span>)</span> (Tokyo, 30 dicembre 1884 – Tokyo, 23 dicembre 1948) è stato un militare e politico giapponese ed ha ricoperto l'incarico di 40° Primo Ministro del Giappone durante la Seconda guerra mondiale, dal 18 ottobre 1941 al 22 luglio 1944. Figlio di un generale dell'esercito, fu nominato a sua volta generale nel 1933. Rientrato da missioni in Europa nei primi anni Venti, fu attivo nella politica militare tra le file dei nazionalisti modernizzatori (Tōseiha), opponendosi alla corrente nazionalista reazionaria (Kōdōha). Dall'Incidente del 26 febbraio 1936, un tentativo di colpo di stato militare da parte della <i>Kōdōha</i>, fallito solo per la fermissima opposizione dell'Imperatore Hirohito, la corrente cui apparteneva Tōjō dominò incontrastata la vita militare e, in misura crescente, politica. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Tōjō fu arrestato, condannato a morte per i crimini di guerra giapponesi dal Tribunale Militare Internazionale per l'Estremo Oriente e giustiziato per impiccagione il 23 dicembre 1948.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.240 seconds\nReal time usage: 0.276 seconds\nPreprocessor visited node count: 610/1000000\nPreprocessor generated node count: 4475/1500000\nPost‐expand include size: 5205/2048000 bytes\nTemplate argument size: 818/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.036s\nLua memory usage: 1.24 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Hideki Tōjō\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hideki Tōjō"},{"id":"wk-34","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4226.4,"end":4256.4},"art":"Attacco di Pearl Harbor","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/43/Pearl_Harbor_looking_southwest-Oct41.jpg/250px-Pearl_Harbor_looking_southwest-Oct41.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n<p>L'<b>attacco di Pearl Harbor</b> (nome in codice \"<b>operazione Z</b>\", ma conosciuto anche come \"<b>operazione Hawaii</b>\" o \"<b>operazione AI</b>\") fu un'operazione che ebbe luogo il 7 dicembre 1941 nella quale forze aeronavali giapponesi attaccarono la flotta e le installazioni militari statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L'operazione fu attuata in assenza della dichiarazione di guerra da parte giapponese, che fu formalizzata soltanto ad attacco iniziato, e provocò l'ingresso nella seconda guerra mondiale degli Stati Uniti dove si sviluppò nell'opinione pubblica un forte sentimento di riprovazione e di odio verso il Giappone. Il presidente Franklin Delano Roosevelt parlò di <i>Day of infamy</i> (giorno dell'infamia).</p>\n<p>L'attacco fu concepito e guidato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto, il quale al momento dell'attacco si trovava nella baia di Hiroshima a bordo della corazzata <i>Nagato</i>, con lo scopo di distruggere la flotta statunitense del Pacifico. L'operazione fu un successo, limitato solo dal mancato affondamento delle portaerei, poiché in poco più di un'ora i 350 aerei partiti dalle portaerei giapponesi affondarono quattro delle otto corazzate statunitensi, mentre le altre furono fatte arenare o subirono gravi danni; solo le tre portaerei si salvarono, trovandosi in navigazione lontano dalla loro base. I danni inflitti alla flotta statunitense permisero al Giappone di ottenere momentaneamente il controllo del Pacifico ed aprirono la strada alle successive vittorie nipponiche, prima che gli Stati Uniti riuscissero ad allestire una flotta in grado di tenere testa a quella giapponese.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1191\nCPU time usage: 0.288 seconds\nReal time usage: 0.336 seconds\nPreprocessor visited node count: 812/1000000\nPreprocessor generated node count: 9799/1500000\nPost‐expand include size: 35117/2048000 bytes\nTemplate argument size: 11794/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.017s\nLua memory usage: 707 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Attacco di Pearl Harbor\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Attacco di Pearl Harbor"},{"id":"wk-35","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4287.5,"end":4317.5},"art":"Franklin Delano Roosevelt","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/77/Franklin_Roosevelt_-_Presidential_portrait.jpg/225px-Franklin_Roosevelt_-_Presidential_portrait.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Franklin Delano Roosevelt</b> (Hyde Park, 30 gennaio 1882 – Warm Springs, 12 aprile 1945) è stato il 32º presidente degli Stati Uniti d'America.</p>\n<p>È stato l'unico presidente degli Stati Uniti d'America a essere eletto per più di due mandati consecutivi, vincendo le elezioni presidenziali per ben quattro volte (1932, 1936, 1940 e 1944), rimanendo in carica dal 1933 fino alla sua morte, nell'aprile del 1945.</p>\n<p>Larga parte della sua fama è dovuta al vasto e radicale programma di riforme economiche e sociali attuato fra il 1933 e il 1937 e conosciuto con il nome di <i>New Deal</i>, grazie al quale gli Stati Uniti riuscirono a superare la grande depressione dei primi anni trenta. Fra le sue più importanti innovazioni vanno ricordati il Social Security Act - con il quale vennero introdotte per la prima volta negli Stati Uniti d'America l'assistenza sociale e le indennità di disoccupazione, malattia e vecchiaia - e la creazione dell'Agenzia per il controllo del mercato azionario (<i>SEC</i>).</p>\n<p>Coinvolse gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale a seguito dell'attacco di Pearl Harbor e con il suo ottimismo, la sua calma e la sua capacità di giudizio, ebbe un ruolo di grande rilievo nel grandioso sviluppo della potenza militare statunitense, nella conduzione politico-strategica della guerra, nel consolidamento della \"Grande Alleanza\" con il Regno Unito di Winston Churchill e l'Unione Sovietica di Stalin e nelle decisioni geopolitiche della fase finale del conflitto. Sostenne anche, a partire dal 1942, lo sviluppo e la costruzione delle prime bombe atomiche della Storia dell'Umanità che verranno impiegate dal suo successore Harry Truman sulle città di Hiroshima e Nagasaki.</p>\n<p>Contribuì alla formazione delle Nazioni Unite.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1146\nCPU time usage: 0.384 seconds\nReal time usage: 0.431 seconds\nPreprocessor visited node count: 916/1000000\nPreprocessor generated node count: 4917/1500000\nPost‐expand include size: 10968/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3696/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 6/40\nExpensive parser function count: 13/500\nLua time usage: 0.050s\nLua memory usage: 1.26 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Franklin Delano Roosevelt\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Franklin Delano Roosevelt"},{"id":"wk-36","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4429.5,"end":4459.5},"art":"Campagna del Nordafrica","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/b/b8/Panzer_III_Afrikakorps.jpg/250px-Panzer_III_Afrikakorps.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n\n<p>La <b>campagna del Nordafrica</b>, conosciuta anche come <b>guerra nel deserto</b>, fu combattuta in un teatro di guerra situato nel Nordafrica, in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, in cui si confrontarono italiani e tedeschi da una parte, e gli Alleati dall'altra, durante la seconda guerra mondiale tra il 1940 e il 1943.</p>\n<p>L'Esercito italiano in Libia del maresciallo Rodolfo Graziani, forte numericamente ma scarsamente equipaggiato, diede inizio alla campagna nell'estate 1940 entrando in Egitto ma nel dicembre 1940 le forze britanniche del generale Archibald Wavell, modernamente armate e molto mobili, passarono alla controffensiva, sbaragliarono l'esercito italiano e occuparono l'intera Cirenaica. Benito Mussolini fu costretto a chiedere aiuto ad Adolf Hitler che, nel marzo 1941 inviò in Nordafrica il cosiddetto Afrikakorps guidato dall'abile generale Erwin Rommel. Da quel momento le Panzer-Division dell'Afrikakorps svolsero un ruolo decisivo nella campagna per le forze dell'Asse; nella primavera 1941 il generale Rommel passò all'attacco e riconquistò la Cirenaica tranne Tobruk; dopo altri successi, le forze italo-tedesche furono però sconfitte nell'inverno 1941 dalla nuova offensiva britannica, operazione Crusader, e ripiegarono nuovamente fino al confine della Tripolitania.</p>\n<p>Il generale Rommel, dopo aver rafforzato la sua armata italo-tedesca, riprese presto l'iniziativa, respinse nuovamente i britannici nel gennaio 1942 e nel maggio 1942 combatté e vinse la grande battaglia di Ain el-Gazala; i britannici dovettero ripiegare in profondità in Egitto; Tobruk fu conquistata ed i panzer tedeschi arrivarono fino a El Alamein dove il fronte si stabilizzò nell'agosto 1942. La campagna del Nordafrica ebbe una svolta decisiva nell'autunno 1942; i britannici del generale Bernard Montgomery vinsero la seconda battaglia di El Alamein costringendo i resti delle forze italo-tedesche del generale Rommel ad evacuare definitivamente tutta la Libia; Tripoli cadde il 23 gennaio 1943. Contemporaneamente un grande corpo di spedizione anglo-americano, al comando del generale Dwight Eisenhower, sbarcò in Marocco, Algeria e Tunisia a partire dall'8 novembre 1942, l'operazione Torch.</p>\n<p>Dopo l'afflusso di altre forze italo-tedesche in Tunisia che permise di fermare temporaneamente l'avanzata alleata da est e da ovest, la situazione delle forze dell'Asse precipitò nella primavera 1943. Privi di adeguati rifornimenti ed in schiacciante inferiorità numerica e materiale, le residue forze italo-tedesche, passate al comando del generale Hans-Jürgen von Arnim, si arresero entro il 13 maggio 1943, mettendo fine alla campagna del Nordafrica.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1122\nCPU time usage: 1.128 seconds\nReal time usage: 1.280 seconds\nPreprocessor visited node count: 3589/1000000\nPreprocessor generated node count: 16694/1500000\nPost‐expand include size: 82404/2048000 bytes\nTemplate argument size: 34319/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.016s\nLua memory usage: 600 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna del Nordafrica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Campagna del Nordafrica"},{"id":"wk-37","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4499.2,"end":4529.2},"art":"Erwin Rommel","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0d/Bundesarchiv_Bild_146-1985-013-07,_Erwin_Rommel.jpg/200px-Bundesarchiv_Bild_146-1985-013-07,_Erwin_Rommel.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Erwin Johannes Eugen Rommel</b> (Heidenheim, 15 novembre 1891 – Herrlingen, 14 ottobre 1944) è stato un generale (feldmaresciallo) tedesco, durante la seconda guerra mondiale.</p>\n<p>Di origine sveva, dimostrò grandi doti di comando già nella prima guerra mondiale dove con il grado di tenente, ricevette la più alta decorazione al valore per i risultati raggiunti con il suo reparto di truppe da montagna durante la battaglia di Caporetto nel 1917.</p>\n<p>Nel corso della seconda guerra mondiale Rommel si distinse alla guida di una Panzer-Division durante la vittoria tedesca all'Ovest del 1940 e quindi, godendo della piena fiducia di Adolf Hitler, assunse il comando dell'Afrikakorps tedesco in Africa settentrionale dove per quasi due anni dimostrò grande abilità tattica e operativa infliggendo una serie di sconfitte alle truppe britanniche grazie alla sua superiore capacità nella conduzione di agili e spericolate manovre con i mezzi corazzati nel deserto. Promosso al grado di feldmaresciallo, altamente stimato dai suoi soldati e temuto dai nemici, divenne un personaggio di rilievo internazionale ed uno dei beniamini della propaganda tedesca, conosciuto con il soprannome di <i>\"La volpe del deserto\"</i> (<i>\"Wüstenfuchs\"</i>).</p>\n<p>Dopo il ritorno dall'Africa nel marzo 1943 diresse l'occupazione dell'Italia settentrionale durante l'operazione Achse; quindi gli venne assegnato nel 1944 il comando delle difese del Vallo Atlantico con il compito di fermare la prevista offensiva alleata in Occidente. Nonostante il suo impegno e le sue capacità, durante la prima parte della battaglia di Normandia non riuscì ad impedire l'avanzata anglo-americana; ferito seriamente da aerei nemici fu richiamato in patria per convalescenza.</p>\n<p>Il feldmaresciallo Rommel era ormai da tempo cosciente dell'inevitabile sconfitta della Germania ed era entrato a far parte dell'opposizione contro Hitler ed il regime nazista; coinvolto nel complotto del 20 luglio 1944; preferì suicidarsi piuttosto che subire un processo per alto tradimento. Ufficialmente fu dichiarato morto a causa delle ferite di guerra e gli fu attribuito un funerale di Stato.</p>\n<p>Erwin Rommel, nonostante la diversità di giudizi di esperti e storici e le critiche mosse ad alcune sue scelte strategiche, rimane il più famoso comandante militare della seconda guerra mondiale; lo storico britannico David Irving lo ha definito \"un Annibale del XX secolo\".<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1134\nCPU time usage: 0.308 seconds\nReal time usage: 0.357 seconds\nPreprocessor visited node count: 447/1000000\nPreprocessor generated node count: 2999/1500000\nPost‐expand include size: 12892/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3972/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.059s\nLua memory usage: 1.33 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Erwin Rommel\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Erwin Rommel"},{"id":"wk-38","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":4731.9,"end":4761.9},"art":"Bernard Law Montgomery","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e4/Bernard_Law_Montgomery.jpg/250px-Bernard_Law_Montgomery.jpg\"></div><br><div>\n<p>Sir <b>Bernard Law Montgomery</b>, <b>1° visconte Montgomery di Alamein</b> (Kennington, Londra, 17 novembre 1887 – Alton, 24 marzo 1976), è stato un generale britannico. Ebbe un ruolo cruciale nella controffensiva in nord Africa contro le forze italo-tedesche che segnò una svolta decisiva delle sorti della seconda guerra mondiale nel teatro Mediterraneo e, più tardi, fu tra i protagonisti del conflitto in Italia e in Europa.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1190\nCPU time usage: 0.168 seconds\nReal time usage: 0.209 seconds\nPreprocessor visited node count: 321/1000000\nPreprocessor generated node count: 2212/1500000\nPost‐expand include size: 6119/2048000 bytes\nTemplate argument size: 619/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 12/500\nLua time usage: 0.044s\nLua memory usage: 1.39 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Bernard Law Montgomery\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Bernard Law Montgomery"}]}
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