{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":0,"end":3278.378957},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":210,"end":234},"art":"Andreas Hofer","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8d/Andreas_hofer_mit_hut.jpg/250px-Andreas_hofer_mit_hut.jpg\"></div><br><div>\n\n<p><b>Andreas Hofer</b> (San Leonardo in Passiria, 22 novembre 1767 – Mantova, 20 febbraio 1810) è stato un oste, comandante e patriota tirolese. Noto anche come <i>Generale Barbòne</i>, fu il comandante delle milizie tirolesi insorte contro la Baviera nel 1809. 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Chiamata inizialmente dai contemporanei \"guerra europea\", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese, prese il nome di \"guerra mondiale\" o anche \"grande guerra\": fu infatti il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla seconda guerra mondiale.</p>\n<p>Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, l'11 novembre 1918. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni dell'Ottocento, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano) e (dal 1915) la Bulgaria e dall'altra le potenze Alleate rappresentate principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e (dal 1915) Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni caddero sui campi di battaglia; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.</p>\n<p>Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze della Germania di una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. Man mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come il Regno di Romania e il Regno di Grecia. Determinante per l'esito finale fu nel 1917 l'ingresso degli Stati Uniti d'America a fianco degli Alleati. Diverse altre nazioni si schierarono contro gli Imperi centrali, spesso non entrando nel conflitto armato, ma dispensando importanti aiuti economici.</p>\n<p>La guerra si concluse definitivamente l'11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firmò l'armistizio imposto dagli Alleati. I maggiori imperi esistenti al mondo - tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo - si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell'Europa.</p>\n\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1147\nCPU time usage: 1.048 seconds\nReal time usage: 1.163 seconds\nPreprocessor visited node count: 2965/1000000\nPreprocessor generated node count: 5579/1500000\nPost‐expand include size: 59726/2048000 bytes\nTemplate argument size: 20084/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.035/10.000 seconds\nLua memory usage: 697 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Prima guerra mondiale\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Prima guerra mondiale"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":804,"end":828},"art":"Conferenza di pace di Parigi (1919)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5a/Big_four.jpg/260px-Big_four.jpg\"></div><br><div>\n<p>La <b>conferenza di pace di Parigi del 1919</b> fu una riunione internazionale, che vide i paesi usciti vincitori dalla prima guerra mondiale, impegnati nel delineare una nuova situazione geopolitica in Europa e stilare i trattati di pace con le Potenze Centrali uscite sconfitte dalla guerra. La conferenza si aprì il 18 gennaio 1919 e durò fino al 21 gennaio 1920, con alcuni intervalli.</p>\n<p>Da questi trattati la cartina d'Europa uscì completamente ridefinita in base al principio della autodeterminazione dei popoli, concepito dal presidente degli Stati Uniti d'America Woodrow Wilson, nel tentativo, in seguito rivelatosi fallace, di riorganizzare su base etnica gli equilibri del continente europeo.</p>\n<p>Nel tentativo di creare, sulle ceneri degli imperi multietnici di Austria-Ungheria e Turchia, stati \"etnicamente omogenei\", vennero creati <i>ex novo</i> stati quali la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, destinati ad alimentare nuove tensioni ed instabilità, oltre ad esodi e conflitti di popoli e nazioni.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1283\nCached time: 20170127164553\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.044 seconds\nReal time usage: 0.057 seconds\nPreprocessor visited node count: 228/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 5897/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1173/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 9/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.006/10.000 seconds\nLua memory usage: 547 KB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 38.967 1 Template:Congresso\n100.00% 38.967 1 -total\n 82.43% 32.121 1 Template:Infobox\n 16.71% 6.511 1 Template:Bandiera\n 8.31% 3.237 7 Template:Naz/Francia\n 5.83% 2.272 1 Template:Immagine_sinottico\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza di pace di Parigi (1919)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Conferenza di pace di Parigi (1919)"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":934,"end":958},"art":"Domenica di sangue (1921)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div><p>Sotto il nome di <b>domenica di sangue</b> (in tedesco <i>Blutsonntag</i> o <i>Bozner Blutsonntag</i>) si intendono gli scontri avvenuti tra i partecipanti ad una sfilata in costume tirolese e squadre d'azione fasciste a Bolzano, in occasione dell'apertura della \"<i>Fiera di primavera</i>\" (<i>Bozner Frühjahrsmesse</i>) nel 1921, la prima del dopoguerra.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1277\nCached time: 20170127164840\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.000 seconds\nReal time usage: 0.004 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 0/2097152 bytes\nTemplate argument size: 0/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 0.000 1 -total\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Domenica di sangue (1921)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Domenica di sangue (1921)"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1151.3,"end":1181.3},"art":"Ettore Tolomei","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/be/Lesser_coat_of_arms_of_the_Kingdom_of_Italy_(1890).svg/50px-Lesser_coat_of_arms_of_the_Kingdom_of_Italy_(1890).svg.png\"></div><br><div>\n<p><b>Ettore Tolomei</b> (Rovereto, 16 agosto 1865 – Roma, 25 maggio 1952) è stato un geografo e politico italiano. È stato senatore del Regno ed è considerato uno dei più significativi esponenti del nazionalismo italiano del Novecento.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1123\nCPU time usage: 0.276 seconds\nReal time usage: 0.313 seconds\nPreprocessor visited node count: 176/1000000\nPreprocessor generated node count: 1208/1500000\nPost‐expand include size: 3518/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1321/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 12/500\nLua time usage: 0.101/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.42 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ettore Tolomei\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ettore Tolomei"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1203.5,"end":1233.5},"art":"Monumento alla Vittoria","lang":"it","wiki":"<div>\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n<p>Il <b>monumento alla Vittoria</b> di Bolzano (in tedesco <i>Siegesdenkmal</i> o, spregiativamente, <i>Faschistentempel</i>, cioè \"Tempio fascista\") è un monumentale complesso marmoreo celebrativo della vittoria italiana nella prima guerra mondiale sull'Austria-Ungheria, progettato dall'architetto Marcello Piacentini (forse su bozzetto di Benito Mussolini) e costruito tra il 1926 ed il 1928.</p>\n<p>Si trova in piazza della Vittoria (<i>Siegesplatz</i>), a pochi passi dal ponte sul torrente Talvera, nel punto di convergenza delle valli che sfociano nella conca di Bolzano, sul luogo ove in epoca austro-ungarica sorgeva il <i>Talferpark</i> (\"parco del Talvera\"). Il regime fascista lo creò a proprio simbolo, accesso alla Bolzano italiana e razionalista che si andava erigendo a ovest del torrente. Fu costruito demolendo quanto era stato fino ad allora edificato del Monumento ai <i>Kaiserjäger</i> caduti in guerra (<i>Kaiserjägerdenkmal</i>) – ideato e iniziato ad erigere dopo la battaglia di Caporetto – che era rimasto incompiuto dopo la fine del primo conflitto mondiale e si trovava in posizione antistante l'attuale monumento.</p>\n<p>Secondo lo storico inglese John Foot il monumento rappresenta bene la visione nazionalista e fascista della guerra e del passato, basata sull'eroismo, sul sacrificiò, sulla \"bella morte\" e sui \"caduti per la patria\", in profonda contrapposizione con gli ideali del pacifismo e del socialismo.</p>\n<p>Nel 2014 è stato istituito presso il Monumento un percorso espositivo permanente, dal titolo <i>\"BZ '18–'45: un monumento, una città, due dittature\"</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1145\nCPU time usage: 0.320 seconds\nReal time usage: 0.359 seconds\nPreprocessor visited node count: 153/1000000\nPreprocessor generated node count: 926/1500000\nPost‐expand include size: 1997/2048000 bytes\nTemplate argument size: 177/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.061/10.000 seconds\nLua memory usage: 632 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Monumento alla Vittoria\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Monumento alla Vittoria"},{"id":"tx-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1466.9,"end":1496.9},"title":"Katakombenschule","text":"<p>COSA SONO LE KATAKOMBENSCHULEN</p>\n\n<p>Grazie al lavoro di Gamper e degli altri insegnanti, nascono nel 1924 le Katakombenschulen, le scuole clandestine in lingua tedesca per tutti quei bambini privati del diritto allo studio nella loro madrelingua.</p>\n\n<p>Secondo Gamper, i primi a doversi occupare della formazione culturale di questi bambini sono i genitori. Non tutti però sono in grado di insegnare ai propri figli a leggere e scrivere in gotico corsivo, dato che per essi è già difficile passare dal dialetto alla lingua tedesca.</p>\n\n<p>Così gli <strong>insegnanti laici o religiosi</strong>, allontanati dalla scuola dal Regime fascista, <strong>iniziano a tenere di nascosto corsi privati di tedesco</strong> nelle parrocchie o nelle case di montagna. Molti insegnanti però, una volta licenziati, cercano un altro lavoro e non sono in grado di tenere lezioni private. Così Gamper e i suoi collaboratori scelgono come insegnanti le giovani figlie delle famiglie benestanti, istruite e libere da impegni familiari.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.emscuola.org/dofras/ap5c/katakomb.htm\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1741.6,"end":1771.6},"art":"Opzioni in Alto Adige","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Le <b>opzioni in Alto Adige</b> (in tedesco <i>Option in Südtirol</i> o <i>Südtiroler Umsiedlung</i>) furono il sistema scelto nel 1939, previo accordo tra Italia e Germania, per risolvere il contenzioso sull'Alto Adige e sulle altre isole linguistiche tedesche e ladine presenti in Italia. Alla popolazione di lingua tedesca e ladina fu imposto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nella cultura italiana e rinunciando ad essere riconosciuti come minoranza linguistica.</p>\n<p>Le opzioni finirono di fatto nel settembre del 1943, con l'occupazione tedesca della provincia di Bolzano. Esse vengono chiamate anche la <i>\"Grande Opzione\"</i> (<i>Große Option</i>), per distinguerla dalle altre opzioni, minori, che avvennero nell'Alto Adige immediatamente dopo la sua annessione all'Italia avvenuta nel 1919.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1198\nCPU time usage: 0.060 seconds\nReal time usage: 0.093 seconds\nPreprocessor visited node count: 16/1000000\nPreprocessor generated node count: 80/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Opzioni in Alto Adige\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Opzioni in Alto Adige"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2060.5,"end":2090.5},"art":"astello di Hartheim","lang":"it","wiki":"","title":"Nessuna corrispondenza"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2123.5,"end":2153.5},"art":"Aktion T4","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>L'<b>Aktion T4</b> è il nome convenzionale con cui viene designato il <b>Programma nazista di eutanasia</b> che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili o da più o meno gravi malformazioni fisiche cioè delle cosiddette \"vite indegne di essere vissute\". Si stima che l'attuazione del programma T4 abbia portato all'uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000. Per quanto concerne la sola terza fase dell'aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l'operazione decisero di uccidere il 20% dei disabili presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime. Ad ogni modo l'uccisione di disabili proseguì anche oltre la fine ufficiale dell'operazione, portando quindi il totale delle vittime ad una cifra che si stima intorno ai 200.000 individui.</p>\n<p><i>T4</i> è l'abbreviazione di \"Tiergartenstrasse 4\", l'indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla <i>Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege</i>, l'ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale. La designazione <i>Aktion T4</i> non è nei documenti del tempo, ma i nazisti usavano il nome in codice <i>EU-AKtion</i> o <i>E-Aktion</i> (E, EU significava eutanasia). <i>Programme di eutanasia</i> fu il nome utilizzato nel processo di Norimberga, sia dai giudici che dai procuratori. Si è utilizzato anche il termine <i>morte per compassione</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1124\nCPU time usage: 0.140 seconds\nReal time usage: 0.154 seconds\nPreprocessor visited node count: 55/1000000\nPreprocessor generated node count: 290/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Aktion T4\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Aktion T4"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2216,"end":2246},"art":"Johannes Baptist Geisler","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e6/Archbishop_CoA_PioM.svg/100px-Archbishop_CoA_PioM.svg.png\"></div><br><div>\n<p><b>Johannes Baptist Geisler</b> (Mayrhofen, 23 aprile 1882 – Bressanone, 5 settembre 1952) è stato un arcivescovo cattolico austriaco italiano.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1131\nCPU time usage: 0.272 seconds\nReal time usage: 0.307 seconds\nPreprocessor visited node count: 171/1000000\nPreprocessor generated node count: 1373/1500000\nPost‐expand include size: 2153/2048000 bytes\nTemplate argument size: 368/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 5/40\nExpensive parser function count: 12/500\nLua time usage: 0.107/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.41 MB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Johannes Baptist Geisler\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Johannes Baptist Geisler"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2408.3,"end":2438.3},"art":"Operazione Alarico","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>L'<b>Operazione Alarico</b> era un piano tedesco mirante a prendere il controllo dell'Italia durante la seconda guerra mondiale, in caso di uscita dell'Italia dall'Asse.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.192 seconds\nReal time usage: 0.224 seconds\nPreprocessor visited node count: 260/1000000\nPreprocessor generated node count: 2193/1500000\nPost‐expand include size: 9839/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1757/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.019/10.000 seconds\nLua memory usage: 476 KB/50 MB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione Alarico\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Operazione Alarico"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":253,"end":277},"art":"Tirolo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7f/Wappen_Gefürstete_Grafschaft_Tirol.png/80px-Wappen_Gefürstete_Grafschaft_Tirol.png\"></div><br><div>\n\n<p><span style=\"font-size: small\"></span></p>\n\n<p>Il <b>Tirolo</b> (in tedesco: <i>Tirol</i>) è una regione storica trilingue a cavallo delle Alpi. Prende il nome dal toponimo <i>Tirolo</i>: in età medievale infatti i conti del Tirolo (<i>Grafen von Tirol</i>) avevano la loro sede a castel Tirolo, oggi nel comune di Tirolo vicino a Merano. Il capoluogo della regione (divenuta nel frattempo contea) fu in seguito trasferito da uno dei rami della casata degli Asburgo, che ne acquisirono il controllo alla fine del XIV secolo, prima a Merano, poi a Innsbruck.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1233\nCached time: 20170127160450\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.072 seconds\nReal time usage: 0.104 seconds\nPreprocessor visited node count: 727/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 10840/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1515/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 1/500\nLua time usage: 0.037/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.29 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 80.680 1 -total\n 76.36% 61.605 1 Template:Regione_geografica\n 47.49% 38.312 1 Template:Coord\n 21.40% 17.266 1 Template:Nota_disambigua\n 18.63% 15.033 1 Template:Str_find\n 14.10% 11.374 4 Template:Bandiera\n 4.34% 3.505 2 Template:Box_immagine\n 3.23% 2.602 8 Template:Naz/Tirolo\n 2.72% 2.197 7 Template:Naz/Trentino-Alto_Adige\n 2.47% 1.994 1 Template:Immagine_sinottico\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Tirolo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Tirolo"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":288,"end":312},"art":"Merano","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/a/a3/Merano-Stemma.png/80px-Merano-Stemma.png\"></div><br><div>\n<p><b>Merano</b> <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">/meˈrano/</span> (<i>Meran</i> <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">[meˈraːn]</span> in tedesco, <i>Maran</i> <span title=\"Questa è una trascrizione IPA della pronuncia. Vedere l'alfabeto fonetico internazionale.\" class=\"IPA\">[maˈraŋ]</span> in ladino) è un comune italiano di 39 462 abitanti, capoluogo della comunità comprensoriale del Burgraviato, nella provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. Dopo il capoluogo Bolzano risulta il centro più popolato della provincia.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCached time: 20170127160638\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.708 seconds\nReal time usage: 0.858 seconds\nPreprocessor visited node count: 2668/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 30378/2097152 bytes\nTemplate argument size: 3374/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 17/40\nExpensive parser function count: 10/500\nLua time usage: 0.472/10.000 seconds\nLua memory usage: 8.98 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 836.728 1 -total\n 91.50% 765.581 1 Template:Divisione_amministrativa\n 34.19% 286.036 1 Template:Prefisso_telefonico\n 8.41% 70.392 1 Template:Coord\n 6.27% 52.500 7 Template:Controllo_Wikidata\n 5.21% 43.611 8 Template:Wikidata\n 5.17% 43.256 2 Template:Lingue\n 5.16% 43.187 1 Template:It\n 4.01% 33.547 2 Template:Divisione_amministrativa/DA\n 2.68% 22.385 1 Template:Mappa_di_localizzazione\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Merano\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Merano"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":436,"end":460},"art":"Impero austro-ungarico","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/11/Civil_ensign_of_Austria-Hungary_(1869-1918).svg/125px-Civil_ensign_of_Austria-Hungary_(1869-1918).svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>Impero austro-ungarico</b>, o semplicemente <b>Austria-Ungheria</b>, intesa come <i>K. u. K. Doppelmonarchie</i> (<i>Kaiserliche und Königliche Doppelmonarchie</i>, \"duplice monarchia imperiale e regia\") o <i>Donaumonarchie</i> (\"monarchia danubiana\"), fu uno Stato dell'Europa centrale nato nel 1867 con il cosiddetto <i>Ausgleich</i> (\"compromesso\") tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero austriaco nato nel 1804.</p>\n<p>In virtù di questa riforma costituzionale l'Impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo) erano dunque sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello Stato era «I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della Corona di Santo Stefano». Gli storici individuano questo compromesso col nome di \"duplice monarchia\".</p>\n<p>L'impero aveva una superficie di 680 000 km² (era il secondo paese europeo per estensione dopo l'Impero russo) e nel 1910 contava cinquantadue milioni di abitanti. La capitale era Vienna, città che passò dai 440 000 abitanti del 1840 ai 2 200 000 alla vigilia della prima guerra mondiale, quando era la terza città più grande d'Europa. Austria e Ungheria avevano costituzioni, parlamenti e ministeri separati (per l'Ungheria la capitale era Budapest). Il sovrano e i ministeri competenti per la politica estera, la politica economica e quella militare erano in comune. Accanto all'imperiale e regio esercito comune esistevano anche un esercito nazionale austriaco (<i>kaiserlich-königliche Landwehr</i>) e uno ungherese (<i>Honvéd</i>). Le questioni finanziarie (come la spartizione delle spese comuni) e quelle commerciali erano regolate da compromessi decennali rinnovabili.</p>\n<p>Trattandosi di un impero multietnico in un'epoca di forte risveglio del nazionalismo, l'Austria-Ungheria fu continuamente travagliata dalle dispute fra gli undici gruppi etnici che lo componevano. Tuttavia malgrado le rivalità etniche nei suoi cinquant'anni di esistenza l'Austria-Ungheria conobbe una rapida crescita economica e una marcata modernizzazione, oltre a molte riforme liberali. Il 28 luglio del 1914 l'Austria-Ungheria diede il via alla prima guerra mondiale invadendo il Regno di Serbia e al termine del conflitto l'impero, pesantemente sconfitto assieme ai suoi alleati (Imperi centrali), cessò di esistere.</p>\n\n<p><br>\n<span class=\"error mw-ext-cite-error\" lang=\"it\" dir=\"ltr\" xml:lang=\"it\">Errore nell'uso delle note: Sono presenti dei marcatori <code><ref></code> per un gruppo chiamato \"N\" ma non è stato trovato alcun marcatore <code><references group=\"N\"/></code> corrispondente, o manca la chiusura <code></ref></code></span></p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1289\nCached time: 20170127160941\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.112 seconds\nReal time usage: 0.168 seconds\nPreprocessor visited node count: 2344/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 26577/2097152 bytes\nTemplate argument size: 13604/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.016/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.51 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 147.703 1 -total\n 39.60% 58.496 1 Template:Stato_storico\n 21.63% 31.947 19 Template:Bandiera\n 21.11% 31.185 2 Template:Cita_libro\n 8.99% 13.279 1 Template:NN\n 7.99% 11.796 1 Template:Avviso\n 4.41% 6.510 1 Template:Categorie_avviso\n 2.15% 3.183 1 Template:HUN\n 2.15% 3.180 1 Template:BIH\n 2.14% 3.163 1 Template:CZE\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Impero austro-ungarico\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Impero austro-ungarico"},{"id":"tx-16","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":472.6,"end":502.6},"title":"Nazione e Lingua","text":"<p>Il nazionalismo è quell'insieme di idee, dottrine e movimenti che sostengono l'importanza del concetto di identità nazionale e di Nazione, una collettività ha valori tipici e consolidati del patrimonio culturale e spirituale di un popolo/etnìa, questo patrimonio è il risultato di uno specifico percorso storico.</p>\n\n<p>Il 1848 segnò la nascita dei cosiddetti nazionalismi linguistici. 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Ciò permise alle Nazioni di rivendicare zone, appartenenti ad altre, in nome di un'unità linguistico/nazionale.</p>\n\n<p>Ma ci fu anche il rovescio dellla medaglia, in quanto molti territori di confine cercarono di dichiararsi indipendenti, oppure cercarono di passare nell'orbita di un'altra Nazione, sempre in nome di questo ideale.</p>\n\n<p>I nazionalismi linguistici resero deboli gli imperi tradizionali, come quello Asburgico, che subiva numerose pressioni interne oltre che dai territori limitrofi che rivendicavano legami nazionali con i sudditi dell'Impero.</p>\n"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":653,"end":677},"art":"Italia nella prima guerra mondiale","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>La partecipazione dell'<b>Italia nella prima guerra mondiale</b> ebbe inizio il 24 maggio 1915, circa dieci mesi dopo l'avvio del conflitto, durante i quali il paese conobbe grandi mutamenti politici, con la rottura degli equilibri giolittiani e l'affermazione di un quadro politico rivolto con mire espansionistiche, legate al fervore patriottico e a ideali risorgimentali. Inizialmente il Regno d'Italia si mantenne neutrale e parallelamente alcuni esponenti del governo iniziarono trattative diplomatiche con entrambe le forze in campo, che si conclusero con la sigla di un patto segreto con le potenze della Triplice intesa. Durante questo lungo periodo di trattative l'opinione pubblica giocò un ruolo decisionale fondamentale, e la scelta o meno di entrare in guerra fu condizionata dalle decisioni delle masse popolari, divise tra interventisti e neutralisti. A conclusione delle trattative il Regno d'Italia abbandonò lo schieramento della Triplice alleanza e dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, avviando le operazioni belliche a partire dal giorno seguente; l'Italia dichiarò poi guerra all'Impero ottomano il 21 agosto 1915, al Regno di Bulgaria il 19 ottobre 1915 e all'Impero tedesco il 27 agosto 1916.</p>\n<p>L'entrata in guerra dell'Italia aprì un lungo fronte sulle Alpi Orientali, esteso dal confine con la Svizzera a ovest fino alle rive del mare Adriatico a est: qui, le forze del Regio Esercito sostennero il loro principale sforzo bellico contro le unità dell'Imperial regio Esercito austro-ungarico, con combattimenti concentrati nel settore delle Dolomiti, dell'Altopiano di Asiago e soprattutto nel Carso lungo le rive del fiume Isonzo. Contemporaneamente alle operazioni belliche, la guerra ebbe anche una profonda influenza sullo sviluppo industriale del paese oltre ad avviare grandi cambiamenti in ambito sociale e politico. Il fronte interno giocò un ruolo fondamentale per il sostegno dello sforzo bellico: gran parte della vita civile e industriale fu completamente riadattata alle esigenze economiche e sociali che il fronte imponeva, e comparve la militarizzazione dell'industria, la soppressione dei diritti sindacali a favore della produzione di guerra, i razionamenti per la popolazione, l'entrata della donna nel mondo del lavoro e moltissime altre innovazioni sociali, politiche e culturali.</p>\n<p>La guerra impose uno sforzo popolare mai visto prima; enormi masse di uomini furono mobilitate sul fronte interno così come sul fronte di battaglia, dove i soldati dovettero adattarsi alla dura vita di trincea, alle privazioni materiali e alla costante minaccia della morte, che impose ai combattimenti la necessità di dover affrontare enormi conseguenze psicologiche collettive ed individuali, che andavano dalla nevrosi da combattimento, al reinserimento nella società fino alla nascita delle associazioni dei reduci. Dopo una lunga serie di inconcludenti battaglie, la vittoria degli austro-tedeschi nella battaglia di Caporetto dell'ottobre-novembre 1917 fece arretrare il fronte fino alle rive del fiume Piave, dove la resistenza italiana si consolidò; solo la decisiva controffensiva di Vittorio Veneto e alla rotta delle forze austro-ungariche, sancì la stipula dell'armistizio di Villa Giusti il 3 novembre 1918 e la fine delle ostilità, che costarono al popolo italiano circa 650.000 caduti e un milione di feriti. La firma dei trattati di pace finali portò a un rigetto delle condizioni a suo tempo fissate nel Patto di Londra e a una serie di contese sulla fissazione dei confini settentrionali del paese, innescando una grave crisi politica interna sfociata nella cosiddetta \"Impresa di Fiume\", cui si sommarono i rivolgimenti economici e sociali del biennio rosso; questi fattori gettarono poi le basi per il successivo avvento del regime fascista.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1227\nCached time: 20170127164158\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.008 seconds\nReal time usage: 0.012 seconds\nPreprocessor visited node count: 4/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 0/2097152 bytes\nTemplate argument size: 0/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 2/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 0.000 1 -total\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Italia nella prima guerra mondiale\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Italia nella prima guerra mondiale"},{"id":"wk-18","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":739,"end":763},"art":"Armistizio di Villa Giusti","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/23/Villa_giusti.jpg/260px-Villa_giusti.jpg\"></div><br><div>\n<p>L'<b>armistizio di Villa Giusti</b> venne siglato il 3 novembre 1918 nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova fra l'Impero austro-ungarico e l'Italia/Intesa.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1194\nCached time: 20170127164357\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.044 seconds\nReal time usage: 0.061 seconds\nPreprocessor visited node count: 428/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 5743/2097152 bytes\nTemplate argument size: 442/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.012/10.000 seconds\nLua memory usage: 849 KB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 44.942 1 Template:Infobox_trattato\n100.00% 44.942 1 -total\n 91.65% 41.191 1 Template:Infobox\n 17.21% 7.733 2 Template:Bandiera\n 5.23% 2.352 1 Template:Immagine_sinottico\n 5.07% 2.277 8 Template:Naz/ITA_1861-1946\n 4.34% 1.949 8 Template:Naz/AUT-HUN\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Armistizio di Villa Giusti\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Armistizio di Villa Giusti"},{"id":"wk-19","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":837.2,"end":867.2},"art":"Ladinia","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n\n<p>Col termine <b>Ladinia</b> si indica genericamente, con varietà di accezioni e caratterizzazioni territoriali, la regione alpina dolomitica dove è storicamente endemica la lingua ladina, una regione culturale quindi a cui non corrisponde alcun ente amministrativo unitario, né attualmente né storicamente.</p>\n<p>Tra le accezioni più diffuse, a fianco di quella più naturale che identifica la Ladinia con l'interezza del territorio in cui la lingua ladina è parlata, risulta diffusa con particolarità l'accezione che identifica la regione con la sola porzione di territorio ladinofono che prima del 1918 apparteneva all'Impero austro-ungarico.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1290\nCached time: 20170127164616\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.040 seconds\nReal time usage: 0.054 seconds\nPreprocessor visited node count: 265/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 4082/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1895/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 13/40\nExpensive parser function count: 4/500\nLua time usage: 0.003/10.000 seconds\nLua memory usage: 574 KB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 36.251 1 -total\n 53.19% 19.282 1 Template:Nota_disambigua\n 46.64% 16.909 1 Template:NN\n 46.57% 16.882 2 Template:Str_find\n 42.15% 15.279 1 Template:Avviso\n 23.36% 8.468 1 Template:Categorie_avviso\n 5.78% 2.094 1 Template:Icona_lavoro\n 4.00% 1.450 1 Template:Argomenti_avviso\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Ladinia\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ladinia"},{"id":"tx-20","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1786.9,"end":1816.9},"title":"","text":"<p>Karl Felderer è l'autore della famosa canzone Bozner Bergsteiger .1926 a tempo della soppressione della lingua tedesca in Alto Adige da italiano fascista , Felderer ha scritto il "Bozner Bergsteiger Lied" ( "Beh, il mondo è così grande e in largo ..."), che ha guadagnato grande notorietà nei decenni successivi. La maggior parte del tempo, in particolare gli ultimi anni della sua vita, Felderer vissuto a Bolzano. La sua casa in mezzo alla strada del Brennero è stata demolita agli inizi del 21 ° secolo.</p>\n"},{"id":"wk-21","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1893.5,"end":1923.5},"art":"Notte dei cristalli","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/06/The_day_after_Kristallnacht.jpg/260px-The_day_after_Kristallnacht.jpg\"></div><br><div>\n\n<p>Con <b>Notte dei cristalli</b> (<i>Reichskristallnacht</i> o <i>Kristallnacht</i>, ma anche <i>Reichspogromnacht</i> o <i>Novemberpogrom</i>) viene indicato il pogrom condotto dai nazisti (SS) nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia.</p>\n<p>Nei giorni tra il 7 e il 13 di novembre furono distrutte o incendiate quasi tutte le sinagoghe, i cimiteri e i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. Il numero delle vittime decedute in quei giorni per assassinio o in conseguenza di maltrattamenti, di atti terroristici o di disperazione, considerando anche i suicidi, è di difficile determinazione ed è stato stimato essere tra i 1 300 e i 1 500.</p>\n<p>Circa 30 000 ebrei furono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. Relativamente al campo di Dachau, nel giro di due settimane vennero internati oltre 13 000 ebrei; quasi tutti furono liberati nei mesi successivi (anche se oltre 700 persero la vita nel campo), ma solo dopo esser stati privati della maggior parte dei loro beni.</p>\n<p>La polizia ricevette l'ordine di non intervenire e i vigili del fuoco badavano soltanto che il fuoco non attaccasse anche altri edifici. Tra le poche eccezioni ci fu l'agente Wilhelm Krützfeld che impedì che il fuoco radesse al suolo la <i>Nuova Sinagoga</i> di Berlino, e che per la sua azione venne sanzionato internamente. Nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato.</p>\n<p>L'origine della definizione \"notte dei cristalli\", più correttamente \"Notte dei cristalli del Reich\" è una locuzione di scherno che richiama le vetrine distrutte, fatta circolare da parte nazionalsocialista e diffusa poi anche nella storiografia comune. Dello stesso atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini classificati \"ebrei\" fa parte anche l'obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore economico dei danni arrecati.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1287\nCached time: 20170208160412\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.056 seconds\nReal time usage: 0.086 seconds\nPreprocessor visited node count: 476/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 6507/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1971/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.019/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.61 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 77.282 1 -total\n 50.26% 38.840 1 Template:Incidente\n 41.33% 31.943 1 Template:Box_immagine\n 39.43% 30.470 1 Template:Immagine_sinottico\n 18.22% 14.080 1 Template:F\n 16.72% 12.924 1 Template:Cita_web\n 16.41% 12.682 1 Template:Avviso\n 6.77% 5.233 1 Template:Categorie_avviso\n 5.71% 4.412 1 Template:DEU_1933-1945\n 4.43% 3.422 1 Template:Bandiera\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Notte dei cristalli\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Notte dei cristalli"},{"id":"wk-22","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2323.7,"end":2353.7},"art":"Dableiber","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div><p><i><b>Dableiber</b></i> significa in tedesco \"colui che resta qui\" (\"da\" = qui, \"bleiben\" = restare). Il termine è usato nella storiografia relativa alla seconda guerra mondiale, per quanto concerne il periodo delle Opzioni in Alto Adige.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1285\nCached time: 20170208161207\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.004 seconds\nReal time usage: 0.004 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 0/2097152 bytes\nTemplate argument size: 0/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 0.000 1 -total\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Dableiber\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Dableiber"},{"id":"wk-23","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2572.4,"end":2602.4},"art":"Polizeiregiment \"Bozen\"","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ef/Bundesarchiv_Bild_101I-312-0983-10,_Rom,_Soldaten_vor_Gebäude.jpg/280px-Bundesarchiv_Bild_101I-312-0983-10,_Rom,_Soldaten_vor_Gebäude.jpg\"></div><br><div>\n<p>Il <b>Polizeiregiment \"Bozen\"</b> (Reggimento di polizia \"Bolzano\"), poi <b>SS-Polizeiregiment \"Bozen\"</b>, era un reparto militare della Ordnungspolizei (polizia d'ordine) creato in Alto Adige nell'autunno 1943, durante l'occupazione tedesca della regione. La truppa era formata da coscritti altoatesini mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania.</p>\n<p>Composto da tre battaglioni, è noto principalmente in quanto il terzo fu impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, dove il 23 marzo 1944 l'11ª Compagnia fu colpita dall'attentato di via Rasella compiuto da partigiani gappisti, riportando trentatré caduti e cinquantacinque feriti. Per rappresaglia, il giorno seguente i tedeschi perpetrarono l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla cui esecuzione i sopravvissuti della compagnia attaccata non parteciparono, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro \"vendicare\" i commilitoni caduti.</p>\n<p>Le caratteristiche del \"Bozen\" rappresentano uno dei vari aspetti controversi dell'attentato di via Rasella: per questo motivo, nell'ambito delle pluridecennali polemiche sull'argomento, sono state tratteggiate descrizioni del reggimento tra loro notevolmente difformi, in cui la capacità offensiva e il grado di adesione al nazismo dei suoi uomini sono enfatizzati o al contrario minimizzati, rispettivamente per affermare o negare la legittimità morale e l'efficacia militare dell'azione partigiana.</p>\n<p>Il primo battaglione fu operativo in Istria e il secondo nel Bellunese (dove fu coinvolto nella strage della valle del Biois dell'agosto 1944), svolgendo entrambi prevalentemente attività antipartigiane, compito a cui fu adibito anche il terzo battaglione dopo il suo ritiro da Roma e trasferimento al nord. Tutti e tre si arresero negli ultimi giorni di guerra agli eserciti alleati o ai partigiani.</p>\n\n<p><br>\n<span class=\"error mw-ext-cite-error\" lang=\"it\" dir=\"ltr\" xml:lang=\"it\">Errore nell'uso delle note: Sono presenti dei marcatori <code><ref></code> per un gruppo chiamato \"N\" ma non è stato trovato alcun marcatore <code><references group=\"N\"/></code> corrispondente, o manca la chiusura <code></ref></code></span></p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1232\nCached time: 20170208161647\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.072 seconds\nReal time usage: 0.088 seconds\nPreprocessor visited node count: 794/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 12975/2097152 bytes\nTemplate argument size: 2658/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 11/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.019/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.33 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 74.705 1 -total\n 50.38% 37.638 1 Template:Infobox_unità_militare\n 41.29% 30.844 1 Template:Infobox\n 25.95% 19.385 3 Template:Cita_news\n 7.28% 5.438 1 Template:DEU_1933-1945\n 5.61% 4.189 1 Template:Bandiera\n 3.39% 2.531 4 Template:Cita\n 3.01% 2.248 4 Template:Infobox_unità_militare/Colore\n 2.33% 1.739 8 Template:Naz/DEU_1933-1945\n 1.57% 1.173 1 Template:Str_left\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Polizeiregiment \" bozen\"\"=\"\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Polizeiregiment \"Bozen\""},{"id":"wk-24","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":2877.2,"end":2907.2},"art":"Hugh O'Flaherty","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div><p><b>Hugh O'Flaherty</b> (Cahersiveen, 28 febbraio 1898 – Cahersiveen, 30 ottobre 1963) è stato un presbitero irlandese. Fu un sacerdote cattolico romano, artefice della salvezza di circa 6.500 tra civili, militari e perseguitati ebrei, che fece rifugiare presso le residenze extraterritoriali vaticane e gli istituti religiosi durante l'occupazione nazionalsocialista di Roma nel corso della seconda guerra mondiale. Per tale attività, svolta beffando l'intelligence militare tedesca, egli si meritò l'appellativo di Primula rossa del Vaticano, \"<i>The Scarlet Pimpernel of the Vatican</i> \".</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1204\nCached time: 20170208162105\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.104 seconds\nReal time usage: 0.132 seconds\nPreprocessor visited node count: 31/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 774/2097152 bytes\nTemplate argument size: 0/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 13/500\nLua time usage: 0.087/10.000 seconds\nLua memory usage: 2.69 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 125.474 1 Template:Bio\n100.00% 125.474 1 -total\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Hugh O'Flaherty\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Hugh O'Flaherty"}]}
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